Ritorno al Crimine, il secondo capitolo della trilogia corale di Massimiliano Bruno, prende il via da dove ci eravamo fermati. Da una corsa in auto al grido di “Pijamose Monte Carlo“. E il primo colpo di scena è dietro l’angolo. Non perché i nostri quattro amici siano inseguiti da Renatino De Pedis. Ma perché non è lì che si trova quello che cercano: il tesoro della Banda della Magliana.
Ma andiamo per gradi e riavvolgiamo il nastro. Per raccontare la seconda tappa di questo viaggio tra il passato e il presente. Tra la nostalgia degli anni ’80 e la realtà dei giorni nostri. Che ha dovuto fare i conti anche con il Coronavirus e la pandemia mondiale. E così il film nelle sale non arriverà mai, ma sarà trasmesso solo in streaming. Della serie, “Pijamose la mascherina“.
Ritorno al Crimine, una produzione fermata dal destino
Non ci resta che il crimine, il film che nel titolo omaggia Troisi e già anticipa malinconie e nostalgie che racconta, è ambientato e girato nel 2018. Esce nelle sale il 10 gennaio 2019 e balza in testa alla classifica del botteghino italiano. A marzo, viene annunciato il sequel, che sarà girato a partire da settembre. A febbraio 2020 è pronto il primo trailer e la data di uscita: 12 marzo.
Ma proprio il giorno prima l’Italia sarà chiusa in casa dalla famigerata conferenza stampa del decreto #IoRestoACasa. Che ha trasformato tutto lo stivale in una “zona rossa”. Seguirà un rimpallo di date per l’uscita: prima 26 novembre, poi 29 ottobre. Alla fine, sarà Sky a trasmetterlo in prima visione assoluta il 12 luglio 2021. Ed è un vero peccato non aver potuto guardare, sul grande schermo, il gruppo che Bruno, un maestro dei film corali, aveva diretto.
Ritorno al crimine, il cast storico…
Nel film con il titolo che cita apertamente Ritorno al futuro e i suoi viaggi nel tempo, ritroviamo Giuseppe–Gianmarco Tognazzi, Sebastiano–Alessandro Gassmann, e Moreno Filippone–Marco Giallini. I tre ora sono insieme a Gianfranco–Massimiliano Bruno. Che non è più soprannominato “Il Ventosa” e non è più ricco. Ha infatti prosciugato tutto il suo patrimonio per salvare i suoi amici alla fine del capitolo precedente.
I quattro sono alla ricerca di Sabrina l’ex amante di Renatino–Edoardo Leo che, rimasta nel passato, ha rubato il tesoro della Banda della Magliana che avevano sotterrato insieme. Gianfranco crede di trovarla a Monte Carlo, insieme al suo secondo marito, un tennista. Dopo 1600 km, i quattro, sempre inseguiti a loro insaputa da Renatino, scoprono che in realtà la ragazza, che oggi avrà una settantina di anni, si trova in Costiera Amalfitana, insieme al primo marito.
…i nuovi protagonisti…
La Sabrina di oggi è interpretata da Loretta Goggi, che oltre a riprendere il piglio del personaggio che era stato interpretato da Ilenia Pastorelli, aggiunge tutte i contrasti e le contraddizioni di una donna che era stata un tempo bellissima e desiderata e la caparbietà di una madre. Ha avuto infatti una figlia, sulla cui reale paternità giocherà un poco, che è Lorella Heather–Giulia Bevilacqua.
Accanto a lei, che ora vive in una splendida villa con piscina, troviamo Massimo Ranieri–Carlo Buccirosso. Che in tutti questi anni si è barcamenato tra il ruolo di padre, probabilmente putativo, e di mercante di opere d’arte. Ovviamente false. Quando i nostri quattro entrano nella villa sta infatti cercando di “piazzare” un autoritratto di Van Gogh a tre ricchi indonesiani.
…e i delinquenti di Ritorno al Crimine
C’è giusto il tempo per Gianfranco di spiegare come la donna possa permettersi una casa così bella. Negli anni lui e Sabrina sono rimasti in contatto e lei ha sapientemente investito il bottino trafugato in scommesse, ad esempio sui Jalisse primi a Sanremo, e investimenti. Irrompono sulla scena prima Renatino con i suoi. E subito dopo Totò Russo detto Van Gogh–Antonio Gargiulo. Uno spietato boss di Scampia cattivo e odioso quasi come il Saro Levante di Gomorra a cui l’attore ha dato il volto.
Accanto a lui O’ Mammone–Marco Esposito e Sciosciammocca–Antonio Grosso, i suoi tirapiedi. Ma ecco il primo cliffhanger che darà una svolta alla storia. Van Gogh, che vuole che Ranieri gli trovi un quadro autentico del pittore a cui somiglia come una goccia d’acqua, spara e uccide Gianfranco. È così che entrano in scena gli altri personaggi del film.
‘O Rattuso-Gianfranco Gallo, Trikke Trakke–Angelo Orlando, Teresa–Marianna Di Maso, Kalashnikov–Nicola Pistoia, Er Saetta–Ninetto Davoli, Severino il bolognese–Roberto Della Casa, la Contessa Roccapadula–Corinne Cléry. Oltre ad Antonio Cabrini, Bruno Conti, Achille Lauro e la giornalista Paola Ferrari che interpretano loro stessi.
