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Mamma, ho perso l’aereo: la recensione della commedia natalizia per eccellenza

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Parliamo di un film uscito al cinema nel 1990, un classico intramontabile della cultura pop, in special modo di quella natalizia: Mamma, ho perso l’aereo, tradotto dall’originale Home Alone, commedia per famiglie per la regia di Chris Columbus.

Il regista (noto per aver diretto i primi due capitoli della saga di Harry Potter e l’amatissima commedia drammatica con Robin Williams, Mrs. Doubtfire) dirige qui un’opera casalinga perfetta da guardare insieme alla famiglia durante le feste invernali.

Fin dal suo primo esordio Mamma, ho perso l’aereo ha registrato un record d’incassi: il film infatti ha conquistato sia adulti che bambini, tanto che tutt’oggi è uno dei film natalizi più amati, anche dalle nuove generazioni.

Mamma, ho perso l'aereo

Mamma, ho perso l’aereo: la trama e il cast

Siamo a Chicago: la numerosa famiglia McCallister si prepara a partire per Parigi dove trascorrerà le vacanze di Natale.

La mattina della fatidica partenza per l’aeroporto, nella confusione generale, i McCallister si dimenticano a casa il più piccolo della famiglia, Kevin, che per quella notte aveva dormito in soffitta.

Ne seguiranno così le lunghe e faticose peripezie della madre per tornare a casa dal figlio, accompagnate dalle gesta comiche dei due ladri Harry e Marv, intenti a derubare la casa dei McCallister che credono essere incustodita.

Il cast del film è memorabile: il piccolo Kevin è interpretato da Macaulay Culkin, la madre Kate è la canadese Catherine O’Hara, il padre Peter è interpretato da John Heard, e infine il duo criminale di Harry e Marv è composto dal grandissimo Joe Pesci e da Daniel Stern.

Mamma, ho perso l'aereo

La recensione

Risulta riduttivo considerare Mamma, ho perso l’aereo solo un film natalizio per bambini: la pellicola riesce infatti a conquistare sia grandi che piccini ogni 25 dicembre dell’anno, con la promessa di riportarci a quell’età fanciullesca dove le preoccupazioni erano di poco conto.

È impossibile restare indifferenti davanti a un cult che offre al pubblico un appuntamento annuale imperdibile con la nostra nostalgia più recondita. Un film che ha ammaliato milioni di spettatori guadagnandosi uno dei primi posti nell’immaginario collettivo e diventando così un simbolo per più di una generazione.

Ma quindi.. perché Mamma, ho perso l’aereo ha avuto così tanto successo? Il film si sviluppa su un sentimento collettivo e universale tramite il protagonista Kevin che incarna l’invito a voler essere responsabili in un mondo dove i grandi decidono per i piccoli.

Ma il film ci dimostra anche che gli stessi adulti sbagliano, che a volte anche loro non riescono a gestire al meglio le loro responsabilità. Tutti noi dunque, immedesimandoci in Kevin, ci confrontiamo con i nostri sogni da bambino e le nostre paure da adulti.

Mamma, ho perso l'aereo

Mamma, ho perso l’aereo: la perdita come crescita

Ma ora focalizziamoci sul desiderio espresso da Kevin la sera prima della partenza per la Francia: arrabbiato con tutta la sua famiglia, il piccolo protagonista si augura ad alta voce di svegliarsi il giorno dopo senza di loro.

Ogni storia di formazione, che qui si fonde con i toni della commedia natalizia, comincia così, dando il via al percorso di crescita del protagonista che diventerà alla fine un ragazzo più responsabile.

Tutti i bambini hanno “odiato” almeno per una volta la loro famiglia, ma Kevin non odia davvero i suoi genitori e i suoi fratelli, solo non sopporta più sentirsi trattato male per la sua tenera età. Ma ogni bambino, così come Kevin, anche se spera di andare presto a vivere da solo, in cuor suo sa anche quanto sarebbe triste perdere la propria famiglia.

Nel corso della prima parte del film il protagonista si comporta proprio come ogni bambino ha sognato di fare almeno una volta nella vita a casa da solo: mangiare cibo spazzatura, saltare sul letto, scivolare dalle scale con la slitta o guardare indisturbato un film per adulti.

Nella seconda parte invece Kevin deve rendersi conto di avere delle responsabilità, il che lo farà crescere: il piccolo bambino deve infatti occuparsi di difendere la sua casa dai due truffatori che intendono derubarla.

Il protagonista, se dapprima convive con il senso di colpa per aver fatto sparire i suoi familiari per magia poi, dopo aver realizzato di essere stato dimenticato a casa, soccombe al triste senso di abbandono.

Le conclusioni

Concludendo, diamo uno sguardo alle interpretazioni degne di nota e ai premi cinematografici ottenuti dalla celebre commedia.

Il giovanissimo attore che interpreta il piccolo Kevin è indubbiamente il fulcro portante dell’intera storia: Culkin è riuscito a delineare il suo personaggio strafottente e vispo, e allo stesso tempo anche dolce, soprattutto nel suo rapporto con la madre.

Al suo fianco, sono da ricordare le interpretazioni di Joe Pesci, in un ruolo comico non frequente nella sua carriera (di solito lo si vede in ruoli gangster) e di Catherine O’Hara, attrice che interpreta la madre Kate.

Mamma, ho perso l’aereo ha vinto anche alcuni premi, tra cui il BMI Film & TV Award come Miglior colonna sonora a John Williams, il British Comedy Awards come Miglior film commedia e il Chicago Film Critics Association Award per la Miglior giovane performance a Macaulay Culkin.

Nel 1992 è uscito il sequel Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York.

Insomma, a distanza di 33 anni, Mamma ho perso l’aereo è ormai un fenomeno cult, la commedia natalizia per eccellenza amata in tutto il mondo e che forse non smetterà mai di divertirci e emozionarci.

PANORAMICA

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Mamma, ho perso l'aereo, la commedia natalizia più famosa di sempre, è un cult intramontabile per adulti e bambini, capace di risvegliare in tutti noi quel sentimento collettivo che ci ricorda quanto è importante la nostra famiglia.
Silvia Lopes
Silvia Lopes
La mia più grande passione è il cinema, fonte di vita e di crescita continua. Mi piace il cinema d’autore e quello di genere, amo i thriller ma non mi dispiacciono i film storici o drammatici. I miei grandi nomi sono Tarantino, Scorsese, Allen, Spielberg.

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