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Les Indesirables, il trailer dell’ultimo film di Ladj Ly

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Les Indesirables: un titolo che è tutto un programma. Soprattutto trattandosi dell’ultimo film del maliano Ladj Ly: attore, regista e sceneggiatore, un autentico tuttofare in campo cinematografico, che pare avere molto a cuore le cause degli ultimi della terra.

Il film di lungometraggio con il quale ha esordito nel 2019, I miserabili, sta a ribadire il concetto: racconta le vicende di una squadra di polizia in una banlieu della periferia parigina, evidenziandone gli abusi di potere, soprattutto nei confronti degli immigrati. Un altro tema presente nel film di esordio di Ly è la netta divisione fra Stato e criminalità cittadina, soprattutto in contesti nei quali il primo risulta essere pressoché inesistente.

Il messaggio finale di I miserabili, però, è tutto racchiuso in una citazione di Victor Hugo, autore del romanzo che ha ispirato il titolo del film: “Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori“.

Il film, candidato ai Premi Cesar per la regia e la sceneggiatura originale, si è aggiudicato il Premio della Giuria al Festival di Cannes del 2019.

Prima di Les Indesirables: I Miserabili (2019).

Les Indesirables, la sinossi

E ora arriva Les Indesirables: in questo secondo lungometraggio, Ly decide di riprendere le fila del suo esordio e di approfondire le tematiche che gli sono più care.

La pellicola si svolge, infatti, in una banlieu parigina disagiata. La protagonista della storia è Habi, giovane donna di origine maliana – come Ly – che vive in un palazzo fatiscente.

Quando il sindaco muore, viene rimpiazzato da un giovane medico, Pierre, intenzionato a rivalutare il quartiere. Come? Demolando i palazzi più degradati, tra cui quello in cui vive la protagonista.

Questo porterà quest’ultima a intraprendere una lotta senza quartiere per impedire che lei e i suoi vicini debbano lasciare le loro case.

Ly: “Sono un militante da 20 anni”

Il film è andato in scena proprio oggi al Toronto Film Festival (TIFF). Prima del lancio, il regista ha rilasciato un’interessante intervista a IndieWire nella quale ha parlato del film e ha chiarito il proprio coinvolgimento come emigrato e come militante per i diritti civili:

È un film di fiction, ma è comunque molto vicino alla realtà e all’ambiente in cui sono cresciuto. Sono sempre stato molto impegnato politicamente e socialmente. Sono un militante da 20 anni. Habi è una militante come molte donne che ho incontrato in quell’ambiente.

Ed è stato grazie a queste donne e al loro coraggio che le cose sono cambiate. Ci sono molti militanti e volevo rendere omaggio all’impegno che hanno sempre avuto
“.

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Giulia Bucelli
Giulia Bucelli
Lettrice e spettatrice onnivora, non crede nello snobismo. Tuttavia non fa mistero della sua passione per il cinema orientale, gli horror e Alfred Hitchcock. Non si perde nemmeno un film di Cronenberg e Lanthimos.

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