Un’Estate Fa, era l’estate del 2001 e i Delta V puntano sulla versione italiana di una canzone francese per imporsi nel mercato discografico italiano. Une belle histoire rivive nel sound fresco e moderno con la voce Gi Kalweit. Ma non è altro che un revival. Una cover del brano di Franco Califano uscito nel 1992. Testo italiano su musica di Michel Fugain. Tanto basta per essere catapultati in un passato di ricordi e nostalgia. Ed è un ritorno in due tempi.
Proprio in due tempi si svolge la storia raccontata da questa nuova serie Sky Original. Che punta sul crime, che tanto va per la maggiore, sul web e sulle piattaforme. E sulla nostalgia dei tempi andati e dell’età della speranza: la giovinezza. Con un revival degli anni ’90 che riporta, sull’onda della musica, dei mondiali di calcio, dell’assenza di telefonini e internet, ad un periodo indimenticato. Vediamo insieme perché recuperare questo nuovo prodotto italiano.
Un’Estate Fa, la trama
Un lavoro da avvocato, una moglie, Isotta, con la quale sembra un eterno fidanzato. E la loro figlia Alice. Questa la vita di Elio Santamaria oggi, alle soglie dei 50 anni. il ritrovamento di una Panda in fondo ad un lago sta per mandare in crisi il suo presente perfetto. E a rispedirlo, suo malgrado, in un passato che ha completamente dimenticato. Perché all’interno di quell’auto viene ritrovato il corpo di una ragazza, scomparsa più di 30 anni prima.
Estate 1990 in vacanza in campeggio con i due amici inseparabili, Adriano e Carlo. Tutto il giorno insieme a Costanza e Lauretta. E Arianna, per la quale aveva perso la testa. La ragazza scomparsa. Sua madre ha dovuto aspettare tutto quel tempo per poterla seppellire. E potersi sfogare con lui. Che ha sempre detto di non ricordare nulla. Ma che lei ha sempre ritenuto respondabile. Di ritorno dal funerale, un incidente che crede sia stato provocato da un’auto che lo seguiva darà il via ad un viaggio. Nel passato e in quei suoi ricordi persi.
Un’Estate Fa, il doppio cast
Sotto la guida del regista Davide Marengo, un gruppo di attori da vita a questa insolita indagine svolta in due tempi. I protagonisti del passato sono Filippo Scotti–Elio, Tobia De Angelis–Carlo, Luca Maria Vannuccini–Adriano. Carlotta ha il volto di Martina Gatti, Lauretta di Sofia Iacuitto. Arianna è interpretata da Antonia Fotaras, con quel suo aspetto malinconico e d’altri tempi così adatto al suo personaggio.
Nel tempo presente saranno Lino Guanciale, Nicole Grimaudo e Ginevra Francesconi a raccontarci le vicende della famiglia Santamaria che rischia di finire in pezzi. Sotto il peso delle indagini ufficiali condotte dall’Ispettore Zancan, reso cinico e disilluso da Paolo Pierobon. A cui fa da spalla, e da controaltare, che a volte fa sorridere suo malgrado, Davide Gori–Alessio Praticò.
Gli amici persi e ritrovati sono Claudia Pandolfi, che lavora in un salone di tatuaggi e ha perso la dolcezza e l’entusiamo della Carlotta giovane, segretamente innamorata di Elio. Alessio Piazza è un serio Don Carlo che cerca di riunire tutti e dare saggi consigli. Ma che sarà il primo a lasciarsi andare sull’onda dei ricordi. Mentre Massimo De Santis è quello del gruppo che ha fatto perdere le sue tracce. E che solo ad un certo punto si farà vedere. Per gridare tutta la sua rabbia e la sua verità.
La nostalgia degli anni ’90…
Quello che colpisce della serie è la ricostruzione di quel periodo. Che si tinge di magia e di bei ricordi, complice il mondiale di calcio di Italia ’90. Raccontato attraverso canzoni come Take on me degli A-ha, Enjoy the silence dei Depeche Mode, The Power of Love dei FGTH. E poi il Calippo mangiato sulla spiaggia, le fotografie che andavano sviluppate, la musica che usciva da quei casermoni dei juke box. Niente mondo iperconnesso da smartphone e worldwideweb, niente esperienze fatte a caccia di like e di follower.
