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Pearl Harbor: la recensione

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Pearl Harbor è una pellicola del 2001 diretta dal controverso regista Michael Bay e sceneggiato da Randall Wallace, che presenta una serie di punti a favore, accompagnati da altrettante note di demerito.

Pearl Harbor, la trama e il cast

Rafe e Denny sono due ragazzini con il sogno di diventare aviatori. Grazie al proprio impegno e bravura, riescono nell’intento ed entrano a far parte del Corpo Aeronautico dell’esercito americano. Rafe si mette subito in mostra nel corso degli addestramenti, attirando le attenzioni dei suoi superiori, che gli propongono di dare man forte ai piloti anglosassoni in difficoltà.

Prima di partire però, Rafe (Ben Affleck) conosce un’infermiera di nome Evelyn (Kate Beckinsale) di cui si innamora, e le promette di tornare tra le sue braccia. Mentre Rafe è lontano, Denny (Josh Hartnett) ed Evelyn si spostano in una base navale situata nelle Hawaii, Pearl Harbor, e si sostengono a vicenda. Arriva però, tempo dopo, la terribile notizia: Rafe risulta disperso in azione.

Pearl Harbor

La tragica notizia unisce ancor di più Denny ed Evelyn, che sviluppano un sentimento d’amore reciproco. Le giornate trascorrono dunque spensierate a Pearl Harbor, con l’infermiera che è pronta quasi a dimenticare il dolore per la perdita dell’amato in battaglia ma, nel pieno di una storia d’amore ormai avviata, irrompe nuovamente Rafe, tornato proprio come aveva promesso, tenuto in vita soltanto dall’amore. Il contrasto tra i due amici piloti è inevitabile, ma la guerra non lascia spazio ai litigi amorosi, o almeno così sembra.

Pearl Harbor, la recensione

Il 7 dicembre del 1941 viene sferrato un micidiale bombardamento dalle forze militari giapponesi, che radono al suolo la base americana di Pearl Harbor. I tre protagonisti riescono a uscire quasi indenni dall’attacco, ma è solo l’inizio di una storia fatta d’amore ed eroismo.

Una storia vera, approvata dal governo americano

I personaggi di Rafe e Danny, da specificare, mettono in scena in Pearl Harbor le avventure di due sottotenenti realmente esistiti, George Welch e Kenneth Taylor.

I due riuscirono davvero a decollare a bordo di aerei P-40 e risultarono tra i pochi in grado di abbattere gli aerei giapponesi nemici che volavano intorno a Pearl Harbor. Nel dettaglio, Taylor sconfisse due aerei giapponesi (forse anche un terzo) e ne danneggiò un altro, mentre Welch distrusse quattro velivoli nipponici.

Pearl Harbor

Non sorprende dunque che il Pentagono e la Marina degli Stati Uniti abbiano approvato la produzione di Pearl Harbor fornendo, per effettuare le riprese, alcune vecchie navi da guerra ancora stanziate nell’area delle Hawaii. Per riprodurre col maggior numero di dettagli reali i velivoli visti nella pellicola, furono interpellati alcuni tra i più autorevoli collezionisti di aerei da guerra, e lo stesso sceneggiatore Randall Wallace usò le interviste fatte a sopravvissuti ai bombardamenti giapponesi per arricchire il suo canovaccio.

Oltre a Ben Affleck, Josh Hartnett e Kate Beckinsale, sono degni di nota Alec Baldwin (il tenente colonnello James Doolittle), il grande Jon Voight nei drammatici panni del presidente Roosevelt, Jennifer Garner (Sandra) e Cuba Gooding Jr. (Doris Miller).

Un’eroina che vale più di mille soldati americani

Pearl Harbor è un film ambizioso, discretamente abile nell’alternare il dramma amoroso e i preparativi per l’attacco effettuati dall’ammiraglio giapponese Yamamoto, per poi culminare nel devastante bombardamento ai danni della base americana. I momenti romantici sono sapientemente orchestrati, con toni quasi favolistici che contribuiscono ad alleggerire la portata drammatica degli eventi narrati.

