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Young Woman and the Sea: l’allenamento di Daisy Ridley

Joachim Rønning ha diretto “Young Woman and the Sea” con Daisy Ridley protagonista nei panni della nuotatrice Trudy Ederle. La donna nel 1926 fu la prima persona a nuotare attraverso il Canale della Manica. Ma un caso di morbillo, che quasi la uccise e le causò una grave perdita dell’udito, si mise sulla sua strada insieme allla problematica del sessismo. Tuttavia, Ederle riuscì a superare le varie avversità.

La sfida di Rønning era bilanciare il retroscena della sfida con la motivazione di accompagnare il personaggio nel suo viaggio e poi essere presente mentre raggiungeva quel traguardo. Il regista voleva rappresentare il film con momenti simili, in particolare uno vicino alla fine del film: “Quando lei è persa nel buio, e le persone escono sulle scogliere e accendono i fuochi, ho pensato che fosse così incredibile. Spero di riuscire a tradurre questo sullo schermo, in modo che quei momenti diventino importanti.”

Tutto è iniziato con Rønning che voleva rendere il film il più reale possibile. “Volevo essere sull’oceano. Volevo essere nei veri elementi con Daisy Ridley che nuotava attraverso le correnti e l’acqua fredda,” dice il regista, i cui crediti includono “Pirati dei Caraibi: La vendetta di Salazar” e “Kon-Tiki.”

Il film è stato girato in location a Varna, in Bulgaria, con la produzione che ha utilizzato set per interni, vasche d’acqua e, naturalmente, le fredde acque del Mar Nero. Rønning ha lavorato a stretto contatto con il suo direttore della fotografia Oscar Faur. Quest’ultimo non era nuovo alle riprese in acqua, avendo lavorato sul film catastrofico “The Impossible” con Naomi Watts, Ewan McGregor e Tom Holland.

Come si è allenata Daisy Ridley per “Young Woman and the Sea”?

Ridley si è allenata intensamente per interpretare Trudy. “Ha iniziato ad allenarsi per mesi e mesi, nuotando in acque libere con Siobhan-Marie O’Connor, la nuotatrice medaglia olimpica inglese. Si sono allenate e lei ha imparato a nuotare come si faceva 100 anni fa.” Rønning continua, “Quando è entrata in acqua, è stata tosta. Non si è mai lamentata e andava sempre avanti, chiedendo ‘Vuoi farne un’altra?’ anche quando le sue labbra diventavano blu.”

“L’elemento delle meduse è uno dei pochissimi in CGI. Quando stai facendo un film come questo, ambientato nel mondo reale – e questo è un pezzo d’epoca – se non sembra reale, vieni estratto dalla storia,” dice Rønning. “Abbiamo lavorato davvero duramente per creare quella sequenza con le meduse e l’abbiamo pianificata a lungo. Abbiamo messo Daisy in acqua con delle meduse finte che in seguito sono diventate animali animati.”

I momenti finali della sua nuotata sono stati un traguardo monumentale per Trudy e Rønning voleva catturare quello spettacolo. Dice, “Avevamo 1.000 comparse nel mezzo della notte, sulla spiaggia in mezzo al nulla, tutti vestiti a puntino e sono stati lì per sei ore, e stavamo girando fino alle sei del mattino per diverse notti. Ho fatto arrivare Daisy a riva, ancora una volta in acque gelide, ed è una sensazione di grande realizzazione.”

Per quanto riguarda il riuscire a raccontare tutti gli elementi della storia, come il passato di Trudy, la sua famiglia, le tappe della sua carriera nel nuoto e i suoi tentativi di attraversare il Canale, Rønning dà credito a una persona per l’equilibrio nel raccontare la storia nel film.“Ho il re del ritmo come mio produttore, Jerry Bruckheimer,” sorride. “Ho imparato tanto da lui. Per quanto riguarda ciò che il pubblico percepisce, ha una capacità straordinaria di avere il polso dello spettatore e sapere quando qualcosa sta rallentando.”

Francesco Maggiore
Francesco Maggiore
Cinefilo, sognatore e al tempo stesso pragmatico, ironico e poliedrico verso la settima arte, ma non debordante. Insofferente, ma comunque attento e resistente alla serialità imperante, e avulso dai filtri dall'allineamento critico generale. Il cinema arthouse è la mia religione, ma non la mia prigione.

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