Finalmente l’alba è il nuovo film diretto da Saverio Costanzo presentato a Venezia 80. Il lungometraggio è uscito nelle sale cinematografiche l’1 settembre 2023. Dopo aver diretto la serie L’amica Geniale, il regista arriva nei cinema con un film ambientato negli anni 50, epoca d’oro delle produzioni cinematografiche italiane. Costanzo riporta, attraverso le sue suggestive immagini, le atmosfere di film quali la Dolce Vita e Bellissima; raccontando una storia di formazione e crescita; seguendo il formato “tutto in una notte“.
Finalmente l’alba: trama
Roma 1953, la giovane Mimosa dei quartieri popolari, promessa sposa di un anonimo poliziotto, accompagna la sorella maggiore a fare un provino negli studi di Cinecittà, all’apice della fama internazionale in procinto di produrre un kolossal americano ambientato nell’antico Egitto. Dopo essere stata rifiutata come comparsa, Mimosa viene notata dall’attrice protagonista Josephine Esperanto (Lily James), la quale sentendosi ispirata dall’intensità del suo sguardo la ospita sul set come sua musa. La ragazza viene pertanto posizionata vicino alla camera da presa in modo da fornire all’attrice la possibilità di guardarla mentre gira la scena finale. L’episodio scatenerà una serie di eventi che condurranno la giovane donna verso un viaggio di una notte alla ricerca di sé stessa. Ad accompagnarla in questa avventura ci saranno inoltre il celebre attore Sean Lockwood (Joe Keery) ed il fedele autista Priori (William Dafoe).
Finalmente l’alba: recensione
Finalmente l’alba non è solo un suggestivo arco di formazione, ma racconta in modo indiretto un caso di cronaca nera che scosse l’Italia in quel periodo. La protagonista viene infatti condotta sulle tracce di Wilma Montesi; ragazza brutalmente uccisa a pochi passi da uno dei ritrovi salottieri della Roma potente frequentato da personalità di spicco a livello sia economico che politico. Le tentazioni a cui Mimosa vine esposta nel corso della tumultuosa notte sono molteplici e la porteranno a confrontarsi con un mondo tanto affascinante quanto diverso dal suo.
Saverio Costanzo vuole analizzare in modo approfondito il cinema di quegli anni. Così come Damien Chazelle con Babylon, va oltre la facciata e mostra i dietro le quinte di feste dissolute in cui tutto poteva accadere. Mimosa con la sua innocenza diventa un punto di riferimento per ogni invitato al party notturno, pronto a condividere con lei oscuri segreti.
Le divergenze linguistiche tra i protagonisti vengono colmate da sguardi e gesti, caratterizzati da una lentezza a tratti angosciante. Seppure il non detto e frasi volutamente vaghe lasciate a metà siano il punto focale del film, il ritmo della narrazione risulta eccessivamente prolungato in certi punti; rendendo l’incapacità di articolare un discorso in inglese di Mimosa un grande limite nel raccontare le sue peripezie, mantenendo alta la soglia dell’attenzione.
Nonostante i rischi latenti corsi durante la notte, la protagonista riesce in qualche modo a traovare una via d’uscita da una situazione che la sovrasta e la rende vulnerabile. Il suo percorso ovviamente è costellato da scelte avventate e pericoli continui. La sua ingenuità e innocenza fungeranno però da scudo protettore riconducendola finalmente verso l’alba.
Mimosa
Mimosa è in Finalmente l’alba il prototipo dell’antidiva, niente in lei si avvicina alle personalità che la accompagnano nel suo viaggio. È una giovane donna insicura e genuina, in grado di svelare le bugie di coloro che la circondano e mostrare la luce della verità. Non risulta però mai vittima, bensì punto di riferimento centrale. La sua storia offre un finale alternativo alla tragedia accaduta a Wilma Montesi, riuscendo infatti a tornare a casa.
La sua innocenza viene lentamente plasmata da inganni e trappole che le permetteranno di raggiungere una nuova consapevolezza. La capacità di Mimosa di distinguere il giusto dallo sbagliato e bene da male le permetterà di domare la leonessa, , camminando a testa alta verso una nuova alba fatta di nuove consapevolezze. La fiera non è infatti nient’altro che una metafora delle peripezie affrontate.
Un racconto ambizioso
Saverio Costanzo si è di certo proposto un obbiettivo ambizioso nel racconatare questa storia. Il lungometraggio è complesso sia dal punto di vista artistico che nell’effettiva esecuzione. A partire dal suo tentativo di ricostruire il set di un kolossal girato a Cinecittà, con le suggestive ambientazioni egizie, per non parlare dei costumi di scena e l’elevato numero di comparse. Il regista ha inoltre deciso di coinvolgere un cast internazionale cercando di creare un ponte tra due diverse tipologie di cinema.
Il suo tentativo potrebbe rivelarsi vincente, aprendo la strada per un numero sempre maggiori di collaborazioni future volte a rilanciare il cinema italiano a livello internazionale. La storia di Mimosa non solo è scenografica, ma incarna una metafora sociale potente che mostra come l’individuo, ingabbiato dalla società, grazie alle esperienze riesca lentamente ad uscire dal proprio stato di passività trovando una nuova strada e possibilità.
Finalmente l’alba: conclusioni
Il lungometraggio Finalmente l’alba è un progetto ambizioso di Saverio Costanzo. Coming of age volto a raccontare il passaggio dall’adolescenza all’età adulta nel corso di una notte. Sogno e realtà si mescolano in un racconto sospeso nel tempo e contemporaneamente attuale. Mimosa è una protagonista intensa e incompresa, che in qualche modo riesce a portare un’alternativa ottimista, rispetto ad una vicenda tragica. L’idea del regista è sicuramente molto valida, ma l’alto grado di incomunicabilità presente all’interno di tutto il film lo rendono spesso noioso a causa dei tempi di narrazione eccessivamente prolungati che portano a perdere il filo che lega tra loro le vicende.
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