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Mia, un film che ti attraversa senza fare sconti

Perché andare a vederlo, perché guardarlo con tutta la famiglia

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Mia, un nome femminile una volta sconosciuto e inconsueto, diventato oggi solo particolare. Un aggettivo usato, a volte distrattamente, che abbiamo imparato a pronunciare fin da bambini. Si snoda proprio attorno a queste tre lettere una storia che si insinua pian piano nella mente e nell’anima dello spettatore. Una storia tossica, di possesso e manipolazione.

L’angolo visuale scelto dal regista Ivano De Matteo è quello di una famiglia, semplice, unita, raccolta nell’ambiente in cui ha vissuto fino a quel momento. Una prospettiva in cui davvero in tanti potranno riconoscersi ed immedesimarsi.

Mia, il papà

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Edoardo Leo-Sergio, un uomo sopraffatto da una storia che non torna

Al centro di questa pellicola struggente e disincantata, ritroviamo Edoardo Leo, Sergio, infermiere sulle ambulanze. Una vita fatta di turni, una famiglia vissuta in spazi piccoli e ravvicinati. Il ruolo gli calza a pennello: un padre innamorato dell’unica figlia che, crescendo, gli ruba l’unico specchio di casa e la complicità per i balletti di Tik Tok.

L’attore e regista romano sta vivendo un 2023 di conferme e successi, dopo la trilogia di Ritorno al crimine di Massimiliano Bruno, con Giallini-Gassmann-Tognazzi. Nelle sale da gennaio con I migliori giorni, ha registrato il successo su piattaforma con Era ora, disponibile su Netflix da marzo.

Mia, la mamma

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Milena Mancini-Valeria, una mamma presente che cerca di mediare tra un padre geloso e una figlia quindicenne

Brilla per una presenza mai ingombrante la Valeria portata sullo schermo da Milena Mancini. Non la mamma tuttofare che non ha tempo per confidenze e sane chiacchiere con Mia o Sergio, il collante silenzioso di una famiglia semplicissima e fondata su solidità e rispetto.

L’attrice, con la sua esperienza di regista e coreografa, riesce a danzare al ritmo che la storia richiede e a mettere a disposizione dell’amore e del dramma che rappresenta sempre le giuste espressioni ed emozioni. Che arrivano dritte e sincere.

Greta, un esordio che lascia il segno

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Mia, 15 anni, il suo sorriso e l’imbarazzo di quell’età

Una gran bella scoperta Greta Gasbarri, giovane romana classe 2006, che dopo questa prima esperienza ha trovato nella recitazione una nuova passione.

Lo sguardo che offre a Mia e allo spettatore racconta tutte le fragilità e le meraviglie di una ragazzina che sta muovendo i primi passi nel mondo. Con la sua interpretazione riesce a trasmettere le fasi del suo sorriso che si spegne, della sua vita che va in pezzi. Risvegliando una parte che in molti potrebbero aver dimenticato.

La trama

La storia raccontata nel film è una storia comune, ma non banale. Talmente possibile da far tremare i polsi a giovani e adulti, genitori e figli. Un ragazzo più grande che inizia a dedicare attenzioni ad una ragazzina piena di vita e alla sua prima cotta.

Si delinea sin da subito un rapporto che crea più turbamenti che belle emozioni. Un crescendo di attenzioni pressanti e comportamenti manipolatori, che hanno la potenza e la pervasività di inquinare il mondo sano e spensierato di Mia. Dove prima c’erano rossetti, partite di pallavolo, cene di squadra e confidenze di compagni di scuola, si installa un programma di controllo ossessivo e disturbante da parte di MarcoRiccardo Mandolini.

In famiglia sarà il papà ad accorgersi molto presto che qualcosa di malsano sta accadendo, scatenando una spirale di incomprensioni, paure e senso di impotenza che divoreranno una bella famiglia come tante.

Un pugno allo stomaco che lascia senza fiato

Un cast ben scelto e diretto con maestria entrando continuamente e quasi in punta di piedi nella scena. Con la macchina a mano, senza salti e scossoni. Riuscendo a cogliere, quasi a rubare, emozioni sincere e senza filtri.

Un soggetto dello stesso Edoardo Leo, che non ha mai nascosto quanto creda profondamente all’argomento di cui parla Mia. “È una grande storia d’amore“. “Che tratta temi che attraversano le nostre vite”.

Un nuovo impegno in tandem per la coppia, sul lavoro e nella vita, di Ivano De Matteo e Valentina Ferlan, che dopo I nostri ragazzi confermano la scelta di campo di parlare di rapporti tra genitori e figli. E di saperlo e volerlo fare con un linguaggio vibrante e onesto, senza cadere in stereotipi da schermo e distaccati luoghi comuni.

Conclusioni: perché Mia è un film da non perdere

Ha la capacità che quasi turba di insinuarsi come una lama sottile che può squarciare e fare del male. In realtà con quel suo ritmo che ti attraversa e ti coinvolge, scuotendo nel profondo, tira fuori nodi segreti guardandoli da una nuova angolazione. Dove far incontrare giovani e adulti, genitori e figli.

Vecchie paure, nuove angosce ed inquietudini possono essere messe nella giusta prospettiva. Di guardare a certe “cose”, controllo, manipolazione, gaslighting e revenge porn, non più da soli, non da posizioni contrapposte.

Ma “solo” con la forza dell’amore, che, nonostante il finale del film, possa diventare quella cosa da volere “…per sempre Mia”.

Trailer

PANORAMICA

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Un film da non perdere, da vivere con gli occhi e l'anima e continuarne a parlare
Silvia Morghen
Silvia Morghen
Nata a Roma, con una Laurea in Economia alle spalle, una passione per cinema e serie TV, un amore viscerale e mai tradito per la Musica e per le Parole, pensate scritte e parlate, mi porta a cercare un punto di vista, un angolo di visuale, con i quali raccontare le cose da insider. O meglio, da infiltrata doc.

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