Cuori è un medical drama italiano del 2021 andato in onda su Rai1, e reso disponibile su Raiplay, diretto da Riccardo Donna. Attualmente è possibile vederne le puntate anche sulla piattaforma di Netflix. A rivestire i ruoli dei protagonisti ci sono Pilar Fogliati (Follemente), Matteo Martari (Maschi Veri) e Daniele Pecci (Orgoglio).
Una seconda stagione è attualmente a disposizione e, durante un’intervista, Pilar ha dato conferma di una terza, le cui riprese sono iniziate a gennaio 2025. In questo articolo verrà recensita la prima stagione di Cuori.
Cuori – Trama
Torino, inizio anni ’60. Delia (Pilar Fogliati) è una giovane e brillante cardiologa, vincitrice di una borsa di studio che le da la possibilità di specializzarsi a Houston, negli Stati Uniti. Alberto (Matteo Martari), giovane cardiochirurgo di grande talento e fidanzato della ragazza, chiede a Delia di sposarlo, promettendole di seguirla in America. La ragazza, innamorata più che mai, accetta con felicità.
Torino, 1967. All’interno dell’ospedale Le Molinette, l’equipe di cardiochirurghi sta lavorando per riuscire ad effettuare il primo trapianto di cuore al mondo, oltre che al progetto del cuore artificiale e della macchina cuore-polmone. Qui opera anche Alberto, che è il pupillo del primario, Cesare Corvara (Daniele Pecci) il quale, dopo un viaggio in America di cinque mesi, torna in Italia con un nuovo chirurgo da inserire nella sua squadra (nonché nella sua vita). Si tratta infatti di Delia, che ora è sposata con Cesare.
Tra Alberto e Delia c’è dell’irrisolto e del rammarico, e decidono di presentarsi, fingendo di non conoscersi. Ritrovandosi a stretto contatto tra i vari casi medici, e il progetto sul cuore artificiale, i due capiranno che, forse, la loro storia non è ancora del tutto finita.
Cuori – Recensione
La serie Cuori non si ispira a una storia specifica vera, ma a un periodo storico, ovvero quello d’oro della medicina italiana. Nello specifico, si riferisce al primo reparto dedicato alla cardiochirurgia che all’ospedale Le Molinette di Torino, tra gli anni ’50 e gli anni ’60, fu all’avanguardia nel mondo. I personaggi qui raccontati si ispirano quindi a delle vere leggende, che hanno contribuito a cambiare la storia della sanità italiana. Si può dire che, fino agli anni cinquanta, la disciplina della cardiochirurgia era pressoché agli albori, se non sconosciuta, nel nostro paese. Angelo Actis Dato, con Achille Mario Dogliotti a capo dell’equipe, furono dei pionieri in questo senso. Ed è proprio a loro che fanno riferimento i personaggi di Cesare e Alberto, interpretati rispettivamente da Daniele Pecci e Matteo Martari.
Lo stesso figlio di Angelo, Guglielmo Actis Dato, anch’egli cardiochirurgo, ha partecipato sul set come consulente. Una cosa della quale bisogna rendere merito a questa serie, è sicuramente la ricostruzione dettagliata delle apparecchiature dell’epoca, oltre che degli spazi. A livello di scenografia è stato fatto un ottimo accurato lavoro. Vedendo la prima stagione di Cuori, la cui trama si snoda in 16 puntate da 50 minuti, la sensazione è proprio quella di fare un salto indietro nel tempo.
Ogni episodio inizia con un flashback, che ha un diverso formato rispetto all’intera puntata (4:3 e 16:9), il quale ha il compito di spiegare al pubblico come si è arrivati alla situazione attuale. I flashback quindi servono a spiegare i non detti e i sospesi tra i personaggi. La trama è intrigante, seppur nulla di eclatante o particolarmente originale, ma soprattutto è raccontata bene dai loro interpreti. Anche se, c’è da dire che un buco nella trama parrebbe esserci. Non si spiega come, nonostante Cesare abbia cresciuto Alberto, essendo rimasto senza padre da adolescente, e avendolo preso sotto la propria ala, non sia a conoscenza della relazione fra il figlioccio e Delia, la donna che avrebbe voluto sposare.
Probabilmente questo aspetto mancante della vicenda verrà spiegato nella seconda stagione (si spera).
Il cast – Tra conferme e nuove scoperte
È innegabile che un punto forte di Cuori sia il cast. Fresco, divertente, ogni attore e attrice è stato associato con mira al proprio personaggio. E questo sia per quel che riguarda i ruoli principali che secondari. Pilar Fogliati si rivela essere una conferma nel panorama del cinema e della televisione italiana. Mai eccessiva, si cala perfettamente nel proprio ruolo, quello di una donna che deve farsi strada non solo in un ambiente prettamente maschile (quello della medicina), ma in un contesto di per sé nuovo e in cambiamento (quello della cardiochirurgia). A metà fra seguire il proprio cuore e il mantenere una promessa fatta davanti a Dio, quella del matrimonio (siamo comunque negli anni ’60).
Matteo Martari è invece una bella scoperta. Anche il suo personaggio, Alberto, si ritrova a vivere un conflitto non da poco. Delia è la sua innamorata di sempre, la donna che avrebbe voluto sposare. Cesare è come un padre per lui, oltre che il suo capo e l’uomo con il quale sta tentando di fare la storia della medicina con il primo trapianto di cuore. Un conflitto non facile da rappresentare e che può portare il proprio interprete a scivolare in una esagerazione mimica o interpretativa. Pericolo che non corre Martari, che rimane sempre molto naturale.
Da portare all’attenzione è anche l’interpretazione di Marco Bonini, con il ruolo dell’anestesista Ferruccio Bonomo. Bonini è divertente, con ottimi tempi comici, sia a livello mimico che vocale.
Per quel che riguarda uno dei personaggi principali, ovvero Cesare Corvara, c’è da dire che, per quanto sia evidente la bravura di Daniele Pecci, la sua recitazione si rivela essere più efficace in un contesto teatrale, in quanto di fronte alla macchina da presa, delle volte, la veemenze messa nel battute o nelle reazioni rischia di apparire esagerata, ma sicuramente perfetta se eseguita di fronte a una platea teatrale, dove si deve arrivare anche alle persone sedute nell’ultima fila. Non per niente Pecci vince, nel 2020 per la sua interpretazione in Un tram che si chiama desiderio, il Premio Flaiano sezione teatro.