Susanna! (in originale Bringing Up Baby) è un film del 1938 diretto da Howard Hawks. Il regista è anche produttore, ma non sceneggiatore. La sceneggiatura è infatti curata da Dudley Nichols e Hagar Wilde e si basa su un racconto di quest’ultimo dall’omonimo titolo, pubblicato su Collier’s il 10 aprile 1937.
Susanna!: trama
Il professor David Huxley, un paleontologo meticoloso e determinato a completare la ricostruzione di un brontosauro, è a un passo dal coronare anni di lavoro. Alla vigilia del suo matrimonio con la segretaria, incontra per caso Susan Vance, un’ereditiera eccentrica e imprevedibile, che stravolge la sua vita tranquilla. Susan lo coinvolge in un vortice di situazioni assurde, culminando in un improbabile inseguimento di un leopardo chiamato Baby. Tra malintesi e incidenti, David si trova sempre più invischiato nelle follie di Susan, compromettendo anche la sua reputazione professionale e la possibilità di ottenere finanziamenti. Nonostante i disastri, incluso l’inevitabile crollo del suo prezioso brontosauro, David scopre di essersi innamorato di Susan, accettando il caos che lei porta con sé.
Il cast di Susanna!
La bizzarra Susanna (Susan) è interpretata dalla grandissima Katharine Hepburn, mentre Cary Grant è il dottor David Huxley (alias David Bone/Davide Osso). May Robson è la zia Elizabeth Carlton-Random, mentre Charles Ruggles il maggiore Horace Applegate. Walter Catlett è l’agente Slocum, mente Barry Fitzgerald interpreta Aloysius Gogarty. il dottor Fritz Lehman ha il volto di Fritz Feld, Virginia Walker veste invece i panni di Alice Swallow. George Irving dà corpo e voce al dottor Alexander Peabody, Leona Roberts a Hannah Gogarty. Infine Tala Birell è la signora Lehman.
Susanna! – la recensione
Infiocchettato e impacchettato come una commedia per famiglie, Susanna! è un continuo alternarsi di gag grottesche, dialoghi raffinati per controbattere e gaffe dove il pudore è protagonista per ritrarre la spasmodica paura dell’istinto che nel 1938, come anche oggi, è pronta a perseguitarci.
Susan (una bravissima e bellissima Katharine Hepburn) è una donna moderna, i cui incidenti non sono importanti, in apparenza, che ride delle sue cadute e che preferisce seguire gli impulsi del cuore rispetto alle elucubrazioni della testa, perfettamente incarnate da un’occhialuto Cary Grant, il cui fascino viene fuori sotto gli occhiali e la passione per la paleontologia. Il dottor David infatti si nasconde dietro ai fossili da ricercare, il cui studio minuzioso sembrerebbe permettergli di evitare qualunque affezione per una donna.
Il matrimonio imminente di David, con una donna più rigida di lui che lo fa stare coi piedi ben saldi a terra, sembra infatti un compito a casa segnato in agenda. La serie di disavventure e guai causati da Susan sconvolgono dei piani a cui neanche lui teneva. Quasi un promemoria, come piacerebbe a lui, che gli ricorda di ascoltare i suoi sentimenti. Le disavventure vissute con Susan sono una possibilità di riavvicinarsi alla libido dimenticata.
La ricerca dell’istinto
Susan è l’apoteosi di una spontaneità la cui risata innocente è in realtà inquietante per un uomo che esegue con precisione anche i passi che fa per andare da un posto all’altro. Il conflitto costante tra i due e l’astio che prova lui verso di lei sin da quando l’ha vista tranquillamente prendere la sua palla da golf e giocarci, considerando superflui i pronomi possessivi, sono l’effetto di una forte attrazione erotica che mette paura. Alla paura segue quindi la repressione e il fastidio come risposta difensiva.
In tutto questo Susan, che sembra trovarsi in sintonia col ghepardo, animalesco e istintivo come lei, appare inizialmente come priva di fragilità e complessità, ma solo un sole esplosivo. La luce del sole però può bruciare, ed è lì che Susan piange della sua stessa essenza, percepita a volte dall’esterno, e da lei stessa, come ingombrante. Susan e David condividono forse la stessa paura di essere, ed è questa paura a stimolare un eros che seppur non si manifesta mai neanche in un bacio, si percepisce dalla prima all’ultima scena.
La donna stimola in David quel lato dimenticato e messo in cantina, diventato ormai più vecchio dei reperti che studia, ma lo studioso dell’evoluzione dovrebbe conoscere perfettamente i principi umani per cui la natura animalesca non può mai essere del tutto repressa.
Lo stereotipo come archetipo?
In perfetto stile anni ’30, i personaggi non approfondiscono gli altri lati di cui dispongono, ma questo non vuol dire che dall’autore non vengano accennati, implicati e che essi non siano chiari allo spettatore. La ragazza irrazionale e vivace e l’uomo serioso e razionale sono uno stereotipo che conosciamo bene ma che ci riporta proprio alla semplicità e all’istintualità da cui David scappa.
Seppur parte di un cinema leggero del tempo, il cui numero di cadute supera le tre cifre, lo stereotipo è proprio l’essenza della pellicola: evidenziando l’essenza prima dei personaggi, i bisogni e le paure sono chiare, e non sono forse esse, riportandoci al nostro sé bambino, quanto di più elementare e semplice possibile?
Il tutto è accompagnato da interpretazioni magnifiche, un ritmo veloce (soprattutto per i tempi) e un’ottima regia. La sceneggiatura si perde forse un po’ nella seconda parte, dove sembrano più importanti le vicende e la gag che il rapporto tra i personaggi, poi ripreso nella parte finale, dove i due si ammettono per quello che sono.
Conclusioni su Susanna!
Susanna! è un film che con una regia per i tempi moderna, umorismo sofisticato e delle interpretazioni magistrali riesce a parlare del rapporto uomo/donna e del ritorno alla dimensione dell’istinto e del primordiale, con la forma della deliziosa commedia del tempo. Forse a tratti gli stereotipi diventano pesanti, ma perdonati dal contesto e dalle interpretazioni di due mostri sacri.