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Thelma, un racconto di formazione che si tinge di horror

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Quanto conosciamo realmente di noi stessi? E quanto siamo disposti a mostrare del nostro intimo? Sono questi gli interrogativi esistenziali che il regista norvegese Joachim Trier, autore della “Trilogia di Oslo” (Reprise, Oslo, 31. august e La persona peggiore del mondo) si pone nel suo quarto lungometraggio, Thelma (2017), di cui firma anche la sceneggiatura.

Un racconto di formazione intenso e potente in cui si mescolano generi diversi, dal thriller paranormale al genere horror, e che trae ispirazione dal successo di Brian De Palma, Carrie, e dalle lezioni di Stephen King. Presentata in anteprima al Norwegian International Film Festival, dove ha ottenuto il prestigioso premio come miglior film, Thelma racconta la storia di una giovane alle prese con un dramma interiore nel passaggio dall’adolescenza alla maturità.

Il volto della protagonista è quello dell’attrice norvegese Eili Harboe che per questo ruolo vince il premio per la miglior attrice nel Festival Internazionale del cinema di Mar de Plata. Tra gli interpreti principali ricordiamo anche la modella e cantante statunitense Kaya Wilkins che debutta come attrice proprio in questo film.

Thelma – La trama

Thelma è una ragazza sensibile ed introversa che ha da poco lasciato la campagna per trasferirsi a Oslo e frequentare l’università. Nonostante l’entusiasmo iniziale di intraprendere un nuovo percorso di vita lontano dai genitori, particolarmente apprensivi e molto religiosi, Thelma trova non poche difficoltà ad integrarsi nell’ambiente universitario a causa della sua timidezza. Un giorno, mentre si trova in biblioteca, ha un attacco epilettico, ma viene subito soccorsa da Anja, una ragazza con la quale presto stringerà una forte amicizia. Il rapporto tra le due diventa sempre più intenso tanto da sfociare in una vera e propria attrazione. Tuttavia Thelma, educata secondo rigidi precetti religiosi, non riesce ad abbandonarsi a questa passione. Intanto continua a soffrire di crisi epilettiche che diventano sempre più frequenti e nel contempo si verificano eventi paranormali che sembrano dipendere proprio da lei.

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Un incipit inquietante

Il film inizia con un flashback tanto sorprendente quanto angosciante. Nella desolata e innevata foresta norvegese, un uomo e una bambina danno la caccia ai cervi. Lei è Thelma e ha solo sei anni, lui è suo padre ed è pronto a sparare. Ma un istante dopo il fucile è rivolto contro la bambina. Fortunatamente nessun colpo partirà da quell’arma e Thelma non saprà mai cos’è successo realmente quel giorno. La narrazione del passato si interrompe bruscamente per riprendere nella sequenza successiva quando la protagonista è ormai già grande e si accinge a frequentare l’università. Qual è il senso di quel gesto così assurdo per il momento non è dato saperlo, ma si rivelerà soltanto in seguito.

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Thelma, il passaggio dall’adolescenza alla maturità

Thelma si presenta innanzitutto come un racconto di formazione imperniato sulla figura di una giovane alle prese con le sue prime esperienze nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta. La protagonista lascia il suo nido familiare per iniziare un viaggio alla scoperta di sé e del mondo, durante il quale il confronto con nuove realtà farà emergere in lei emozioni e sensazioni mai provate prima. Lei che è sempre vissuta nel mondo ovattato di un piccolo paese di periferia, seguendo senza obiezione il rigido e austero sistema di valori dei genitori, è pronta finalmente a spiccare il volo. L’incontro con l’affascinante Anja, per la quale presto proverà una forte attrazione, sarà determinate per la sua crescita. Ma la libertà ha un prezzo, soprattutto per una ragazza che crede ciecamente nell’esistenza di un dio castigatore e prega ogni giorno affinché quella stessa entità allontani da lei ogni tentazione.

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Un coming of age che si tinge di horror

Il motivo religioso diventa però solo un espediente narrativo per far emergere le fobie di Thelma e i suoi conflitti interiori. Mentre l’analisi dei suoi tormenti procede a ritmo incalzante, questo sofisticato coming of age scandinavo assume le sembianze di un thriller paranormale che si tinge di horror. Thelma scopre infatti di avere dei poteri soprannaturali, come quello di far sparire le persone o di orientare il volo degli uccelli. Ma tutti questi fenomeni non sono altro che l’espressione di ciò che la ragazza nasconde dentro di sé, dei suoi desideri più intimi, delle sue pulsioni, che per troppo tempo ha messo a tacere, ma che ora iniziano a manifestarsi e a prendere forma.

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Thelma, una tempesta emotiva

Riuscirà Thelma a gestire il suo immenso potere e a controllare le sue emozioni? Sono queste le domande che Trier pone al suo spettatore, sempre più coinvolto emotivamente dalle vicende interiori della protagonista e nel contempo spaventato dalla sua forza dirompente. La narrazione procede su due piani temporali, attraverso la presenza di numerosi flashblack che ci mostrano l’infanzia della protagonista che sin da subito mostra di essere una bambina speciale, capace di manipolare gli elementi primordiali della natura. Capiamo quindi progressivamente l’atteggiamento apprensivo dei genitori, le loro preoccupazioni e timori.

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In conclusione

Intenso, potente, eccitante, Thelma è un racconto di formazione che si tinge di horror per indagare l’interiorità di un’adolescente e far emergere le sue paure più intime, innanzitutto quella di perdere il controllo del proprio corpo e dei propri sentimenti. Trier è molto abile a creare un’atmosfera misteriosa e inquietante, mettendo in pratica la lezione di due grandi maestri del brivido come Brian De Palma e Stephen King. La pellicola risulta un ottimo prodotto dal punto di vista estetico e si serve di numerosi effetti speciali che appaiono funzionali alla trama e alla rappresentazione del dramma della protagonista. In definitiva, Thelma è un film caratterizzato da una forte tensione emotiva che ci induce a riflettere su noi stessi e a chiederci quanto realmente conosciamo del nostro intimo.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Joachim Trier indaga la psiche di una giovane alle prese con la tempesta emotiva nel passaggio dall'adolescenza all'età adulta attraverso un racconto di crescita potente ed inteso, che assume la forma di un thriller paranormale e si serve di espedienti propri del genere horror.
Alessia Pennino
Alessia Pennino
Il cinema ha sempre rappresentato per me il rifugio perfetto dalle vicissitudini quotidiane, un porto sicuro dalla realtà, ma anche la dimensione ideale in cui sogni e desideri prendono forma. Ho sempre coltivato un interesse profondo per quest'espressione artistica, immaginandomi un giorno di scrivere recensioni per poter esprimere il mio punto di vista.

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