Un effetto nostalgia ragionato
Top Gun: Maverick dopo continui rinvii e attese dilungate fino allo sfinimento è finalmente in sala (da ieri) in Italia e non solo. L’atteso sequel di uno dei film più iconici degli anni Ottanta ha fatto il suo ingresso nella programmazione cinematografica, planando sul box office come un’aquila reale.
Il film sembra destinato a raggiungere, entro il primo fine settimana di uscita, una cifra di incassi record che oscillerebbe tra i 130 e i 180 milioni di dollari. Gli analisti non hanno più alcun dubbio: questo sarà un sequel roboante con un successo garantito (non solo scenico ma soprattutto economico).
Top Gun: Maverick sarà proiettato in circa 4732 sale negli States e logicamente questa sarà la vera cartina di tornasole per la riuscita complessiva del prodotto: “americanità” è proprio la parola chiave per descrivere l’attesa e il palpito con cui si vive il ritorno in campo (e in cielo) di Maverick. Il prossimo 30 maggio, infatti, è la decorrenza ufficiale del Memorial Day, il giorno in cui si commemorano i soldati caduti in guerra e si sa quanto, in questo periodo di crisi globale, l’effetto emotivo possa far presa sulle coscienze del pubblico.
Proprio su questo sembra aver puntato la produzione, la quale ha davvero pensato in grande ed è arrivata a coinvolgere anche la superstar Lady Gaga (con la sua toccante Hold my Hand). Il sequel, a detta di molti, è fatto così bene che ne è valsa la pena attendere ben trentasei anni. Inizialmente era il 2015 la data indiziata per rivivere le emozioni del 1986 ma per questioni organizzative e artistiche il progetto si era assopito. In seguito, è stato il phisique du role di Tom Cruise a permettere a Top Gun: Maverick di vedere la luce: dopo tutto, come non credere nel suo carisma infinito.
Tom Cruise – L’ultimo vero eroe?
Tom Cruise stesso potrebbe, in questo frangente, raggiungere gli incassi più alti della sua carriera e sugellare il duraturo connubio lavorativo con Paramount Pictures con numeri da capogiro. La sua partecipazione al revival non solo è stata confermata subito, ma il film stesso sembrerebbe essere stato costruito a sua immagine e somiglianza; quasi si trattasse di un omaggio stabilito a tavolino per fare al divo un regalo vero e proprio.
In un’epoca in cui la Marvel la fa da padrona, dove sventolii di bacchetta e mostri da dimensioni parallele infestano il nostro amato pianeta terra, c’era bisogno di un salto nel passato. Top Gun rientra nel novero di film e serie tv che ci ricordano quanto l’essere “eroi” sia un qualcosa di prettamente terreno: non serve la magia, bensì le scelte giuste (e il cuore).
L’attore ha sempre dato prova di uno spirito d’animo fuori dal normale (vedasi il prossimo progetto di prender parte a un film nello spazio). Non usa controfigure ma drifta da solo per le stradine di Roma, si lancia lui stesso dalle dolomiti venete e, infine, si arrampica di persona sul grattacielo più alto del mondo. Tutti i film che ha girato testimoniamo l’impegno in prima persona che ha sempre garantito; è lui l’action man vivente in grado di dimostrare a tutti quanto sia spesso il confine tra fare e non fare, tra rischiare e controllarsi, tra vincere e perdere. Ovviamente, anche per quest’ultimo appuntamento si è prestato a prove fisiche senza l’ausilio del green screen.
Lui l’eroe di tutti i giorni che non ha superpoteri ma lotta per la sua affermazione grazie solo alla forza delle proprie mani. Top Gun: Maverick certifica tutto ciò e, se non tutti possono effettivamente entrare in un caccia e pilotarlo, almeno si ha un assaggio della “normalità” che si cela dietro all’essere forti.