Eppure la vita di Elio e dei suoi amici deve fare i conti con la distanza che sembra incolmabile dai genitori e la paura per un futuro che a quella età inizia a sembrare impegnativo. E il personaggio che racchiude questo tormento è proprio Arianna. Cresciuta in fretta per una mamma alcolizzata e per una relazione con un uomo sposato. Che sta con Filippo, nuotatore professionista bello ma geloso, interpretato da Francesco Della Torre.
…in un racconto sul senso dei rapporti e della famiglia
L’espediente narrativo di Un’Estate Fa sono i salti nel tempo di Elio. Che continua a tornare in quel 1990 che aveva rimosso. Per capire che cosa sia accaduto ad Arianna. Ma forse anche a sé stesso e al suo entusiasmo. Per fare i conti con il padre avvocato Pietro–Francesco Foti. Di cui ha seguito le orme. E che oggi, nell’interpretazione di Massimo Dapporto, è un uomo solo e fragile, schiacciato da un Alzheimer che gli ha strappato ricordi e vitalità.
Nel presente, affronta il rapporto di coppia con Isotta e il suo ruolo di padre con Alice. E come abbia potuto voltare le spalle agli amici di un tempo, nella gabbia dorata della sua posizione sociale e della villa in cui vive. E Lino Guanciale riesce a dare vita ad un personaggio complesso e pieno di luci ed ombre. Di spigoli e contraddizioni. Che riflette ed indaga. Che ha paura ma non si tira indietro. Anche davanti a verità scomode e scenari che aveva rimosso.
Un’Estate Fa, perché vederla
Elio, da giovane e da adulto, è sicuramente centrale nella trama di questa serie sofisticata e complessa. Sarà lui a continuare a catapultarci nei suoi tempi andati. E a farci segure la sua avventura, dal sapore quasi fantasy, di chi vuole a tutti i costi cambiare il passato e salvare Arianna. Mentre deve fare i conti con l’uomo di oggi e con le sue contraddizioni. Ne viene comunque fuori un racconto corale. Una visione non retorica e stereotipata in cui ogni personaggio ha una storia e un ruolo.
Il ritmo di fondo, condito di noir e di una malinconia profonda, coinvolge lo spettatore. E lo tiene incollato allo schermo. Merito anche di colpi di scena e cliffhanger che rimescolano le carte e aprono nuovi scenari. E che ci racconteranno dei soliti potenti che credono di farla sempre franca. Di serate di festa in cui sarebbe fin troppo facile perdere la vita. E di ricatti e retroscena che appaiono crudi, ma così forti e liberatori. In un crescendo finale che non ti aspetti. E che inchioda i protagonisti, e anche noi, alle bugie che nella vita, a volte, ci raccontiamo. Quando ci vogliamo convincere di poter fingere di essere migliori di quello che siamo. E che la nostra immagine possa sostituirsi alla realtà.
Conclusioni
Un’Estate Fa è una serie italiana sfaccettata e dai sapori variegati. Uscita da un multiverso in cui nessuno è una caricatura di sé stesso. Nella quale dialoghi e riflessioni possono essere anche semplici, ma non per questo banali. Il racconto, originale e multistrato, riesce a restituire uno storytelling che fa i conti con i tempi che viviamo. Troppo veloci e quindi, spesso, troppo appiattiti su argomenti accettati ed accettabili.
Con una girandola di emozioni spesso contrastanti, ma che si riescono ad assaporare a mano a mano, riesce a lasciare intatta, fino all’ultima scena, una tensione particolare. Che trasmette, anche a chi la guarda comodamente dal divano di casa, la voglia di guardare in faccia la nostra vita e anche i nostri piccoli e grandi sbagli quotidiani. Per ricordare il passato. E guardare al futuro. Con occhi più veri e sinceri. E quindi coraggiosi.