Hypnotic, del regista Robert Rodriguez, uscito nelle sale a luglio 2023, è arrivato su Prime Video a fine settembre. Inutile nascondere che al botteghino sia stato sonoramente “preso a sberle”. A fronte di un costo di oltre 60 Mln di dollari, l’incasso ha faticato non poco a superare i 6Mln. Riuscendo ad arrivare a quota 8: insomma, un discreto disastro. Eppure a nostro avviso il film può essere una buona scelta per una di queste serate di primo autunno.
Intanto per la durata: un’ora e mezza che passa veloce. Il merito è anche del ritmo, che si mantiene dall’inizio alla fine. A dispetto di continui plot e rivelazioni. Che in altri prodotti sembrano “portare a spasso” lo spettatore e non farlo pensare, come in Citadel. Ma che in Hypnotic riescono a coinvolgerlo, facendolo immedesimare nel protagonista, interpretato da Ben Affleck. Al 3° film in questo 2023, con Air, di cui è anche il regista, che forse gli regalerà un terzo Oscar.
Il titolo nel cassetto tra i B-movie di Rodriguez
Se sia il marchio di fabbrica o il peccato originale, lasciamo voi a deciderlo. Certo è che la prima idea su Hypnotic ha raggiunto da tempo la maggiore età. Classe 2002, è un progetto a cui il regista doveva tenere molto, se è riuscito a superare “no” e “rinvii” per oltre 20 anni. Durante i quali si è ritagliato prima il ruolo di amico e pupillo di Quentin Tarantino. Poi di regista di film per ragazzi e famiglie con la saga Spy Kids.
Il tutto passando attraverso una trilogia western dal sapore messicano delle sue origini (El Mariachi 1992, Desperado 1995, con Antonio Banderas e Salma Hayek, e C’era una volta in Messico 2003). Una citazione di generi, stili e titoli: il C’era una volta in America di Sergio Leone. Quanto basta per fargli guadagnare un posto, non disdegnato, nel panorama dei B-Movie. Che a volte diventano cult. E che altre sembrano dire di non prendersi troppo sul serio.
Hypnotic, il cast
Protagonista femminile è Diana Cruz, che ha il volto di Alice Braga. Presentata come una specie di sensitiva, con tanto di negozio di tarocchi tutto vetrine e insegne neon rosse. J.D. Pardo, Eric di The Contractor, è Nicks, il collega di Rourke. È lui che guida l’auto che li porta sul teatro di azione di una rapina ad una banca di Austin. E che sembra occuparsi di lui, al rientro in servizio dopo un fatto privato che lo ha colpito.
Parte da questo strano triangolo l’azione del film. Preceduta da una seduta con una terapista occupazionale, una psicologa, che Denny deve affrontare per ritornare in strada. Ma in questa storia niente è come sembra. E la vicenda, di qui a poco, vedrà entrare in scena Dellrayne (William Fichtner), un enigmatico ed inquietante personaggio. Jeremiah (Jackie Earle Haley, candidato all’Oscar 2007 per Little Children), ex-collega e mentore di Diana, che ora vive in Messico. E River (Dayo Okeniyi), un esperto informatico che vive in una sorta di bunker sotterraneo ma ipertecnologico.
Hypnotic, la trama
Quattro anni prima la figlia Minni era una bambina di 7 anni (interpretata dalla piccola Ionie Olivia Nieves). Lei e Denny sono in un parco pieno di gente, a pochi metri di distanza uno dall’altra. Lui gira la testa per pochi secondi e lei scompare. Viene arrestato un ragazzo, ma lui dice di non ricordare nulla. E della piccola non si sa più niente. Queste le immagini rievocate nello studio della terapista. Che lo richiama alla realtà battendo la penna sul blocco. O sottoponendolo ad una seduta di EMDR. O forse facendo cosa?
Per ora quello che sappiamo è che è arrivato il momento di rientrare in servizio attivo. Prima destinazione, la sorveglianza di una banca. Dove qualcuno tenterà di rubare la cassetta Nr 23. A segnalarlo una telefonata anonima di una donna. Giunti sul posto, la squadra, chiusa in un camioncino, monitora la strada. Con telecamere e microfoni ambientali possono seguire scene e discorsi. Fin quando una donna inizia a camminare come in trance e a spogliarsi, provocando un incidente stradale.
L’inizio di una avventura “ipnotica”
Nella banca, Denny ha preceduto tutti, e ha aperto la cassetta. Dentro una foto di sua figlia con la scritta “Trova Lev Dellrayne”. Questo mentre due guardie giurate sparano contro di lui e una cassiera prova a fuggire su un furgone portavalori. Alla fine si scontrerà con le auto dell’incidente e salterà in aria. Sembrerebbero tre talpe. Ma non è così, e noi sappiamo perché.
