A distanza di sei anni dal suo Manhunt, John Woo torna nelle sale con un action movie che di natalizio ha solo il titolo, ovvero Silent Night. Si spara continuamente in questo ritorno del regista cinese che ha fra i suoi titoli anche Paycheck, con Ben Affleck e Uma Thurman, e Mission Impossible 2 con Tom Cruise. Autore di The Killer e A Better Tomorrow, John Woo con Silent Night, rappresenta un solido action che ha quasi le basi di un cinema muto.
A 77 anni, il cineasta racconta la storia di questo tizio abbastanza infuriato, con tanto sangue che scorre, quasi simile al rosso natalizio. Il maestro di Hong Kong torna a deliziarci con il suo cinema action a partire da un inizio forsennato. Infatti più che in una delle tante disastrate periferie delle metropoli nordamericane, sembra quasi di trovarsi in uno scenario apocalittico in pieno stile Mad Max.
Silent Night: il cast
Ad interpretare Godlock, il granitico protagonista muto di questa pellicola, è Joel Kinnaman, già noto per essere stato nel remake di Robocop (2014) e in The Suicide Squad (2021). La moglie del protagonista, Saya, è interpretata da Catalina Sandino Moreno. Il resto del cast è composto da Scott Mescudi (Vassell), Harold Torres (Playa), Yoko Hamamura (Ruiz), Vinny O’Brien (Anthony Barello), Anthony Giulietti (Kid).
Silent Night: trama e recensione
Vigilia di Natale. In una metropoli indefinita (probabilmente Los Angeles) nel corso di un violento scontro a fuoco tra due gang rivali, un proiettile vagante colpisce e uccide un bambino. Suo padre, nel tentativo di inseguire chi ha fatto questo, viene colpito intenzionalmente alla gola da un colpo sparato dal sanguinario e feroce capo di una di queste gang.
Ciò comporterà per l’uomo la perdita della voce e gradualmente anche del controllo della sua vita. Da quel momento in avanti tutto sarà improntato ad ottenere un unico scopo: la vendetta.
Con Silent Night si parte innanzitutto dal concetto di perdita: del figlio da parte del protagonista durante una sparatoria tra gang rivali, e della sua voce, da parte di un colpo sparato alla gola in maniera brutale da parte del feroce cattivo di questa pellicola. E’ un film dove le restanti azioni e i rumori che provengono dalle altre parti sono ben udibili. Già il contrasto appare evidente, il protagonista con questo maglioncino con la renna che corre con un sole potente alle sue spalle, fa percepire una concezione diversa del Natale.
Il Natale è sullo sfondo con qualche addobbo ma senza gli elementi caratteristici
La neve esiste solo con qualche addobbo natalizio disseminato, ma niente di più. La musica è ad opera di Marco Beltrami, e la sceneggiatura particolare riesce a far emergere un altro aspetto: quello della ragione. La grande trasformazione sia fisica che morale di un uomo che ha perso tutto. Un anno di tempo scandisce la preparazione fisica e intima del suo protagonista pronto a combattere contro questi feroci nemici.
John Woo riesce a rendere drammatica questa trasformazione, e ogni dettaglio che appare quà e là ha un suo senso. Nonostante la voce sia totalmente assente, anche negli altri coprotagonisti, non c’è una sola voce narrante che magari faccia da tramite fra una sequenza e l’altra.
Un carillon ne svela la carrellata su di un’area residenziale, e un palloncino rosso volteggiando ne rivela il suo titolo. Ma già si viene catapultati in quello che sarà il vero mood della pellicola, con la corsa affannata del suo protagonista. Ed è surreale che lo faccia con indosso un maglione con la renna e le mani insanguinate.
Non si capisce bene cosa stia inseguendo (o meglio forse il palloncino rosso), o da cosa sia inseguito. Silent Night è quasi un film muto nella sua essenzialità dei dialoghi. L’unico sonoro è scandito dalle musiche e dai suoi effetti, dall’oscurità delle sparatorie fino al degrado dei suoi ambienti. E’ palese ed evidente che si tratta di una delle tante periferie ai margini delle metropoli (in questo caso le riprese sono avvenute a Città del Messico).
La maestria di John Woo nelle sequenze d’azione di Silent Night
Scene d’azione ben congegnate, con i ralenti che hanno contribuito a costruire la mitologia del cinema del Maestro John Woo, anche se in misura minore in questo caso. E’ pur sempre un gradito ritorno per chi ha apprezzato la sua filmografia. Ci viene sottoposto un eroe che non è indistruttibile, ma in divenire, che soffre e subisce violenza come tutti gli altri, ma mosso unicamente dalla rabbia del suo obiettivo,
Un revenge movie con degli inseguimenti in auto, frenetici ma veramente particolari. John Woo riesce a rendere gli scontri spettacolari e ben definiti, anche se girato di notte in prevalenza. La trama molto semplice, il protagonista che cerca vendetta, un uomo comune, un canone per una volta diverso dai vari action hollywoodiani. In pratica non è nè un ex killer alla John Wick, o un ex agente in ritiro tipo il Robert McCall di Equalizer.
Ma è un uomo che si trasforma con diversi mesi di allenamento, proprio per diventare quello che deve essere, un giustiziere. Non per una causa, non per altri, ma unicamente per sè stesso e annientare il suo dolore.
La vendetta è il giorno di Natale, manca la neve, ma si capisce che si è a Los Angeles. Con questa struttura da videogame, gli incontri si intensificano con i suoi nemici. Il realismo è proprio accentuato da questo suo addestramento da autodidatta, e l’automobile diventa essa stessa un mezzo di offesa. Non abbiamo il classico film action.
Conclusioni
Silent Night si conferma come un vivace ritorno sugli schermi da quello che è considerato il maestro del cinema d’azione orientale e non solo, John Woo. Il regista asiatico, anche con il minimalismo narrativo, riesce a costruire delle solide sequenze d’azione che non hanno nulla da invidiare a prodotti ad alto budget nel cinema di Hollywood.
John Woo evita accuratamente tutti i clichè dei classici revenge movies che vanno di moda oggi per costruire un personaggio che tramite le sue azioni, e la sua votazione al martirio, si distingue da altri eroi, o antieroi del suo genere. Joel Kinnaman aggiunge un’altra buona performance a un genere a cui ormai sembra essersi consacrato: quello del cinema d’azione.