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La grande bellezza

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“Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato, è un romanzo, nient’altro che una storia fittizia.
Lo dice Littré lui non sbaglia mai. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto.
Basta chiudere gli occhi, è dall’altra parte della vita.”

Con questa citazione tratta da “Viaggio al termine della notte” di Louis – Ferdinand Céline si apre “La grande bellezza”.

La grande bellezza

Il regista visionario Paolo Sorrentino in questa pellicola scritta assieme al fido sceneggiatore Umberto Contarello, condensa tutto il suo background cinematografico narrando, con la consueta ironia e il suo inconfondibile stile barocco, la decadenza di Roma e dell’essere umano in toto.
Il protagonista Jep Gambardella, un giornalista che molti anni fa ha scritto anche un romanzo, è interpretato dal pluripremiato Toni Servillo; l’attore feticcio di Sorrentino dopo aver interpretato nelle sue opere
un cantante tossicomane ne “L’uomo in più”, un misterioso ragioniere in “Le conseguenze dell’amore” e Giulio Andreotti ne “Il Divo“, regala ancora una volta un’interpretazione sublime; il suo “vitellone” affascinante e dandy ha molte sfaccettature, Jep incarna appieno la fragilità e l’aridità morale dell’ uomo moderno.

La grande bellezza

“La grande bellezza” si è aggiudicato l’Oscar per il miglior film straniero, il Golden Globe e il Bafta nella stessa categoria; ha inoltre vinto quattro European Film Awards, nove David di Donatello, cinque nastri d’argento e numerosi altri premi internazionali;
La pellicola, uscita nelle sale italiane il 21 maggio 2013 in concomitanza alla presentazione al 66° Festival di Cannes si è inoltre rivelata un grande successo di pubblico, incassando globalmente 24.164.400 di dollari a fronte di un budget di 9.200.000 euro.
Dopo la vittoria all’Oscar il film è stato trasmesso in prima serata su canale 5 ottenendo 8.861.000 spettatori con uno share del 36,11%, divenendo di conseguenza la pellicola cinematografica più vista degli ultimi dieci anni sulla televisione italiana.
Nel film, costellato da numerosi voli pindarici e da altrettante allegorie, il regista partenopeo esamina tutti i temi e affronta delicati tabù mettendo lo spettatore di fronte alle grandi domande della vita che paradossalmente rendono piccolo l’uomo. Si va dalla religione alla politica, passando per la morte e la depressione; il protagonista affronta tutto questo con distacco e cinismo, ma in fondo al suo cuore soffre e fondamentalmente cerca solo un po’ di affetto e di amore disinteressati.

La grande bellezza

I comprimari sono di lusso: Carlo Verdone, Sabrina Ferilli e Carlo Buccirosso che, dal canto loro, contribuiscono a rendere il film “unico” e non catalogabile a nessuno genere specifico.
Il regista di “Borotalco” interpreta un nostalgico uomo di mezza età che, in una scena del film, con un monologo scritto da lui stesso, esclamerà: “Ma cosa avete contro la nostalgia? È l’unico svago che resta a chi è diffidente verso il futuro”. Sabrina Ferilli incarna invece una donna popolana, che ricorda a tratti la “grande” Sophia Loren e, in parte, l’inarrivabile Anna Magnani, che affascinerà Jep proprio grazie al suo differente “status” sociale; Buccirosso infine interpreta un borghese dell’alta società che, dietro l’apparenza di uomo casto e devoto alla moglie, cela perversione e meschinità.
Nel film è pieno di riferimenti a Fellini ed in particolar modo al suo capolavoro “La dolce vita”; non manca neppure l’omaggio circense al regista riminese in una scena molto suggestiva che vede Jep alle prese con una giraffa statuaria.
Molto ben curate e di grande impatto le scenografie e la colonna sonora composta da brani che toccano i generi più disparati; si passa infatti da “Far l’amore” della Carrà feat. Bob Sinclair, alle sinfonie di Georges Bizet e Henryk Górecki fino ad arrivare a “Forever” di Antonello Venditti.

Impossibile non menzionare le parole pronunciate da Jep Gambardella che corrispondono al significato del film: “Finisce sempre così. Con la morte. Prima, però, c’è stata la vita, nascosta sotto il bla bla bla.
È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L’emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell’imbarazzo dello stare al mondo. Bla bla bla. Altrove, c’è l’altrove. Io non mi occupo dell’altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. In fondo, è solo un trucco. Sì, è solo un trucco.”

Sostanzialmente per condurre una vita felice e gratificante occorre che ogni singola persona trovi, attraverso il suo viaggio, la sua personale “grande bellezza”.

Voto autore: [usr 4,0]

 

Davide Pirovano
Davide Pirovano
Mi piacciono le arti visive contemporanee e mi piace pensarle in un’ottica unificatrice. Non so mai scegliere, ma prediligo le immagini e storie di Gaspar Noé, David Fincher, Yorgos Lanthimos e Xavier Dolan.
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