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Pam & Tommy: la serie che ha riscritto il racconto di uno scandalo

Nel 2022, Pam & Tommy ha fatto irruzione nel panorama televisivo con una forza tanto spettacolare quanto controversa. Distribuita da Hulu negli Stati Uniti e su Disney+ (Star) in Italia, la miniserie in otto episodi, creata da Robert Siegel e diretta in gran parte da Craig Gillespie (Crudelia), rievoca uno degli scandali più clamorosi degli anni ’90: la diffusione non autorizzata del sex tape tra l’attrice Pamela Anderson e il batterista dei Mötley Crüe, Tommy Lee.

Ma Pam & Tommy è molto più che il racconto di uno scandalo sessuale: è una riflessione feroce e ironica sulla pornografia, sul consenso, sulla fama e sull’umiliazione pubblica nel mondo digitale.

Pam & Tommy

Pam & Tommy – Una storia (vera) che anticipa il futuro

Ambientata tra il 1995 e il 1998, la serie ricostruisce gli eventi che portarono alla diffusione del video porno della coppia, rubato da Rand Gauthier (interpretato da un sorprendente Seth Rogen), un ex elettricista in cerca di vendetta per non essere stato pagato, durante un furto nella villa dei due a Malibu. Quel nastro, inizialmente distribuito su VHS e poi diventato virale con l’arrivo di Internet, fu un caso pionieristico di pornografia “amatoriale” e di violazione della privacy – e un sinistro presagio dell’era dei leak, del revenge porn e dei deepfake.

Mentre Tommy vive l’esposizione pubblica come un’estensione narcisistica della sua fama da rockstar, Pamela si ritrova al centro di un incubo mediatico: la sua intimità diventa oggetto di derisione, morbosità e sfruttamento, trasformandola in una vittima sistematicamente ignorata.

La miniserie non si limita però alla cronaca, ma cerca di restituire spessore ai protagonisti: la Anderson, interpretata da una trasformata Lily James, è il cuore emotivo dello show, mentre Sebastian Stan offre una performance intensa, sopra le righe e al tempo stesso vulnerabile nei panni di Tommy Lee. Il risultato è un’opera che oscilla tra commedia nera, satira mediatica e dramma umano.

La serie alterna il racconto della loro relazione – passionale, impulsiva, disfunzionale – con la crescente pressione sociale e legale che accompagna il caso, mostrando come la cultura popolare degli anni ’90 abbia messo alla gogna una donna senza mai ascoltarla davvero.

Il corpo spettacolarizzato: Pamela come emblema della vittima dimenticata

Uno degli aspetti più incisivi della serie è la centralità del corpo femminile come oggetto di contesa pubblica. Pam & Tommy non ha paura di mostrare come la società, l’industria mediatica e perfino il sistema legale abbiano progressivamente disumanizzato Pamela Anderson, trasformandola in un simbolo pornografico senza voce né diritti.

Il sesto episodio, Pamela in Wonderland, è particolarmente significativo: mentre affronta le riprese del film Barb Wire, Pamela subisce l’invadenza dei media, il sessismo sistemico di Hollywood e l’indifferenza generale per il trauma che sta vivendo. La serie mette in evidenza il paradosso: l’oggettivazione del suo corpo era considerata accettabile finché avveniva con il consenso (Playboy, Baywatch), ma diventava “scandalosa” solo quando Pamela stessa perdeva il controllo della sua immagine.

In questo senso, la miniserie è anche una riflessione sulla cultura della vittimizzazione e sul modo in cui i media – ieri come oggi – tendano a proteggere la narrazione maschile e a marginalizzare la prospettiva femminile, soprattutto quando si parla di sessualità.

Pam & Tommy

Un’operazione mimetica: trasformazioni fisiche e regia pulp

Lily James (Finalmente l’alba) è irriconoscibile nel ruolo di Pamela Anderson. Attraverso un lavoro straordinario di trucco prostetico, acconciature e dizione, l’attrice riesce non solo a replicare l’aspetto fisico della star ma anche a coglierne le fragilità, l’umanità, il desiderio di essere presa sul serio come attrice. La sua performance è al centro del successo critico della serie.

