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Burn – una notte d’inferno: la recensione

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Una rapina, un assassinio, un rapimento e un incendio, tutto in una notte. Questo è Burn, film del 2019 diretto da Mike Gan. In questo thriller dinamico e terrificante, ambientato in una sola notte, lo spettatore rimarrà con lo sguardo incollato allo schermo.

Trama

Melinda è una solitaria e instabile impiegata di una stazione di servizio nella valle dell’Hudson, stanca di essere messa in ombra dalla sua più fiduciosa, estroversa collaboratrice Sheila. Quando la stazione di servizio viene rapinata da Billy, un uomo disperato che ha bisogno di contanti rapidi, Melinda trova l’opportunità di stabilire una connessione con il ladro, indipendentemente da chi si faccia male. Da questo momento in poi la notte prende una piega tremenda e si trasformerà in una notte di inferno.

Burn

Il cast di Burn

Nei panni della giovane e problematica Melinda troviamo Tilda Cobham Harvey, che restituisce un personaggio profondamente tormentato ed umiliato. Melinda è la classica ragazza che non riesce ad introdursi nel mondo e la Harvey è perfetta nel ruolo. Ad interpretare la sua collega, bella e arrogante, troviamo Suki Waterhouse. Infine, nei panni del maldestro ladro Josh Hutcherson che, rispetto al passato, assume qui un ruolo molto più serioso. Billy (Hutcherson) è anch’esso un personaggio tormentato e l’attore è riuscito a far risaltare in maniera efficace la sua instabilità.

Burn: tutto in una notte

La particolarità di Burn è che si svolge tutto in una sola notte. Poche ore in cui, però, succede il finimondo e una stazione di servizio nella periferia americana si trasforma nell’inferno in terra. Il film si apre con un ritmo piuttosto lento, la stazione di servizio è effettivamente poco frequentata. L’arrivo di Billy è atto a scombussolare le cose, fino al tragico finale. Il tutto in un climax ascendente che fa rimanere lo spettatore col fiato sospeso. Il regista Mike Gan non lascia nulla all’immaginazione e costruisce una dinamica concitata e ansiogena, acuita dalla claustrofobia della stazione di servizio.

Burn

Non solo Burn si svolge tutto in una notte, ma in un solo luogo. L’opprimenza delle quattro mura è sentito sia dai personaggi, che dallo spettatore. Il risultato è che l’instabilità di Melinda emerge con una forza bruta e sappiamo essere senza via di scampo. Non si può scappare dall’inferno e Billy lo scoprirà presto, suo malgrado. Gan ha creato un’atmosfera conturbante, grazie anche alla fotografia che riporta una palette di colori brillanti, in cui prevale il rosso. Rosso come il fuoco e il sangue. Anche le divise delle due ragazze lo richiamano, in una nuance molto scura.

Burn è la rivincita dell’escluso

Ciò che colpisce di Burn è che effettivamente lo spettatore finisce per prendere le parti del personaggio più instabile mentalmente di tutti, ovvero Melinda. La ragazza, fin da subito, non nasconde la fascinazione che prova per il fuoco e per il calore in generale. Il regista non dà nulla per scontato e ci presenta Melinda come una giovane donna turbata dal fatto di non sentirsi parte di questo mondo. Soprattutto, la ragazza desidera essere amata per quella che è, chiede solo questo agli altri. Eppure le persone sembrano rigettarla per via della sua stranezza. Melinda non si omologa alle altre ragazze e per questo motivo merita di essere esclusa. Per via di ciò, lo spettatore tende a simpatizzare con lei, fino a sperare che vinca su tutto e tutti.

Burn

Mike Gan con Burn celebra la rivincita dell’escluso. In un mondo che ti disprezza se sei diverso, Melinda riesce a prevalere e, alla fine, a vendicarsi di coloro che la fanno soffrire. Nonostante alcune sue azioni non siano del tutto giustificabili, la morale dello spettatore si piega alla drammaticità della vita della ragazza. Dall’altra parte, invece, abbiamo Billy, uno sfortunato e imbranato ladro che tenta di essere ciò che non è: un vero duro. La sua voglia di accaparrarsi il denaro non va di pari passo con la sua furbizia ed incontra il suo fatale destino.

Conclusioni

Mike Gan con Burn è riuscito a costruire un film adrenalinico e dinamico. L’ ambientazione claustrofobica e il fatto che si svolga tutto nell’arco di una sola notte, acuisce l’ansia e il turbamento dello spettatore. Il cast ridotto è assolutamente armonico, coordinato da dialoghi incalzanti e una regia attenta ai dettagli. Un thriller da guardare con il fiato sospeso.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Burn è un thriller adrenalinico e crudo in cui emerge lo spirito di rivincita che muove la protagonista. Grazie ad una regia dinamica e una color palette in composta da colori brillanti, in cui prevale il rosso, Mike Gan ha creato una pellicola terrificante. Lo spettatore non può fare altro che immedesimarsi con la povera Melinda e tenere lo sguardo incollato allo schermo per tutta la durata.
Laura Maddalozzo
Laura Maddalozzo
Datemi uno schermo e dei popcorn e sono la persona più felice del mondo. Il mio habitat cinematografico? Un’apocalisse zombie o ovunque ci sia un’atmosfera horror

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Burn è un thriller adrenalinico e crudo in cui emerge lo spirito di rivincita che muove la protagonista. Grazie ad una regia dinamica e una color palette in composta da colori brillanti, in cui prevale il rosso, Mike Gan ha creato una pellicola terrificante. Lo spettatore non può fare altro che immedesimarsi con la povera Melinda e tenere lo sguardo incollato allo schermo per tutta la durata.Burn - una notte d’inferno: la recensione