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Rodeo di Lola Quivoron

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Vincitore del Premio Coup de Coeur per la sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2022, Rodeo è diretto dalla francese Lola Quivoron. In Italia ha vinto anche il premio per la migliore attrice al 40esimo Torino Film Festival, ma è stato distribuito solamente a luglio 2023 da I Wonder Pictures. Quello che viene rappresentato è un mondo sotterraneo, un sottobosco di criminalità fatto di scelte non sempre facili, dove vige la legge del più forte. La protagonista, Julia, ama le moto e sa come funzionano alla perfezione i motori. Ciò determina le sue scelte di vita non lineari e fuori dagli schemi, ma pur sempre dentro le piste.

Rodeo: il cast

Nei panni della protagonista Julia, troviamo l’androgina Julie Ledru. Il resto del cast è composto da Yanis Lafki (Kais), Antonia Buresi (Ophelie), Louis Sotton (Ben) , Junior Correia (Manel), Ahmed Hamdi (Mous), Dave Nsaman (Abra), Mustapha Dianka (Clark), Mohamed Bettahar (Amine), Chris Makodi (William), Cody Schroeder (Kylian), Sébastien Schroeder (Domino).

Rodeo

Rodeo: trama e recensione

Julie è una donna fiera, testarda e indipendente. L’ unico brivido che la ragazza prova è in sella ad una moto. Sopra di essa sente tutto, come una scarica forte di adrenalina che rende piene le sue giornate, altrimenti decadenti. Nel giro dei rodei urbani, ovvero le corse clandestine di motociclisti, la donna ha modo di dimostrare la sua passione e il suo talento. Nel momento in cui si unisce ad una banda di centauri per alzare il tiro, il suo destino prende una piega inaspettata. Contemporaneamente, cresce anche il rischio nell’appartenenza a certe incontrollabili situazioni.

Rodeo è un’opera che attraverso le corse, la rabbia, il furore, ma anche attraverso il linguaggio scurrile, mantiene una sua personalità. Paragonato in un certo senso ad un mix fra Titane e Fast and Furious, Rodeo mantiene le sue premesse nella sua corsa forsennata verso una meta non quantificata, ma che fa percepire il suo rombo di ruote.

Il gruppo dove entra, la guarda con diffidenza, un po’ come accade con tutte le cose insolite e affascinanti che possono capitare in un contesto chiuso e già collaudato. Non è un dramma femminista, ma un action intimista dove a contare è la visione della sua protagonista. Infatti le pulsioni e gli ardori interiori contano prima di tutto.

Rodeo Titane

Corsa e libertà senza limiti in Rodeo

Due, tre, dai gas e poi frena, così le viene detto da qualche generoso compagno di scorribande. Perchè il mondo delle corse clandestine in moto è un mondo di lupi, che talvolta rischia di degenerare. A predominare è pur sempre la legge del più forte sul più debole, e il machismo senza grinta che vuole imporsi.

Ma contro il desiderio di libertà non si può fare niente, perchè Julia è libera prima di tutto. E contro una persona che non ha nulla da perdere, un certo rozzo maschilismo non può fare molto. Per questo nel gruppo, per quanto sia stata accettata non sarà mai pienamente parte di esso.

Altro aspetto non di poco conto nella pellicola, la totale assenza del sesso, sebbene la protagonista emani in un certo modo una certa sensualità, dovuta al suo melting pot multirazziale. Ma è un dettaglio, perchè non traspare mai il vero orientamento definito della donna, anche se questo non ha importanza ai fini del racconto.

Rodeo Fast and Furious

Il paragone con Titane e Fast and Furious

Forse il paragone con Titane di Julia Ducournau, sta nel rapporto non tanto sotterraneo, quanto mitizzato tra Julia e le moto che utilizza per sfrecciare con il pavido entusiasmo di gioventù, sia che si tratti di puro e semplice piacere, che per questioni legate alla gang. Julia finisce per stringersi in un legame ambiguo a metà strada tra l’amicizia e l’attrazione a Opheliè, la moglie del capo della sua banda, e al figlio Kylian.

Anche l’accostamento con la saga di Vin Diesel con i roboanti bolidi, ha senso in piccolissima parte, solo per il fatto di appartenere ad un gruppo, che però non ha nulla a che vedere con il significato di famiglia. Un gruppo di rozzi individui senza una vera personalità, ma soprattutto di vera empatia, e sospettosi di qualsiasi cosa.

Se l’approfondimento della protagonista è di fatto fatto esclusivamente basato sui suoi primi e primissimi piani del volto, non avviene altrettanto con gli altri personaggi che appaiono come comparsate e in alcuni casi come vere e proprie macchiette. Infatti, la loro funzionalità alla storia è pari a zero.

Julie Ledru

Conclusioni

Gli aspetti irrisolti della pellicola riguardano la caratterizzazione emotiva di alcuni personaggi, che risultano alquanto stereotipati, ed è difficile solidarizzare con loro. Anzi, risultano piuttosto fastidiosi come i tanti caratteri minori che contraddistinguono questa tipologia di pellicole. Pensiamo anche ad Athena di Romain Gavras, dove lo scenario delle incendiarie banlieu francesi appariva quasi fantascientifico nonostante l’aura da videoclip.

Ma anche il robusto poliziesco I Miserabili di Ladj Ly rappresenta un conflitto ai margini la cui rabbia è pronta ad esplodere, se non con una reale motivazione. Cosa che non avviene invece in Rodeo, dove è più il piacere della sfida e della violazione delle regole a farla da padrone. Anche per assaporare il gusto della pura e semplice adrenalina, causata dal rombo delle corse, e dall’odore percepito al di là dello schermo dell’olio di motore.

Rodeo si regge quasi tutto sulla atipicità della sua protagonista, che non risulta bella nel vero senso tradizionale del termine, ma ha le sue peculiarità che la contraddistinguono dal resto di quel mucchio selvaggio stereotipato. Se qualcuno di loro abbozza minacciosi tentativi di body shaming, lei risponde altrettanto determinata con un sicuro dito medio.

Quella che viene sprigionata nella pellicola, è la sua indomita energia nel perseguimento dei suoi obiettivi. Che non hanno nulla di trascendentale. Solo guidando la sua, anzi le sue moto, viene rivelata la vera libertà da stereotipi e pregiudizi. Un’indipendenza che lascia intendere anche la vitalità di un certo tipo di cinema come questo.

Il trailer

PANORAMICA

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

"Rodeo" di Lola Quivoron, risulta un affascinante connubio tra Titane e Fast and Furious. Una cruda storia di ribellione e libertà tra i bolidi in corsa.
Francesco Maggiore
Francesco Maggiore
Cinefilo, sognatore e al tempo stesso pragmatico, ironico e poliedrico verso la settima arte, ma non debordante. Insofferente, ma comunque attento e resistente alla serialità imperante, e avulso dai filtri dall'allineamento critico generale. Il cinema arthouse è la mia religione, ma non la mia prigione.

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