HomeCult MovieX-A Sexy Horror Story, recensione dell'instant cult di Ti West

X-A Sexy Horror Story, recensione dell’instant cult di Ti West

X-A Sexy Horror Story di Ti West è un omaggio allo slasher anni '70 e '80, epoca d'oro del cinema horror. Un instant cult da ricordare di un autore ormai consacrato al genere.

X-A Sexy Horror Story, un instant cult dal sapore vintage

Era uno dei titoli più attesi dell’estate, anzi dell’intero anno 2022. Si sa, poi, che l’horror attira una grande fetta in pubblico in sala e l’estate è il periodo più florido per il genere. Se poi l’horror in questione afferma di ispirarsi allo slasher classico e a capolavori come Non aprite quella porta di Tobe Hooper siamo già a metà dell’opera. X-A Sexy Horror Story di Ti West, qualora volessimo a tutti i costi inquadrarlo in una categoria cinematografica precisa, potremmo inserirlo nel sottogenere psycho-biddy. La caratteristica dello psycho-biddy è quella di rendere protagonista la figura femminile anziana ritratta in maniera grottesca (capostipite è ritenuto Che fine ha fatto Baby Jane?). Nel caso del film di Ti West ad essere protagonista assoluta, final girl e villain allo stesso tempo, è l’attrice Mia Goth. Ti West torna al cinema horror, dopo The Inkeepers e The Sacrament, e il merito è della A24 che negli ultimi anni si è imposta come una delle case di produzione e distribuzione più importanti. In Italia il film è arrivato il 14 luglio grazie a Midnight Factory.

La trama di X- A Sexy Horror Story

Texas, fine anni ’70. Il film inizia con una scoperta raccapricciante da parte di due poliziotti. Dentro una casa di campagna è avvenuto un orribile massacro, ma i nostri protagonisti ci verranno presentati poco dopo. Sono una troupe cinematografica intenta a voler girare un film hard in un ambientazione bucolica. Del gruppo fanno parte l’attrice e aspirante sex symbol Maxine, i due attori Jackson e Bobby-Lynne, un ambizioso produttore, un regista fanatico e l’innocente fidanzata di quest’ultimo. Dopo una breve sosta raggiungono la casa che hanno affittato come location per il film e vengono accolti dal diffidente e ambiguo proprietario che non sa cosa realmente la troupe girerà nella sua fattoria. Il gruppo di ragazzi è entusiasta, ma la moglie del proprietario vigila sul loro operato e mostra sin da subito atteggiamenti strani ed inquietanti.

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Un omaggio all’epoca d’oro del cinema horror

X-A Sexy Horror Story è un chiaro omaggio allo slasher anni ’70 e ’80, l’epoca d’oro del genere. Chiaro che il primo film che viene in mente è il già citato Non aprite quella porta, per via dell’ambientazione, della collocazione temporale, ma anche per la stessa fattoria che, sia dentro che fuori, ricorda quella della famiglia Sawyer. Non è il solo film, comunque, ad aver ispirato Ti West. Vi sono rimandi a Psycho, Shining, Alligator, Blue Movie e tanti altri. Sin da subito il film mette in chiaro cosa andremo a vedere: sesso, orrorore, sangue e violenza. La prima parte del film, infatti, è preparatoria al massacro finale e intuiamo che qualcosa non va già a partire da diversi indizi sparsi lungo il film. Ti West è un autore forse un po’ più di nicchia rispetto ad altri suoi colleghi, ma il suo talento è esploso da anni. The House of the Devil, The Inkeepers, The Sacrament sono solo alcuni titoli della sua filmografia che, seppur breve, ha saputo già concretizzare coerentemente lo stile e la poetica di un regista giovane che nello slasher sembra starci alla grande.

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Dietro il massacro c’è molto altro

X-A Sexy Horror Story è sì un film horror dove la violenza ìmpera, ma non solo. Il periodo storico in cui è collocato è molto delicato per l’America. C’è la guerra del Vietnam e i conseguenti traumi, ma allo stesso tempo i giovani vogliono la libertà e realizzare il sogno americano. Nel film questa contro cultura è rappresentata senza dubbio da tutti i ragazzi e dal motivo per cui sono riuniti insieme a formare una troupe cinematografica e non a caso il genere di cui si occupano è il porno. Quale miglior modo per esprimere sé stessi senza freni o inibizioni? A fare da contraltare a questo, le predicazioni televisive di un santone puritano. A questi temi se ne affianca un altro rappresentato da ambo le parti da Mia Goth, nelle vesti di aspirante attrice e di anziana donna (è lei ad interpretare la moglie del fattore, grazie ad ore e ore di trucco). L’invecchiamento, la nostalgia e l’attaccamento per il proprio corpo sembrano essere delle ossessioni per Pearl -questo il nome della donna- e in Maxine rivede ciò che anche lei è stata e a cui non sembra voler rinunciare.

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La storia finisce qui?

X-A Sexy Horror Story fa parte di una nuova era dello slasher. Moderno certo, ma per tantissimi aspetti sia estetici che semantici, legato indissolubilmente al passato. Che la storia di Ti West si sia conclusa con il massacro finale di questo film sappiamo già che non è vero, perché al prossimo Festival di Venezia verrà presentato Pearl, il prequel di quest’opera incentrato tutto sulla moglie del proprietario della fattoria. Il film, girato in contemporanea a X- A Sexy Horror Story, vede ritornare Mia Goth nei panni dell’anziana donna. Altri rumors affermano addirittura che potremmo trovarci di fronte ad una nuova trilogia. Chi lo sa, attendiamo al varco Ti West, il suo talento e creatività!

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

X-A Sexy Horror Story rappresenta la nuova era del cinema slasher, moderno ma con uno sguardo sempre attento al passato. Un eccellente omaggio al cinema horror anni '70 e '80 che il regista Ti West ha saputo rielaborare aggiungendo personalità e creatività, caratteristiche già intraviste nei suoi precedenti lavori. Sesso, violenza, morte, punti cardine dello slasher, sono qui affiancati a temi importanti che sorreggono la sceneggiatura rendendola più profonda di quanto in apparenza non sembri.
Tiziana Panettieri
Tiziana Panettieri
E’ un amore di lunga data quello tra me e il cinema, cominciato con cult come Halloween, IT e L’Esorcista e alimentato negli anni con il meglio dell’horror e del cinema di genere. Ammetto, però, d’aver subìto il fascino del cinema asiatico, mediorientale e sudamericano. Sono onnivora, non mi precludo nulla senza aver prima provato.

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