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Il passato, la recensione

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Presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2013, Il passato è un intenso dramma familiare diretto dal celebre regista iraniano Asghar Farhadi, autore di Una separazione (2011) e Il cliente (2016), entrambi vincitori del premio Oscar al Miglior Film Straniero.

Il film vanta la presenza di un cast internazionale e di notevole rilevanza in cui spicca l’attrice Bèrènice Bejo, che con quest’interpretazione vince il prestigioso Prix d’interprétation féminine più che meritato; tra gli interpreti figurano anche Tahar Rahim, Sabrina Ouazani, Babak Karimi, Valeria Cavalli, Ali Mosaffa, Pauline Burlet, Elves Aguis, Jeanne Jestin. La pellicola è disponibile in streaming su MUBI.

Il passato – La trama

Ahmad torna a Parigi dopo quattro anni per firmare le carte del divorzio e tagliare definitivamente i rapporti con la sua ex moglie, Marie, che intanto vuole rifarsi una vita con Samir. Durante il suo soggiorno Ahmad viene però sempre più coinvolto nelle complesse dinamiche della nuova famiglia di Marie. Il suo nuovo compagno infatti è già sposato con una donna che tuttavia è finita in coma in seguito ad un maldestro tentativo di suicidio. A questa situazione già di per sé poco gratificante, si aggiunge il fatto che la figlia di primo letto di Marie, Lucie, è convinta che la moglie di Samir abbia tentato di uccidersi dopo aver scoperto la relazione clandestina tra i due e proprio in virtù di questa considerazione cerca in tutti i modi di ostacolare il matrimonio di sua madre. Su tutti loro incombe un passato di segreti, anche su lo stesso Ahmad.

Il passato

L’indagine sui sentimenti in rapporto al passato

Farhadi si cimenta nuovamente, così come già nel suo capolavoro Una separazione, con cui vince l’Oscar al Miglior Film Straniero nel 2012, in un racconto intimo e personale che intende scavare nel profondo dei suoi personaggi per far emergere contraddizioni e incoerenze dell’animo umano ed esplorare i sentimenti, le fragilità, le ferite procurate dal passato. Il regista ci guida in questa articolata struttura familiare, con il suo significativo capitale umano ed emotivo, e ci rivela scena dopo scena qualche verità in più sui rapporti tra i vari personaggi per poi rimettere nuovamente tutto in discussione inducendo in questo modo lo spettatore a porsi continuamente domande. Il procedimento narrativo si carica quindi di una forte tensione e di continui colpi di scena grazie ai quali il regista riesce a mantenere sempre alta l’attenzione del suo pubblico e a dare alla pellicola un ritmo sostenuto.

Il passato

Il passato, un legame difficile da spezzare 

I primi interrogativi riguardano il rapporto tra Ahmad e Marie e i motivi che hanno determinato la loro separazione quattro anni prima e la partenza di lui alla volta di Teheran. Entrambi sembrano essere intenzionati ad andare avanti, a voltare pagina, eppure per nessuno dei due risulta facile lasciarsi il passato alle spalle e allora si ritorna a discutere delle vecchie questioni, a incolparsi a vicenda, ad accusare l’altro della fine della storia. Così proprio mentre si tenta di rivolgersi al futuro, cercando nuove vie da percorrere e sforzandosi di interrompere i vecchi legami, si rimane inconsapevolmente intrappolati nel labirinto dei ricordi dal quale difficilmente può uscire chi non ha fatto a suo tempo i conti con se stesso e colmato i vuoti interiori. Che cosa provano ancora l’uno per l’altro? E perché Ahmad è partito per l’Iran? Cosa nasconde invece Samir e cos’è successo veramente a sua moglie?

Una regia funzionale alla trama

Farhadi interroga i suoi personaggi, li osserva agire, indaga i loro comportamenti, il suo intento tuttavia non è quello di offrire risposte o plausibili soluzioni, quanto invece di descrivere una situazione e rappresentare il dramma quotidiano di chi si confronta con il proprio passato rischiando di non riuscire a liberarsene. Il punto di forza della pellicola risiede nella brillante sceneggiatura firmata dallo stesso regista che si avvale di dialoghi serrati e intelligenti per far emergere la complessa personalità dei suoi personaggi. La regia è essenziale e pulita, si serve soprattutto di inquadrature di interni (gran parte del film è girato nell’appartamento di Marie) e raramente si apre ad un’ambientazione di più ampio respiro. Il risultato è una pellicola ben concepita sia sotto il profilo della scrittura che dal punto di vista estetico e in cui si evidenzia una particolare cura ad ogni minimo dettaglio.

Il passato

Il passato, in conclusione

In definitiva Il passato è un racconto intenso, delicato e caratterizzato da toni malinconici, in cui il dramma familiare diventa il pretesto per riflettere sui comportamenti degli uomini colti nella loro incessante ricerca di soluzioni per liberarsi da vecchi legami e tendere verso il futuro. Nell’indagine operata da Farhadi emerge la consapevolezza che il passato non esiste in quanto realtà oggettiva, immutabile ed estranea da noi, ma come frutto di un’interpretazione individuale soggetta continuamente a modifiche e alterazioni e per questo in grado di condizionare fortemente le nostre scelte future e non sempre in senso positivo. La sensibilità del regista nel cogliere questa verità si concilia con la sua capacità di scavare a fondo nei suoi personaggi evidenziandone contraddizioni e incoerenze, senza però mai offrire certezze ma dando allo spettatore interessanti spunti di riflessione.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Ne Il passato Farhadi attraverso le complesse dinamiche di una famiglia disfunzionale esplora i sentimenti, le fragilità, le contraddizioni dell'animo umano interrogandosi su quali siano le soluzioni possibili per confrontarsi con il proprio passato senza rischiare di rimanere intrappolati dai ricordi
Alessia Pennino
Alessia Pennino
Il cinema ha sempre rappresentato per me il rifugio perfetto dalle vicissitudini quotidiane, un porto sicuro dalla realtà, ma anche la dimensione ideale in cui sogni e desideri prendono forma. Ho sempre coltivato un interesse profondo per quest'espressione artistica, immaginandomi un giorno di scrivere recensioni per poter esprimere il mio punto di vista.

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