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Perfect Blue, il meraviglioso esordio di Satoshi Kon

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Ottimo anno per il Giappone! Dopo il trionfo de Il ragazzo e l’airone agli Oscar, ora è Perfect Blue a brillare. L’anime che segna l’esordio registico di Satoshi Kon è stato disponibile nelle sale cinematografiche italiane, per la prima volta, dal 22 al 24 aprile, rimasterizzato e restaurato in 4K.

Perfect Blue

Perfect Blue – Trama e cast

Mima Kirigoe è una idol e popstar che fa parte del gruppo delle Cham, ma, nonostante i numerosi fan, non è soddisfatta della sua carriera lavorativa e decide di cambiare intraprendendo la strada della recitazione.

Tuttavia, ben presto strane cose accadono alla ragazza: riceve un fax in cui viene l’accusano di essere una traditrice, sul set si verificano incidenti, nel suo blog si descrivono perfettamente le sue giornate e una misteriosa figura, identica a lei, inizia a perseguitarla, accusandola di non essere la vera Mima. Inoltre, uno stalker non sembra accettare il suo abbandono alle Cham…

Junko Iwao è la voce di Mima, Rica Matsumoto doppia la manager Rumi e Shinpachi Tsuji interpreta Tadokoro.

Perfect Blue, il film che ha ispirato il cigno nero

Non è una novità il fatto che la regia Satoshi Kon abbia ispirato lavori di molti altri registi. Tra tutti emerge Darren Aronofsky e Il cigno nero è l’esempio più eclatante.

Guardando Perfect Blue viene spontaneo pensare che si stia guardando una versione anime della pellicola cinematografica del 2010.

Mima, esattamente come Nina (non a caso il personaggio interpretato da Natalie Portman ha un nome simile), vive un momento della sua vita in cui si sente spezzata.

La giovane ballerina è vittima da una madre opprimente (interpretata da una fantastica Barbara Hershey) che la spinge a raggiungere ciò che lei non è mai riuscita ad avere. Per Mima è diverso. Non ha qualcuno che la porta nel mondo della recitazione, è una sua scelta, ma non tutti l’accettano. La manager Rum, infatti, non perdona alla ragazza il “tradimento” alle Cham. Nella giovane ragazza vede tutto ciò che lei non è riuscita a ottenere.

Come avviene nei film di Christopher Nolan, la narrazione, fino alla fine, non ci fa capire se ciò che stiamo guardando sia vero o meno.

Mima galleggia a difficoltà nel mondo cinematografico in cui si è inserita. La sua mente inizia a vacillare e la ragazza non riesce più a capire se ciò che stia vivendo sia vero o meno. Accadono cose brutte attorno a lei e, come la protagonista de Il cigno nero, pensa di essere la responsabile.

E lo spettatore non capisce quale sia la verità. Mima è davvero un’assassina oppure qualcuno ha compiuto gli omicidi? Lo stalker esiste davvero o è una proiezione della sua mente? E chi la giovane Mima che l’accusa di essere un’impostora?

La narrazione non è mai banale. Fino alla fine i nodi non vengono sciolti, anzi, la follia della giovane fa pensare che abbia avuto lo stesso strano destino di Nina.

La scoperta del proprio Io

Non è assolutamente un segreto che gran parte della cinematografia giapponese pone dure critiche al mondo in cui vivono. Il Giappone, dal secondo dopoguerra in poi, ha un sistema molto competitivo e i molti giovani non riescono a reggere il peso. Non a caso il tasso dei suicidi è altissimo nel Paese.

Mima fatica a capire chi sia davvero. Vuole essere un’attrice o una idol? Il suo ruolo da cantante le impone un ruolo da bambolina da porcellana, bella e delicata. La sua carriera la porta in un mondo completamente diverso.

La ragazza gira una scena di stupro e posa per un calendario completamente nuda. Non è più una bambina, ora è una donna e c’è anche il desiderio di scoperta del proprio corpo.

Non tutti accettano il suo cambiamento. La vorrebbero sempre bella e casta, perfetta.

Tuttavia, è significativa la sua battuta finale. La ragazza guarda lo specchietto retrovisore della macchina, rompe la quarta parete e afferma di essere davvero lei.

Dunque, nonostante tutto quello che ha passato, è riuscita a distruggere i propri demoni. Ha la sua maturazione e ora può vivere serenamente la sua età adulta senza più nascondersi.

Il tema del doppio

Se Il cigno nero trae sicuramente ispirazione da Perfect Blue, bisogna dire che comunque questa pellicola trae ispirazione da un capolavoro della storia del cinema. Stiamo Parlando di Psyco, film del Maestro Alfred Hitchcock. Il personaggio di Norman Bates è emblematico: non sappiamo se sia “innocente” e stia coprendo la madre assassina, o se ci sia qualcosa di più. Alla fine scopriamo che la sua personalità si è scissa e ha assunto quella della madre.

Rumi può essere considerata come un Norman Bates al femminile. La donna è frustata dal fatto che non è riuscita ad avere il successo sperato come idol, vede in Mima una seconda possibilità. Ma non riesce a perdonare il fatto che le abbia tolto quella possibilità tanto desiderata. E dunque non può far altro che cercare di ucciderla e prendere il suo posto.

Il tema del doppio viene anche messo in risalto attraverso l’utilizzo degli specchi. Specchi, cristallini o d’acqua, che ci permettono di osservare l’altra parte di noi e chiederci chi siamo davvero.

In conclusione

Perfect Blue è un film da recuperare assolutamente. Si tratta di un capolavoro della cinematografia anime che ha dato un grande contributo alla cinematografia mondiale, perciò va assolutamente recuperato perché non sono ravvisabili pecche!

Perfect Blue – Trailer

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Perfect Blue è uno dei capolavori dell'animazione anime che ha segnato l'esordio registico di Satoshi Kon. Si tratta di un film che ci porta dentro all'interno dell'animo umano, esplorando luci e ombre della protagonista.
Arianna Dell'Orso
Arianna Dell'Orso
Vivo sul mondo reale unicamente con il corpo, ma la mia mente viaggia a Westeros, nella Londra dei Peaky Blinders e fa affari loschi con Walter White. Il cinema di Hitchcock è il mio spirito guida

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