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Un ponte per Terabithia: una storia di formazione tra fantasy e dramma

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Nel 2007 esce al cinema Un ponte per Terabithia, film d’avventura a metà tra il drammatico e il fantasy, diretto da Gábor Csupó, regista ungherese ricordato anche per Moonacre – I segreti dell’ultima luna del 2009.

Il film vede un cast prevalentemente giovanile tra cui Josh Hutcherson, attore noto per Hunger Games, Viaggio al centro della terra (e già impegnato nel prossimo horror di Emma Tammi Five Nights At Freddy’s) e AnnaSophia Robb, entrambi nei ruoli dei due protagonisti.

Compaiono anche Bailee Madison, Zooey Deschanel, Robert Patrick in veste di personaggi secondari.

Tratto dall’omonimo romanzo del 1976 di Katherine Paterson, Un ponte per Terabithia, si propone di stare al passo con i fantasy del periodo, come Le cronache di Narnia – Il leone, la strega e l’armadio, in particolare a livello di effetti speciali, che però compariranno poco all’interno del film.

Prodotto dalla Walden Media e presentato al Giffoni Film Festival del 2007 Un ponte per Terabithia ha riscosso molto successo tra il pubblico giovanile.

Un ponte per Terabithia

Un ponte per Terabithia: la trama

Jess Aarons (Josh Hutcherson) è un dodicenne con la passione per la corsa e per l’arte.

La sua famiglia ha delle difficoltà economiche e trascura così i bisogni affettivi del figlio: Jess infatti non crede in sé stesso e di conseguenze fa fatica a stringere rapporti di amicizia.

La sua vita cambia quando arriva una nuova studentessa nella sua classe, Leslie Burke (AnnaSophia Robb), una ragazza piena di fantasia e con la passione per la scrittura. I due scoprono di essere vicini di casa e diventano amici.

Un giorno Jess e Leslie, saltando un fiume con una corda, raggiungono un bosco, e con una buona dose di fantasia lo trasformano in un regno magico popolato da creature meravigliose: lo chiameranno proprio “Terabithia”.

Terabithia diventerà il “loro posto”, la via di fuga da una realtà che non sopportano più.

Un ponte per Terabithia

Un ponte per Terabithia: la recensione

Innanzitutto in Un ponte per Terabithia il “ponte” è un simbolo importante: la corda che permette ai due protagonisti di raggiungere il regno magico rappresenta quel passaggio dal mondo reale al mondo ideale. La porta per un viaggio attraverso le emozioni, la crescita e l’amicizia.

Ed è proprio l’amicizia uno dei temi cardine del film, esplorata qui in senso profondissimo perché vista come occasione per gli adolescenti di rafforzare la loro autostima e di realizzare i loro sogni.

Questa storia è quindi un vero e proprio racconto di formazione utile a tanti ragazzi che come Jess e Leslie non riescono a dare spazio alla loro immaginazione, in un mondo di adulti che non scorge la bellezza della loro sensibilità.

Un ponte per Terabithia

Un brusco ritorno alla realtà

L’immaginario magico che i due giovani creano con la loro fantasia ad un certo punto ricade nella triste realtà, perché la fantasia è pur sempre una finzione.

Un ponte per Terabithia, oltre a ricordarci l’importanza dell’immaginazione e del gioco in gioventù, ci fa presente che è essenziale affrontare anche la paura e il dolore.

L’autrice del romanzo infatti decide di scrivere questa storia proprio per dare un senso alla tragedia accaduta all’amica di suo figlio, venuta a mancare dopo un incidente, proprio come Leslie nel film, morta annegata a causa dello spezzarsi della corda, il “passaggio” al mondo magico.

Il film affronta quindi in modo sincero il tema del lutto, dimostrando come esso sia parte integrante della vita: la vicinanza delle persone più care diventa poi l’unica speranza di superare la perdita dando un senso a quest’ultima.

Questo è il messaggio più forte di questo semplice ma intenso film cioè l’importanza di riuscire a guardare oltre le difficoltà, avendo il coraggio di attraversare tutti quei “ponti” pericolanti.

Fantasy si, ma non troppo

Ora analizziamo formalmente Un ponte per Terabithia: si può dire esso non sia propriamente un film fantasy. Lo è solo in parte, dal momento che, fin dal romanzo, il magico regno rimane sullo sfondo circostante e risulta accessibile solo ai due amici.

La versione filmica diretta da Csupó apre una porta al mondo incantato di Terabithia ma senza cadere mai nell’esagerazione.

All’interno del film vediamo dunque molte creature magiche, volanti e terrestri, molto simili a quelle de Le Cronache di Narnia, ma la loro presenza è sempre misurata all’interno di una storia pregna comunque di forte realismo.

Un punto di forza del film è dunque l’equilibrio tra la messa in scena della realtà e quella della fantasia, il che porta lo spettatore a credere a ciò che vede senza che quella dose di fantasy all’interno dell’opera gli risulti stucchevole.

Un ponte per Terabithia non è un film per ragazzi, ma è un’opera che racconta un’età di passaggio, quella adolescenziale, è quindi un film sui ragazzi.

Un ponte per Terabithia: le conclusioni

Il film quindi è un piacevole prodotto di intrattenimento che offre riflessioni importanti su alcuni temi educativi senza cadere in estremismi didascalici o in pedante retorica.

Jess e Leslie sono i rappresentanti di un mondo giovanile particolarmente fragile, che ha una difficile relazione con i coetanei, e che trova nella letteratura e nel disegno un rifugio.

In Un ponte per Terabithia l’arte simboleggia il mezzo per conoscere la realtà e sé stessi, l’unica via per esprimere le proprie emozioni dando respiro alla propria immaginazione.

Su questo fronte la trasposizione cinematografica sembra essere più efficace della versione romanzesca: per esempio i disegni di Jess e il tema scritto da Leslie sulle immersioni subacquee, insieme alle scene nel bosco magico, sono un vero e proprio omaggio alla fantasia.

In un mondo in cui la magia sembra essere ormai scomparsa e sostituita dalla tecnologia e da uno sviluppo cittadino che uccide i grandi spazi incontaminati, il bosco magico e le creature fatate che lo abitano sembrano essere necessari ai giovani di oggi.

Un ponte per Terabithia risulta infine interessante per come affronta il primo contatto con la morte e la conseguente elaborazione del lutto da parte di un adolescente. Un passaggio delicato, quest’ultimo, e messo in scena con molta veridicità.

Insomma, con una colonna sonora perfetta, il regista riesce nell’impresa di non cadere nel patetico, preparando un film con un finale molto riuscito e certamente commovente.

PANORAMICA

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Un ponte per Terabithia, tra dramma e fantasy, ci regala una storia emozionante, di amicizia e di crescita. Il racconto di formazione dei due protagonisti appassiona il pubblico giovane e adulto.
Silvia Lopes
Silvia Lopes
La mia più grande passione è il cinema, fonte di vita e di crescita continua. Mi piace il cinema d’autore e quello di genere, amo i thriller ma non mi dispiacciono i film storici o drammatici. I miei grandi nomi sono Tarantino, Scorsese, Allen, Spielberg.

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