Ci sono film nei quali risulta piuttosto semplice identificarsi e trovarvi un riflesso delle proprie esistenze. E quando si parla di adolescenza e di paura di crescere sicuramente nessuno avrà difficoltà a compiere quest’operazione. Forse è proprio questo il motivo per cui Troppo Azzurro, esordio alla regia di Filippo Barbagallo, ha riscosso un enorme successo alla Festa del Cinema di Roma, dov’è stato presentato nella sezione Freestyle.
Il neoregista romano Filippo Barbagallo, classe ’95, nonostante la sua giovane età, con la sua opera prima, prossimamente nelle sale con Vision Distribution, dimostra già di possedere una marcata vena creativa e un talento spiccato. Troppo Azzurro si presenta infatti come una commedia ironica, intelligente e originale incentrata sulla figura di un adolescente che non trova il coraggio (né la voglia) di diventare grande. Nel cast troviamo lo stesso regista, Alice Benvenuti, Martina Gatti, Brando Pacitto, Valeria Milillo e Valerio Mastandrea.
Troppo Azzurro – La trama
Dario (Filippo Barbagallo) ha 25 anni, studia Architettura e vive ancora con i genitori. Nulla è cambiato nella sua vita dai tempi del liceo, persino gli amici sono sempre gli stessi, e non ha intenzione di abbandonare le vecchie e rassicuranti abitudini. Durante una torrida estate romana, mentre i suoi (Valerio Mastandrea e Valeria Milillo) sono in vacanza, Dario incontra una studentessa fuorisede, Caterina (Alice Benvenuti), con la quale scatta subito una forte attrazione. I due si frequentano assiduamente e sembrano provare sentimenti sinceri l’uno per l’altro. Quando però Caterina decide di tornare a Rimini, Dario dovrà trovare il coraggio di seguirla e uscire dalla propria comfort zone. Non sarà una scelta facile da prendere, soprattutto perché forse prova ancora qualcosa per Lara (Martina Gatti), la ragazza che ha sempre desiderato.
Un film molto realistico
Nelle note di produzione Filippo Barbagallo, che è stato assistente alla regia per Paola Randi (Tito e gli alieni) e Valerio Mastandrea (Ride), spiega i motivi che l’hanno spinto a realizzare Troppo Azzurro, di cui firma anche la sceneggiatura: “Ho cercato di fare un film ironico e gentile. Spero, qualcuno possa trovare qualcosa di sé, di un amico, di un conoscente o di un famigliare. Credo di averlo fatto perché avevo voglia di far funzionare in un film le cose che a volte, nella vita di tutti i giorni, non si incastrano bene”. Troppo Azzurro è quindi un film non troppo distante dalla realtà, che intende raccontare le fragilità e le paure degli adolescenti, senza però mai perdere la leggerezza e un pizzico di sarcasmo.