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Nimona – Recensione

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Nimona colpisce come un fulmine a ciel sereno nel panorama terso della programmazione di Netflix.

Si trova alla voce “film d’animazione” e incanta anche gli occhi più esigenti con una storia che brilla di un’originalità propria. Non è un cartone qualunque, è molto di più. Tanto di più.

Sembra quasi di visionare un classico prodotto Dreamworks, con visi squadrati, linee ben marcate e colori di fondo molto accesi.

Peccato che di classico Nimona non abbia praticamente nulla. Cerca invece di portare anche i film d’animazione su tutt’altro livello. Riesce a togliere un velo di tradizione a uno dei generi più tradizionali di tutti.

Anticipando di molto le mosse della Disney, Nimona dimostra di essere nel 2023. Molti tratti narrativi appartengono effettivamente all’epoca moderna. La chiave di volta è stato proprio il desiderio dei produttori di abbinare uno sfondo futuristico alla solita epica medievale.

Quest’ultima la carta vincente di un prodotto che sta riscuotendo un discreto successo. Nimona parla al cuore, alla testa e alla pancia di tutti noi. Come se di quel mondo fantastico ne facessimo effettivamente parte.

Nimona

Nimona – Un’epica fuori dai canoni

Nimona dunque è ambientato in un mondo essenzialmente contemporaneo ma che ha al suo interno una sorta di corporazione di cavalieri (con l’armatura e tutti gli altri accessori) che sono incaricati di mantenere l’ordine.

L’Institute for Elite Knights è un insieme di cavalieri che discende dalla leggendaria Gloreth (la capostipite di questa casata che ha proliferata nel tempo, attraversando i secoli).

La minaccia principale viene proprio dal passato: un’oscura creatura che rischiava di spazzare via il creato, è stata confinata negli inferi proprio da Gloreth e da allora, ricalcando le sue gesta, i vari comprimari assolvono a questa funzione di scudo dalla malvagità.

Nel presente tuttavia, un mondo dominato da tecnologia e auto volanti, la nuova regina Valerin decide di modernizzare il tutto dando a chiunque la possibilità di diventare cavaliere.

Ecco che facciamo la conoscenza di Ballister Blackheart, un nuovo aspirante cavaliere, innamorato del generale dell’esercito della regina. Questo già uno dei primi elementi di novità rispetto all’epica classica.

Ballister verrà però ingannato. Durante la cerimonia di nomina la sua spada si trasforma in un’arma che con un raggio laser uccide la sovrana. Comincerà un esilio fatto di prove da affrontare (fisiche ed emotive) in compagnia di Nimona (essere muta-forma dal passato incerto).

Ballister dovrà, non solo discolparsi, ma smascherare l’effettivo colpevole. Il tutto muovendosi in un mondo che, sì è evoluto, ma non è completamente guarito da stereotipi e male lingue.

Nimona

Prove di fluidità vera e propria

Nonostante Nimona sia un prodotto assai divertente nei contenuti, è chiaro fin da subito che nella forma è un film d’animazione profondo. Sì stona un pochino tanto pensare a un contenuto leggero e a una struttura pesante. Ma, di fatto, è così.

Nimona punta su una cornice di fondo che stupisce lo spettatore. Cavalieri sopravvissuti alla prova del tempo, problemi di identità e chi più ne ha, più ne metta.

Scelta vincente unire un mondo austero come quello cavalleresco con le moderne lotte per l’autoaffermazione sessuale e sociale. Se talvolta Nimona da alcuni di questi assunti per scontati, altre volte riconosce che c’è molto da fare.

Ballister ad esempio è un aspirante cavaliere omosessuale (e la cosa non sembra avere un impatto emotivo esagerato). La regina stessa ha acconsentito a estendere la nomina a chiunque si fosse dimostrato valoroso e meritevole di entrare a far parte dell’istituto di sorveglianza.

Nimona invece è in grado di cambiare continuamente la sua essenza e questo spiazza già di più. Muta volto, stazza e forma, pertanto sfugge molto più di Ballister a ogni tipo di canone che possa essere artificiosamente prefissato.

Questo sta a significare che tutto ciò che non possiamo controllare ed etichettare ha vita dura nel computo finale della realizzazione individuale. La conoscenza di ciò che non incontra una precisa struttura o schema, spaventa eccome.

Nimona insegna ad andare oltre, a leggere tra le righe. Austerità e leggerezza possono convivere nella medesima faccenda. Insegna come non sia effettivamente una questione di ruoli ma di persone.

Persone che, nella loro diversità, possono benissimo ergersi a paladini di valori classici intramontabili. Questo è dunque un nuovo concetto di epica. Valori classici capaci di essere veicolati nel tempo, a prescindere dal contesto storico.

Non è detto che se il mondo contemporaneo ha invertito alcuni fattori, questi principi non possano comunque far parte dell’esistenza umana. Cavalleria, gentilezza, ardore, lotta per l’autoaffermazione. Sono tutti sfondi di una cornice che può essere continuamente sostituita.

Un bel quadro rimane pur sempre un bel quadro. Nimona ha proposto un concetto di fluidità molto intelligente. Poca retorica e molta pratica. C’è un bene superiore da perseguire per il bene di tutti. Non è dunque importante il ruolo che si sceglie. Purché il risultato sia benefico e vincente.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Nimona prende il concerto odierno di fluidità per riadattarlo ai canoni cavallereschi del medioevo. O forse fa proprio il contrario, prende l'epoca più buia della storia umana per avvicinarla all'incessante e ineluttabile scorrere del tempo. Cambia tutto: mode, espressioni, macchine e politici. Ma alcuni valori sono destinati a rimanere. Nimona insegna che non sono i ruoli ma le persone a definire tali valori.
Federico Favale
Federico Favale
Anche da piccolo non andavo mai a letto presto. Troppi film a tenermi sveglio. Più guardavo più dicevo a me stesso: "ok, la vita non è un film ma se non guardassi film non capirei nulla della vita".

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