Sulla scena un enigmatico personaggio ha parlato con una donna sulla panchina, poi si è avvicinato alle guardie. E nella banca si è diretto ad uno sportello. Le frasi che pronuncia sembrano un codice. Però non si tratta di conversazioni tra complici. Lui li sta ipnotizzando. Anche se Denny non ha ancora capito, d’istinto lo segue, e lo trova sopra il tetto di un palazzo. Ma dopo aver coinvolto altri due poliziotti, che si sparano a vicenda, Dellrayne si lancia nel vuoto e sparisce.
Hypnotic, alla ricerca della verità
Rimasto con quella foto tra le mani, Denny non può che chiedersi che cosa c’entri sua figlia, e forse anche lui. E chi sia Dellrayne. Unica traccia, la telefonata alla centrale. Nicks gli rivela che è partita da un negozio di tarocchi. È lì che trova Diana. Che, dopo un’altra scena ai limiti del surreale, andrà via con lui. E in una vecchia cella adibita a magazzino gli rivela qualcosa che darà un senso a quella strana giornata. Esistono persone in grado di controllare la mente degli altri, plasmando non solo gli impulsi ma la stessa realtà di cui si può essere convinti.
Sono gli ipnotici. Lei era stata selezionata ai tempi dell’università per le sue capacità in un’iniziativa segreta governativa, chiamata la Divisione. Gli scopi? Sia di difesa sia di offesa. L’ipnotico più potente era proprio Dellrayne, l’uomo della banca. Che aveva disertato per sfruttare quel potere a suo unico vantaggio. Da allora Diana era fuggita, tentando di nascondersi tra le maglie del sistema.
Un’avventura on the road per i due protagonisti
Dellrayne chiama in centrale e programma Nicks come una macchina per uccidere il collega e la donna. Sarà però lui a finire a terra, con una pallottola in fronte. Per Denny e Diana, accusati di omicidio di un poliziotto, non resta che la fuga. Che li porterà fino in Messico, a casa di Jeremiah. E un altro tassello viene rivelato. Un progetto della Divisione chiamato “Domino” che coinvolge un ipnotico ancora più potente. A cui starebbero dando la caccia in molti.
Non c’è tempo di riflettere sulle nuove rivelazioni, perché Dellrayne, che li ha seguiti, scatena contro di loro, in strada, la folla. È in questo scontro che Denny scoprirà di avere anche lui dei poteri mentali. Riusciti a fuggire di nuovo, è tempo di andare a trovare River, l’esperto informatico amico di Diana. Nel bunker sotterraneo, tra ricerche fatte al computer su database segreti e planetari, ancora una scoperta. Che la Divisione sia in grado applicare sugli ipnotizzati una sorta di reset.
Hypnotic, niente è come sembra
Dopo tutto quello che è accaduto, in quello strano spazio rarefatto e fuori dal mondo, è ormai inevitabile che Denny e Diana si avvicinino. Ma ormai tutti gli eventi e le cose scoperte stanno lavorando nella mente del detective. Che inizia a farsi domande. O forse a ricordare qualcosa? Nel silenzio di quella che dovrebbe essere la notte, mentre gli altri due dormono, è la volta per lui di accedere al database. E quello che scopre ha dell’incredibile.
Ma ora non è il caso di spoilerare oltre. Vi basti sapere che fino a questo momento la tensione nel film è rimasta alta. Come quella respirata nelle prime scene davanti alla banca. Come procederà la storia? E chi saranno davvero le persone di cui Denny si potrà davvero fidare? Che ne sarà della figlia scomparsa Dominique, detta Minni? Non vi resta che scoprirlo.
Conclusioni
Hypnotic ha un ritmo caratterizzato da plot continui, primi piani convincenti e adatti al racconto. Dialoghi veloci si alternano a racconti e rivelazioni che a volte possono anche sfociare in spiegoni… Di cui sempre più dicono di essere stufi, salvo poi aspettarli tutta la settimana fino al venerdì su Propaganda Live. Perché a volte le serie e i film danno per scontato un messaggio che probabilmente è stereotipato e da mindset che va per la maggiore.
Il film ha una fotografia tradizionale e poca indulgenza con la CGI. Quella che c’è fa il suo lavoro. E ha una colonna sonora che si adatta e impreziosisce tutte le scene. L’ha realizzata Rebel Rodriguez, il figlio del regista, e la sintonia tra i due si respira ad ogni nota. Emerge, inoltre, quanto detto in precedenza: un progetto tanto caro e rimandato da anni. Che un po’ di quegli anni li accusa tutti, salvo poi poter pensare che non è per forza necessario stupire il pubblico e puntare alla modernità a tutti i costi.
Ed è questo che alla fine rimane dopo aver visto Hypnotic. Un senso di amore, umanità e anche malinconia. Molto più vicina al Rodriguez del film Alita (2019). Riflessioni e sentimenti che il regista di Austin mette nei suoi personaggi, Denny e Diana, riuscendo a dosare racconto e inquadrature. Dove a parlare sono gli occhi e le espressioni degli attori. Fino ad un finale con tanto di easter-eggs da potenziale sequel. Che per uno abituato a saghe e trilogie non si può a priori escludere.