HomeAzioneSenza rimorso: la recensione del nuovo film di Stefano Sollima

Senza rimorso: la recensione del nuovo film di Stefano Sollima

-

Senza rimorso il nuovo film di Stefano Sollima su Amazon Prime Video tratto dal romanzo di Tom Clancy

Dopo aver saltato la sala a causa della pandemia, il nuovo film di Stefano Sollima, Senza rimorso, è uscito su Amazon Prime Video lo scorso 30 aprile. Si tratta del quarto lungometraggio del regista romano, nonché della sua seconda produzione statunitense. Questo film, tratto da un romanzo di Tom Clancy – enunciato già nel titolo ufficale del film, Tom Clancy’s Without Remorse – è la conferma di come Sollima abbia saputo integrare il proprio stile con le dinamiche produttive d’oltreoceano. Non è una novità per chi l’ha seguito dal suo primo lungometraggio, ACAB – All Cops Are Bastards (2012), in cui già emergeva un’attitudine notevole, non così comune nel cinema italiano degli ultimi anni, nel dirigere scene d’azione complesse. Gli Stati Uniti l’hanno scelto già una volta, per dirigere Soldado (2018), ma in questa sua seconda esperienza internazionale, Sollima sembra essersi ambientato ancora di più in un contesto molto diverso da quello delle sue origini.

Senza rimorso: la recensione del nuovo film di Stefano Sollima

Senza rimorso: la trama e la recensione del film di Stefano Sollima

Il film ha per protagonista John Kelly, agente della CIA interpretato da Michael B. Jordan, il quale si ritrova coinvolto in un complotto internazionale. La storia è semplice e certamente non è niente di originale rispetto a tanti altri racconti di questo genere che abbiamo visto sullo schermo. La sceneggiatura, scritta da Taylor Sheridan – che già aveva collaborato con Sollima, in Soldado – si limita a raccontare questa storia senza particolari trovate narrative. Senza rimorso non ha altre ambizioni se non quella di presentare allo spettatore una storia coinvolgente, che possa intrattenere. Lo stesso si può notare nella scrittura dei personaggi: la caratterizzazione affidata a ciascuno di loro è funzionale alla storia, nessuno di loro viene ricordato per un particolare approfondimento. Lo stesso John Kelly, per quanto lo spettatore arrivi ad empatizzare con lui, non lascia il segno di un grande personaggio. Parte della colpa è forse anche di Michael B. Jordan, il quale, mentre nelle scene più drammatiche appare convincente, lo è meno nelle altre.

Quella della scrittura è quindi forse la componente più deludente del film, dal momento che sembra accontentarsi di raccontare nella maniera più semplice una storia a sua volta fin troppo banale. Va però riconosciuto come, nell’esplicitare le motivazioni del villain sul finale del film, la sceneggiatura proponga una riflessione che, oggigiorno, appare più attuale che mai. È evidente però che questo film getti le basi per un eventuale franchise, come testimoniato anche dalla scena presente a metà dei titoli di coda. Infatti, soprattutto sul finale si ha l’impressione di un’opera in divenire, di un film che, pur avendo un arco narrativo con una sua conclusione, avrebbe altro da dire.

- Pubblicità -
Senza rimorso: la recensione del nuovo film di Stefano Sollima

La vera carta vincente di Senza rimorso, è invece il comparto tecnico, a partire ovviamente dalla regia. Sollima gira alcune delle scene più spettacolari della sua filmografia, si dimostra capace sia nelle numerose scene d’azione che in quelle di quiete – l’attenzione resta sempre alta anche nelle ben dirette scene di dialogo. La macchina da presa racconta quanto avviene sullo schermo con uno sguardo asciutto, interessato semplicemente a veicolare una storia nel modo più efficace possibile. I momenti in cui esplode l’azione sono sempre preparati, anche grazie all’utilizzo della colonna sonora, con dei crescendo musicali che si integrano con la regia in una maniera che ricorda in più punti lo stile di Christopher Nolan.

Sollima quindi si rende invisibile, pur senza rinunciare alla propria impronta. Lui è al servizio della storia, una storia che, al contrario delle sue esperienze passate, si allontana da racconti socialmente impegnati o legati ad un’attualità drammatica. Mentre con i suoi due film italiani, nonché con Soldado, raccontava problemi che hanno a che fare con le realtà di cui spesso sentiamo parlare – i contrasti con le forze dell’ordine, la criminalità organizzata o il narcotraffico – qui ha per le mani una storia che non sembra avere legami con la realtà di tutti i giorni. Si potrebbe dire che la storia di Senza rimorso “galleggia” in una dimensione di intrattenimento e spettacolarità che, come già detto, punta ad andare al di là di un singolo film, guardando invece alla saga. Questo non comporta un’involuzione dello stile di Sollima, anzi è la via per dimostrare ancora una volta al pubblico di saper confezionare film di puro intrattenimento e fortemente cinematografici – indice di questo è il fatto che Sollima fosse stato anche scelto per dirigere il film tratto da Call of Duty, progetto mai concretizzatosi.

Tutta questa spettacolarità si perde un po’ sul finale, il momento forse più debole dell’intero film, seppur fondamentale per gettare le basi di un eventuale futuro. Senza rimorso si rivela essere un film tecnicamente ineccepibile, in cui la regia, la fotografia e la colonna sonora salvano una sceneggiatura che, in mani meno capaci, avrebbe dato vita ad una pellicola totalmente anonima.

PANORAMICA

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Il quarto film di Sollima è un'opera che brilla di una regia eccezionale, capace di regalare scene spettacolari e tecnicamente perfette, a fronte di una sceneggiatura anonima che non si sforza mai di essere incisiva.
Redazione
Redazione
La Redazione di MovieMag presente e passata al completo. La Redazione attuale, compresi tutti gli autori che hanno scritto in passato per al rivista.

ULTIMI ARTICOLI

Il quarto film di Sollima è un'opera che brilla di una regia eccezionale, capace di regalare scene spettacolari e tecnicamente perfette, a fronte di una sceneggiatura anonima che non si sforza mai di essere incisiva.Senza rimorso: la recensione del nuovo film di Stefano Sollima