Ritorno al Crimine, una trama su due “tempi”
Con la morte di Gianfranco e di quelli della Banda della Magliana che Renatino si è portato nel futuro-presente cala il silenzio e la disperazione sul gruppo. Per gli amici che non ci sono più e per il tesoro che ormai sembra perduto per sempre. Moreno-Marco Giallini chiama in causa la “regola aurea” di ogni viaggio nel tempo che si rispetti. “Se cambi una cosa nel passato la cambi anche nel presente, no?”. E allora ecco il piano.
Giuseppe, Sebastiano e Moreno torneranno nel passato, in particolare ancora nel 1982, per impedire la nascita di Totò Russo, così Gianfranco sarà salvato. Mentre Renatino e Ranieri cercheranno nel presente un quadro di Van Gogh per liberare Lorella che è stata presa in ostaggio e portata a Scampia.
Ritorno al Crimine, perché si sorride…
Protagonista indiscusso delle vicende ambientate al presente è Renatino, che si ritrova catapultato in una realtà fatta da parole di cui non sa il significato. Da password a bitcoin, passando per server, codice a barre ed euro. Si ritrova in una sala da solo e vuole sparare ad Alexa perché pensa lo stia prendendo in giro. Va ad un vernissage in cui deve fare finta di essere un astro nascente della pittura e si scontra con il sushi, che ovviamente non gli piace, le nuove coppie che si sposano, anche se sono due uomini.
E con chi gli propone di fare una storia insieme, ma lui non ha capito che si sta parlando di social. Per rubare il quadro rintraccia tre suoi amici. Ma oramai sono invecchiati e con Er Saetta, Kalashnikov e Severino rischiano di farsi arrestare. Sarà comunque il suo personaggio, verso la fine del film, a dire “A me ‘sto futuro non mi piace“. Una frase che rivela il percorso che ha fatto durante questa avventura che lo ha in buona parte cambiato.
…e perché si riflette
Intanto, tornati nel 1982, i tre amici si ritrovano sulla scena della famosa rapina alla banca fatta travestiti da Kiss e Rockets. L’episodio, che ovviamente rimesta negli aspetti del paradossale e del fantasy del film, sarà l’espediente narrativo attraverso il quale entrare in possesso di molti soldi. Con i quali poter agganciare il boss della Camorra ‘O Rattuso.
Il piano che hanno escogitato è che Giuseppe lo distrarrà accompagnandolo ad un acquisto di droga dal famigerato Pablo Escobar. Intanto Moreno farà compagnia a Teresa la ragazza figlia del vecchio proprietario di un bar sottratto dal boss con l’usura. Il tutto affinché il povero Sebastiano possa sedurne la moglie Amalia–Viviana Cangiano ed evitare il concepimento di Totò Russo.
Quando però Giuseppe scopre che Russo è il cognome di Teresa, capisce che è lei la madre di Van Gogh e che è in pericolo perché ‘O Rattuso vuole abusare di lei. E così i tre amici la vanno a salvare. Poi si metteranno in viaggio per Roma per cercare di tornare al portale di Einstein-Rosen del bar della Banda della Magliana prima che esploda la bomba. Ma faranno tardi.
Ritorno al Crimine, un finale che è un nuovo inizio
Come Moreno pensava, il passato aggiusta il futuro. Van Gogh si disintegra sotto gli occhi dei suoi tirapiedi, ma Lorella non è ancora salva, perché decide di andare via con ‘O Mammone. Intanto però Gianfranco è di nuovo vivo. È sarà proprio lui, arrivando su un’Ape sgangherata sulla scena dell’esplosione, a salvare i suoi amici di infanzia. Ora non resta che liberare Lorella e trovare il tesoro.
Dopo i primi tentennamenti, lo faranno tutti uniti, presentandosi sotto mentite spoglie alla festa di compleanno del nuovo capo, tutta nello stile che leggende metropolitane e fiction sull’argomento ci hanno narrato. Locale di lusso fuori da occhi indiscreti, gente armata, palloncini, magnum costosissime e il cantante neomelodico più famoso del momento che allieta una comitiva di amici e conoscenti che si gode la festa senza preoccuparsi di dove provengano tutti quei soldi.
Ora che sono di nuovo tutti insieme, è l’ora di andare a recuperare lingotti e opere d’arte. Davanti ad un bottino di 50Mln di euro, sarà Moreno a proporre una nuova sfida. Citando l’ormai iconica frase, adattata per l’occasione “Pijamose la Gioconda!“.
Conclusioni
Con l’ultima scena del film viene preso un nuovo appuntamento con gli spettatori. Per questi viaggi nel tempo, e nella propria coscienza, che tutti i personaggi stanno via via facendo. Renatino non è più lui, ma ha scoperto chi considerare veramente amici. Giuseppe non assomiglia più al vessato timoroso di una volta. Sebastiano è quello che resta ancora un po’ il tontolone, ma ha lasciato per strada la tristezza e la malinconia dell’inizio dell’avventura.
Anche Moreno, a modo suo, ha fatto i conti con la sua voglia di non impegnarsi mai, per niente e per nessuno. E Gianfranco ha ormai conquistato il ruolo che gli sarebbe spettato da sempre data la sua intelligenza e le sue capacità. Potendo finalmente dare spazio alla sua parte più vera e autentica, senza più paura.
Permettendo anche a noi, al di qua dello schermo, di sorridere e di riflettere, a volte in maniera leggera a volte con la giusta presa di coscienza, sulle cose giuste e su quelle sbagliate, sulle cose che contano e su quelle che possono essere considerate solo un “white noise“…
Un fastidioso rumore di fondo che non merita tutta la nostra preziosa attenzione.