Desnudos en la playa (Nudi sulla spiaggia) è un dipinto di Jose Togores realizzato nel 1922 ed esposto a Madrid. Mostra una coppia apparentemente spensierata, sdraiata sulla sabbia, con il mare sullo sfondo ed il corpo dell’uno accanto a quello dell’altra. Pochi sanno che è proprio questo quadro ad esser chiamato in causa dalla protagonista di Serendipity film di Peter Chelsom, disponibile su Netflix, purtroppo anch’esso privo della scena in questione (tagliata dalla versione finale, e presente soltanto nei contenuti extra del dvd), nella quale Sara – il personaggio principale – interpretato da un’aggraziata Kate Beckinsale (Pearl Harbor) – si paragona all’uomo del dipinto, anziché alla donna.
La donna fissa l’uomo sulla spiaggia, ma lo sguardo di lui è proteso verso l’alto, come perso nel vuoto, e rivolto inevitabilmente altrove, distante da quello di lei. Sara è una ragazza inglese che sta con Lars, musicista di successo con cui è in procinto di convolare a nozze.
È alla sua migliore amica, coinvolta in una fuga oltreoceano, che Sara confessa di sentirsi come l’uomo del quadro: presente in esso in primo piano, ma nella vita di coppia del tutto assente – poiché in realtà lei non ama più Lars, ma è da un po’ di tempo che pensa a qualcun altro.
Serendipity – Trama
È quasi Natale, qualche anno prima, a New York. C’è gran calca ai grandi magazzini Bloomingdale’s. Nel reparto accessori, tra i tanti modelli di guanti di tutti i colori, in nero ce n’è però solo uno. Sara li ha visti per prima, ma quasi nello stesso istante le mani di Jonathan vi si sono fiondate sopra. È così che si incontrano, in un turbinio di pupille sgranate e mani scattanti, davanti ad un paio di guanti.
La serata prosegue in un café di Manhattan che darà il nome a tutta la pellicola: Serendipity 3, locale realmente esistente e che ha ribattezzato il tavolo a cui gli attori si sono seduti “the Star Table”. Parlano sul serio di stelle, Sara e Jonathan, quella notte. Le stelle invisibili ad occhio nudo nel cielo inquinato di New York.
Ed è alle stelle che si affidano, in un lasciarsi rocambolesco che strizza l’occhio alla magia, fermamente convinti che se qualcosa comincia non è da un giorno all’altro che può andare via.
Sognare credendo nel destino
“Sono venuta qui per la prima volta a causa del nome: Serendipity. E’ una delle mie parole preferite… E’ una parola che ha un bel suono per ciò che significa: un fortunato imprevisto”, dice Sara a Jonathan nel ristorante Serendipity.
Jonathan – interpretato da un accelerato John Cusack (2012) – è americano, di New York, e viene subito rapito dai begli occhi anglosassoni di Sara, a cui chiede prontamente il numero di telefono, per quanto già sentimentalmente impegnati siano entrambi. Ma Sara è una sognatrice che crede nel destino, braccio misterioso ed amorevole di quella Serendipità secondo la quale tutto succede per una ragione, e se due persone dovranno rincontrarsi non potrà non accadere.
In un’epoca che oggi sembra remota, sprovvista di social network e cellulari, Jonathan scrive il suo cognome e numero di telefono su una banconota da 5 dollari subito spesa, e Sara sulla prima pagina di una prima edizione de “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel García Márquez, che l’indomani provvederà a vendere in un negozio di libri di seconda mano.
Serendipity – Recensione
Di lì in poi è il continuo inseguirsi e mancarsi dei due protagonisti a costituire la trama del film. Bella l’idea di fondo di Serendipity: il concetto stesso di Serendipità, la sensazione che si prova quando si trova inaspettatamente una cosa – o una persona – mentre se ne sta cercando un’altra. Un po’ debole lo sviluppo, e – purtroppo – molto poco realistico il lieto fine. Riappare uno scontrino nel guanto di Jonathan prossimo alle nozze.
La banconota da 5 dollari sull’aereo che Sara prende per New York. La prima edizione di García Márquez in un pacco regalo del tutto inatteso. Peccato non si veda il dipinto di Togores e la scena della non casuale confidenza di Sara che lo richiama.
Un film ideale se ci si volesse coccolare in una giornata di pioggia, un classico feel good movie che per chi ancora crede nell’amore e non intende smettere di sognare, può ambire a diventare una vera e propria pietra miliare.
Gli antichi greci non scrivevano necrologi. Si ponevano una sola domanda alla morte di un uomo… “Era capace di passione?” Dean al suo amico Jonathan.
Conclusioni
Una scena emblematica di Serendipity è proprio quella finale: Jonathan e Sara si stringono la mano e si presentano per nome, poiché si accorgono che nella foga del primo incontro non ne hanno avuto il tempo, né l’occasione. Chi non crede al destino spera di poterlo fare, e chi ha incontrato qualcuno di speciale, se vede il film, uscirà di casa guardando le stelle, con la fiducia incrollabile di poterlo rincontrare.