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Supernova, recensione del film di Harry Macqueen

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“Supernova”, presentato al Festival spagnolo di San Sebastián, è un film britannico del 2020, scritto e diretto da Harry Macqueen (qui al suo secondo lungometraggio come sceneggiatore e regista – il primo è stato l’acclamato “Hinterland” del 2015).

Protagonisti di “Supernova“: il premio Oscar Colin Firth (“Il discorso del re”) e Stanley Tucci (nomination all’Oscar per “Amabili resti”). Da segnalare la bella fotografia di Dick Pope, a lungo collaboratore di Mike Leigh (dieci film insieme). Pope ha ottenuto due nomination agli Academy Award per “L’illusionista” (2006) e per “Turner” (2015).

“Supernova” ricorda “Ella & John” di Paolo Virzì (2017) che narrava di due ottantenni, marito e moglie (interpretati da Helen Mirren e Donald Sutherland) in viaggio lungo gli Stati Uniti a bordo di un vecchio camper. Una fuga salvifica, per sfuggire allo strazio e riagguantare il passato. Dato che John, è affetto da demenza. La stessa malattia che colpisce il Tusker di “Supernova”.

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Supernova
Supernova

Supernova, romanticismo e dramma

Colin Firth e Stanley Tucci sono amici di lunga data nella vita reale. La loro complicità è palpabile; un valore aggiunto per “Supernova”. Servivano assolutamente due attori che avessero un certo feeling, una confidenza. “Supernova” parla, appunto, di due innamorati (due lui) cui tocca affrontare il dolore lacerante della perdita e della malattia. La forza della pellicola risiede soprattutto nella recitazione: gli sguardi, i silenzi, gli occhi pieni di lacrime (i toccanti primi piani di Colin Firth, per l’occasione con barba e abbigliamento casual da viaggiatore incallito) restano addosso. È un film minimale. Ricco di sentimento. I dialoghi ben scritti. Teatrali in alcune scene.

Bisogna ammettere che la sfida di Harry Macqueen non era facile. È complesso rappresentare la sofferenza, il terrore della malattia in maniera efficace. Senza precipitare nei luoghi comuni. Cercando di arrivare nella maniera giusta al cuore di chi guarda. Macqueen ha lavorato di sottrazione. Dando spazio al non detto nei momenti clou e affidandosi alla buona chimica che c’è tra i due interpreti.

Di cosa parla “Supernova”? Di Tusker e Sam. Tusker è uno scrittore. Un uomo brillante. Conversazione piacevole. Ironico. Appassionato di astronomia. È solito osservare il cielo con il telescopio (ecco spiegato il titolo supernova, stella che esplode). Un’anima sensibile dotata, nei momenti giusti, di ironia tagliente. Sam, invece, è un pianista di musica classica. Fragile. Passionale. Premuroso. Sono uomini sulla sessantina e la loro relazione sentimentale va avanti lieta, senza scossoni da vent’anni. Si adorano. Uno roccia per l’altro. Un giorno però a Tusker viene diagnosticata una forma di demenza precoce. Una tragedia per Sam che non sopporta l’idea di restare da solo. E per Tusker, anche. Che vede la vita scivolargli fra le dita. Tusker sta per perdere il controllo di se stesso e vuole evitarlo ad ogni costo. Decide allora di andarsene in tempo. Prima che ogni cosa crolli. Che il passato si frantumi in mille pezzi e svanisca per sempre. Segretamente, senza dire nulla al compagno, medita di ricorrere all’eutanasia.

Supernova, conclusioni

Non c’è dubbio: la storia è potente (infatti si tratta di un soggetto più volte rappresentato al cinema e nella letteratura). Non si dimentica. Il racconto è intimo. Ma non del tutto completo. Avrebbe giovato di più all’opera un’estensione ampia: così da esplorare nel dettaglio, in profondità, le fasi della malattia di Tusker. Come accade in The Father” (Anthony Hopkins premiato con l’Oscar), che descrive il travaglio di un uomo colpito dal morbo di Alzheimer. O in “Iris” biopic sulla scrittrice Iris Murdoch. “Supernova” invece sembra mettere troppa carne al fuoco: un’unione indissolubile, l’addio ai propri cari, una malattia devastante incipiente, la scelta di farla finita per non soffrire (e non appesantire il partner), la ferma volontà del protagonista di ricorrere all’eutanasia. Temi notevoli che avrebbero meritato una maggiore analisi. Infine il viaggio: un road movie a metà (pochissime le tappe). Dunque: un buon film che, per certi versi, appare incompiuto.

PANORAMICA

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Inghilterra. Sam e Tusker sono due intellettuali. Il primo pianista. L'altro scrittore. Il loro amore è solido e stanno insieme da lungo tempo. Tusker però scopre di essere malato di demenza precoce. Così i due partono a bordo di un camper per salutare gli affetti più cari e rivedere alcuni luoghi simbolo del loro primo incontro. Un viaggio in cui l'incedere della malattia creerà delle fratture laceranti. Soprattutto perché Tusker intende ricorrere all'eutanasia.
Micol Graziano
Micol Graziano
Amo il cinema e i pop-corn.

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Inghilterra. Sam e Tusker sono due intellettuali. Il primo pianista. L'altro scrittore. Il loro amore è solido e stanno insieme da lungo tempo. Tusker però scopre di essere malato di demenza precoce. Così i due partono a bordo di un camper per salutare gli affetti più cari e rivedere alcuni luoghi simbolo del loro primo incontro. Un viaggio in cui l'incedere della malattia creerà delle fratture laceranti. Soprattutto perché Tusker intende ricorrere all'eutanasia. Supernova, recensione del film di Harry Macqueen