Ben Affleck è il prototipo di eroe, pronto a cimentarsi in azioni di grande coraggio, a sacrificare tutto per la propria patria, e Kate Beckinsale è una donna forte, un’eroina che si destreggia tra i feriti sul campo di battaglia meglio di qualsiasi soldato americano armato. Evelyn prende decisioni di vita e di morte per i suoi pazienti nel mezzo dell’attacco giapponese, e il momento in cui riesce a impedire il dissanguamento di un uomo ferito al collo vale più di mille, muscolari sventagliate di mitra.

Pearl Harbor, un’ottima prova di tecnica ed effetti speciali

Oltre gli atti di eroismo, ciò che colpisce di Pearl Harbor è la capacità degli addetti ai lavori di mettere insieme un’ottima realizzazione tecnica, accompagnata da pregevoli effetti speciali. Su circa tre ore di girato, ben 40 minuti sono dedicati al momento dei bombardamenti giapponesi, alle esplosioni in ogni angolo ripreso da Bay, alle battaglie in volo e alla lotta per la sopravvivenza dei membri dell’equipaggio di una nave sul punto di affondare. Come modello per ricreare l’armata aerea nipponica, il regista ha usato meno di dieci Zero giapponesi reali, da cui ne sono derivati ben 300 utilizzando la computer grafica.

Ma forse è proprio il punto di forza delle produzioni firmate da Michael Bay, anche in questo caso, ciò che più distoglie il regista e i suoi collaboratori dal riuscire a mettere su carta un intreccio narrativo convincente. Gli effetti speciali, le scene d’azione spettacolari ricche di esplosioni disastrose, inserite nel film adottando un montaggio a dir poco frenetico, costituiscono infatti elementi a tratti distraenti, ad un certo punto anche stucchevoli. Sembra quasi che il regista resti in attesa, per tutto il film, solo del momento di far detonare tutta la sua creatività distruttiva, un’inquadratura sfuggente dopo l’altra, come un gesto liberatorio. Da ricordare anche il premio Oscar al miglior montaggio sonoro a Christopher Boyes e George Watters II. Notevoli le musiche di Hans Zimmer.

Un film riuscito solo in parte

Pearl Harbor, in definitiva, è un film con tante sfaccettature, per alcuni aspetti troppo ambizioso. Bay, quando si tratta di esplosioni e devastazione, non riesce proprio a contenersi, dando l’impressione di aver architettato una costosa impalcatura al solo scopo di vederla crollare sotto i bombardamenti giapponesi.

Fatta eccezione per alcune scene particolarmente drammatiche, la pellicola non riesce ad essere romantica come il Titanic che vorrebbe imitare e non raggiunge l’orrore visivo destato da Salvate il soldato Ryan, fermandosi dunque a un accostamento di generi cinematografici che restituisce un prodotto finale appena sufficiente.

Il trailer del film di Michael Bay

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Pearl Harbor di Michael Bay è un film con alcuni spunti interessanti ma tante parentesi discutibili. Il regista si concentra troppo sulle esplosioni e sull'azione frenetica, lasciando in sospeso quella che doveva essere la reale protagonista di un'opera così ambiziosa: la trama. Una pellicola da vedere, se non altro, per l'impegno profuso da alcuni addetti ai lavori per cercare di ricordare i caduti americani sotto i bombardamenti giapponesi del 1941.
Danilo Abate
Danilo Abate
In bilico continuo fra il thriller d’autore e una pellicola di fantascienza, cerco sempre nuovi modi per riflettere, trovare prospettive inedite e sorprendermi. Parlare di cinema è parlare di opere fatte di emozioni umane, cose concrete, che vengono rese nel modo più imprevedibile e astratto. Il mio obiettivo è scandagliare ogni angolo di girato per dare voce a ciò che è nascosto tra un ciack e l’altro.

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