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Compagni di Scuola di Carlo Verdone

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Compagni di Scuola è tante cose insieme. Un calderone all’interno del quale convivono diversi generi, diverse epoche storiche e soprattutto diverse figure antropologiche. Se si volesse trovare un tag, una parola che descriva questa primizia cinematografica nata dall’estro di Carlo Verdone verrebbe in mente l’aggettivo “evocativo“.

Da un punto di vista emotivo, in particolare, Compagni di Scuola è capace di evocare in tutti coloro che guardano un sentimento associativo nei confronti dei vari attori in gioco. Banalmente, c’è chi si riconosce in un ex studente, chi un altro.

A detta di tanti questo sarebbe il miglior film di Carlo Verdone. Regista amato ma anche poco valorizzato criticamente, il buon Carlo ha dato prova (nell’ormai lontano 1988) di saper leggere la società come pochi. Da qui sorge proprio la caratteristica principale dell’opera: ogni sostrato sociale ottiene una rappresentazione fedele e veritiera della sua propria essenza.

Carlo Verdone stesso ha a più riprese ammesso di essere ormai lontano da quella forma contenutistica propria di Compagni di Scuola. Le sceneggiature originali sono in crisi e nonostante la sua capacità di leggere la società, l’artista romano sta facendo fatica a sviluppare le sue prossime fatiche.

Netflix a quanto pare ci ha visto lungo, acquistando i diritti per trasmettere su web questo capolavoro (sì, a modo suo, di capolavoro si tratta). Compagnia di Scuola parla alla gente, né esamina il passato e prova a prevederne il futuro. Un film che si può intendere come senza tempo.

Compagni di Scuola

Compagni di Scuola – Andata e Ritorno

In Compagni di Scuola i protagonisti vivono un prima e un dopo. Nella loro vita c’è un prima e un dopo il liceo e anche nell’agrodolce reunion gli stessi mutano le proprie sensazioni, passando inizialmente da un’enigmatica euforia a una ben più vivida disillusione.

Verdone già nella scena iniziale da il la per far capire allo spettatore a cosa andrà incontro. Emblematico l’arrivo dei primi due ospiti a Villa Scialoja. L’intraprendente e strafottente Finocchiaro sulla sua Porsche e il povero Fabbris su un’utilitaria qualunque.

Il primo, a causa della sua irruenza, sfonda la coppa dell’olio passando sopra a un radicione di pino che il secondo invece, aggira cautamente.

Nel primo dialogo (storico e simbolico) si percepisce già come la vita abbia riservato ai due un destino differente. Compagni di Scuola lancia un monito importante. La rimpatriata sarà a tinte chiaroscure.

Cominciano mano a mano ad arrivare gli altri “ragazzi”. Tra scherzi di cattivo gusto e misteri ingannevoli, tutti al rientro a casa perderanno qualcosa di molto prezioso: la dignità.

Proprio in questo senso si gioca la trasformazione delle figure convolte. La rimpatriata fungerà da sveglia o da definitivo detonatore per insoddisfazioni, malumori e flebili speranze in un futuro migliore.

Compagni di Scuola

Inutile poi dire che Verdone in Compagni di Scuola ha colto il segno di cosa voglia dire crescere e maturare. Se prima la vita era chiusa in una bolla (quella dell’adolescenza) quindici anni dopo la fantomatica maturità, le esperienze personali hanno assunto dimensioni e portate differenti.

Non più relegata a libri o ordinarie cottarelle, l’esistenza ha cambiato pelle per passare dall’idillio alla realtà. Dall’idealismo si passa dunque al pragmatismo, contaminato tuttavia dall’insoddisfazione.

Insoddisfazione che sembra essere il villain di un film che nemici non dovrebbe averne (si tratta di un incontro tra ex compagni di liceo!). Eppure l’innocua cena, riscuoterà tutt’altro che successo. Farà finalmente riemergere dall’acqua questa schiera di adulti che annaspa e sta annegando sempre di più.

Compagni di Scuola

Il miglior film di un autore sottovalutato

Quando si dice che Verdone sia un autore, lo si fa perché di autorialità in questo film ce n’è molta. Il regista e attore ha saputo dare un suo marchio di fabbrica a una tematica apparentemente leggera elevandola a tragicommedia di grande valore.

Compagni di Scuola ricomprende diversi generi. Dal comico al drammatico, alla storia di stampo italiano fino all’ispirazione colta da un capolavoro americano come Il Grande Freddo. Per capire quanto Verdone ci abbia messo del suo, è bene segnalare che l’idea nacque proprio da un incontro tra lui e De Sica e i loro vecchi compagni di liceo (gli esiti sono stati tra i più tristi in assoluto).

Dalla scelta delle colonne sonore fino alla composizione del cast, Compagni di Scuola è un melting pot di epoche. Dagli anni sessanta, omaggiati con Sugar Sugar degli Archies, fino a epoche più recenti che comprendono anche l’utilizzo maldestro di componenti tecnologiche.

Verdone scelse personalmente alcuni componenti del comparto attoriale. Su tutti, si ricorda Angelo Bernabucci che risultò perfetto nel ruolo di Finocchiaro.

Coatto, verace e irriverente fu scovato durante una consueta visita di Carlo Verdone al suo meccanico di fiducia. Il resto chiaramente è storia.

Compagni di Scuola è un film intergenerazionale, capace di coinvolgere e affrancare tutti da una nostalgia che non ha più senso di esistere. C’è un prima che può sembrarci migliore del dopo, ma lo scorrere del tempo è necessario e chi vive nel passato non potrà avere un futuro.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Compagni di Scuola è un film intergenerazionale che ha fatto scuola. Carlo Verdone è stato capace di accomunare le esperienze di milioni di ex studenti per presentare gli effetti del tempo sulla vita di cui una volta era un liceale spensierato. Conosciuto da molti e esaltato a dovere, il film è una perla splendente nel mare della tragicommedia italiana.
Federico Favale
Federico Favale
Anche da piccolo non andavo mai a letto presto. Troppi film a tenermi sveglio. Più guardavo più dicevo a me stesso: "ok, la vita non è un film ma se non guardassi film non capirei nulla della vita".

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