Anche Sebastian Stan (A Different man, The Apprentice, Sharper, Fresh), noto per i ruoli più composti nel Marvel Cinematic Universe, (Bucky Barnes/The Winter Soldier) sorprende per il suo talento unico e la sua immersione completa nel personaggio di Tommy Lee, tra tatuaggi, egocentrismo e sorprendente dolcezza.

Lo stile visivo richiama volutamente l’estetica pulp degli anni ’90: montaggio frenetico, colori saturi, inserti in VHS, split screen. Craig Gillespie dirige con ironia tagliente, cercando un equilibrio tra il voyeurismo inevitabile del soggetto e il rispetto per la sofferenza dei protagonisti. Un equilibrio non sempre perfetto, ma sempre interessante.

Pam & Tommy – Tra riconoscimenti e polemiche

Pam & Tommy ha ricevuto un’accoglienza positiva da parte della critica e numerose candidature ai principali premi televisivi. Agli Emmy Awards 2022 ha ottenuto ben 10 nomination, tra cui:


• Miglior miniserie
• Miglior attrice protagonista in una miniserie (Lily James)
• Miglior attore protagonista in una miniserie (Sebastian Stan)
• Miglior attore non protagonista (Seth Rogen)

Nonostante non abbia vinto in nessuna categoria principale, il plauso per le performance e per l’ambizione narrativa del progetto è stato unanime. Al di là dei premi, la serie ha riacceso il dibattito sul trattamento riservato a Pamela Anderson, portando molti a riconsiderare il modo in cui fu trattata dai media e dall’opinione pubblica.

Curiosamente (e significativamente), Pamela Anderson non ha partecipato né autorizzato la serie. Ha anzi espresso disagio per la sua realizzazione. Questo fatto ha diviso critica e pubblico: può un’opera che cerca di difendere la dignità di una persona farlo senza il suo consenso? È una domanda che la serie pone implicitamente ma non risolve.

Il documentario Pamela, a Love Story, uscito su Netflix nel 2023 e prodotto con la collaborazione diretta dell’attrice, ha fornito una contro-narrazione più autentica e personale. Tuttavia, resta una tappa importante nel tentativo della televisione contemporanea di affrontare la cultura dello scandalo con maggiore profondità e consapevolezza.

Pam & Tommy

Conclusione

Pam & Tommy è una serie stratificata e spiazzante. In bilico tra la satira e il dramma biografico, tra il kitsch e l’empatia, ci racconta una storia che anticipa molte ossessioni contemporanee: la pornografia mainstream, la vulnerabilità online, la disumanizzazione delle celebrità.

Non è un’opera perfetta, né del tutto risolta sul piano etico, ma è indubbiamente provocatoria e stimolante. E soprattutto, ci ricorda che dietro ogni “scandalo” ci sono esseri umani reali, troppo spesso dimenticati nel rumore dell’indignazione mediatica.

Pam & Tommy – Trailer

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Tra satira feroce e dramma umano, Pam & Tommy esplora uno degli scandali più famosi degli anni ’90 con sguardo moderno e consapevole. La serie, guidata dalle straordinarie performance di Lily James e Sebastian Stan, rilegge il sex tape di Pamela Anderson e Tommy Lee come un caso pionieristico di violazione della privacy, molto prima dell’era dei social. Un racconto sulla fama, la pornografia non consensuale e il prezzo dell’essere donna in un sistema che spettacolarizza e consuma i corpi. Una miniserie ambiziosa, controversa e necessaria.
Angela Pangallo
Angela Pangallo
Cresciuta tra i supereroi Marvel e le atmosfere del cinema indipendente newyorkese. Appassionata di narrazioni potenti e originali, amo esplorare il confronto tra le grandi produzioni hollywoodiane e le voci più intime e innovative del cinema d’autore. Cerco storie che lasciano il segno e parole per raccontarle.

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