HomeRecensioni FilmManhunter - frammenti di un omicidio, recensione

Manhunter – frammenti di un omicidio, recensione

-

Manhunter – frammenti di un omicidio è un film del 1986 diretto da Michael Mann con William Petersen, Dennis Farina, Brian Cox e Tom Noonan. Il soggetto è tratto da un romanzo di Thomas Harris, scrittore celebre per aver dato vita, nei primi anni 80, al personaggio di Hannibal Lecter, lo psichiatra serial killer. Diverse sono state le trasposizioni su schermo, in cui compare il noto criminale. La più famosa apparizione è nel “Il silenzio degli innocenti” diretto da Jonathan Demme, ma è con “Manhunter” che il personaggio fa la sua prima entrata in scena nel mondo cinematografico.

Manhunter

Manhunter – Trama

L’agente dell’FBI Will Graham è conosciuto per aver arrestato il celebre serial killer Hannibal Lecter, ma di aver avuto ripercussioni mentali, per lo stress che il caso ha comportato. Tempo dopo, un altro omicidio sconvolge la città e Graham è pronto a intervenire, mettendosi sulle tracce del nuovo criminale. La follia omicida del soggetto coinvolto, spinge l’agente a chiedere l’aiuto di Lecter, rinchiuso in un manicomio psichiatrico, per comprendere le motivazioni inconsce che stanno alla base dei nuovi crimini commessi. L’intromissione nella vicenda di Lecter devia però le indagini in corso e complica a maggior ragione la ricerca verso il colpevole.

Manhunter

Manhunter – Recensione

Michael Mann è un grandissimo regista d’azione. La sua carriera è costernata da titoli pazzeschi. Possiamo rintracciare nella sua filmografia “Heat – La sfida” e “Collateral“, passando per questo “Manhunter“. Al suo terzo cortometraggio il regista dimostra già di avere un talento predisposto per il cinema d’azione. Nella suddetta pellicola si percepisce un certo sapore noir tipico dei grandi film del passato.

L’autore è chiaramente un amante di un certo modo di fare cinema che già al suo tempo non esisteva più e all’epoca sapeva produrre noir polizieschi di altissimo livello, dal cinema inglese anni 50 a quello francese degli anni 70. Mann realizza un film dal gran coinvolgimento, frutto di personaggi davvero ben costruiti. La triade costituita dal protagonista, dall’assassino e infine da Hannibal Lecter è segno di grande scrittura registica e i tre si relazionano egregiamente.

Le pellicole di Mann sono degne di un genere che può avere la sua dignità e comunicare ancora di più di quanto non si creda. La categoria del cinema dinamico e poliziesco si tende a sottovalutare per via della bassa qualità di prodotti a cui assistiamo oggi. Il regista mette invece in guardia, avvertendo che è possibile tirare fuori, anche da questa tipologia di spettacoli, film di estrema rilevanza artistica.

Manhunter

Il ritmo con cui la narrazione progredisce verso la risolutezza del caso è incredibile e conduce il pubblico attraverso questo mistero che gela il sangue, a causa della violenza sfrenata che caratterizza l’antagonista principale. Seguiamo all’inizio il punto di vista del suo protagonista, con una rapida immedesimazione al fine di svelare il colpevole.

Dalla metà del film, quando l’omicida viene svelato, scopriamo anche l’altro punto di vista, fino a seguirne parallelamente il suo cammino. Il regista mette lo spettatore nelle condizioni di trovarsi davanti a due strade, diventando narratore onnisciente. Per questa ragione sale un sentimento d’angoscia e ansia, per il pericolo costante alla quale il protagonista può incorrere.

Il cambio di prospettiva costringe chi guarda a calarsi nei panni di un assassino feroce, alla quale fino a un attimo prima eravamo stati educati a temere nella maniera più possibile. La scelta registica trova la sua giustificazione nel voler fare entrare lo spettatore nella mente di quest’ultimo, per provare a comprenderne la logica e i motivi che spingono a tale atto.

Nella famosa scena della notte d’amore con la ragazza cieca, possiamo ritrovare le giuste risposte che cercavamo. Un senso di abbandono e di non accettazione è stata evidentemente la causa della sua ribellione perversa. Al contraccambiare del sentimento e di un amore finalmente corrisposto, perviene in lui un senso di colpa, che induce il pubblico non certo a graziarlo, ma almeno a mutare il punto di vista adottato fino a quel momento.

Manhunter

La dimensione psicologica

Manhunter si interroga sulle cause della follia e discute sul tema psicologico. La pellicola non vuole giustificare nessuno ma punta a indurre a una riflessione specifica, attraverso l’intrattenimento di grande classe. L’opera sembra sottolineare l’importanza che la dimensione inconscia acquista nella mente dell’essere umano e di tenere in considerazione l’aspetto della salute mentale. Un problema da non sottovalutare poiché è talmente determinante, che può avere ripercussioni gravi sulle persone più fragili della società.

La particolarità che caratterizza i prodotti che hanno per protagonista Hannibal Lecter, è quella di prestare molta attenzione alla componente psicologica e accendere una lampadina sull’argomento. Allo stesso tempo i film sono dotati di una trama avvincente piena d’azione e dinamismo, in modo tale da inserire in un linguaggio culturale pop, adatto a chiunque, argomenti spesso poco trattati.

Conclusione

Michael Mann riesce perfettamente a intrecciare le due parti, grazie a una regia saldamente ancorata alla storia. Egli è in grado di spostare i riflettori verso i suoi interpreti, i quali forniscono una buonissima prova attoriale, soprattutto Brian Cox, che interpreta Lecter stesso. Un’eccellente recitazione che non ha nulla da invidiare a quella del più famoso Anthony Hopkins, nonostante lui ci abbia vinto un premio Oscar.

Manhunter vive quindi di una costruzione che cresce piano piano verso il suo culmine. Il caso investigativo diventa sempre più intrigante, grazie alla relazione che si viene a creare tra i due killer e che raffigura la parte più originale di tutta la pellicola. Nel mentre la stabilità emotiva del protagonista viene compromessa dalla pressione del caso, e conferma la direzione angosciante che vuole seguire la storia.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

"Manhunter" è un grande film d'azione contraddistinto da una buona sceneggiatura e dalle ottime interpretazioni degli interpreti principali.
Giovanni Veverga
Giovanni Veverga
Amo gli autori che vogliono e sanno come raccontare una storia in grado di affascinare lo spettatore.

ULTIMI ARTICOLI

"Manhunter" è un grande film d'azione contraddistinto da una buona sceneggiatura e dalle ottime interpretazioni degli interpreti principali.Manhunter - frammenti di un omicidio, recensione