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Jumanji: benvenuti nella giungla

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Molti fan nostalgici di Robin Williams avranno storto il naso all’uscita di questo reboot. Se sicuramente l’originale resta un classico nel panorama dei film per ragazzi, questo si dimostra altrettanto godibile. Il nuovo Jumanji infatti non vuole essere un remake, ma un omaggio e quasi un sequel del film del 1995, di cui riprende la premessa iniziale per svilupparne un film demenziale molto lineare ma gustoso.

Jumanji: benvenuti nella giungla

Jumanji: benvenuti nella giungla (in originale Jumanji: welcome to the jungle) aggiorna i dispositivi del predecessore e soprattutto i personaggi e le tematiche. Il ribaltamento dagli stereotipi dei classici highschoolers americani (l’ochetta, il nerd, il pompato e la secchiona) è infatti molto al passo con i nostri tempi. La morale è semplice ma efficace: non bisogna giudicare il libro dalla copertina. Ognuno dei personaggi mostra due facce: quella apparente, vista da tutti e stereotipata, e quella interiore, che, come il livello di un videogame, deve solo essere sbloccata per fuoriuscire. Tutto il film infatti gioca sui due livelli, della realtà come apparenza, e del videogame come sfida per dimostrare la propria vera essenza.

Jumanji: benvenuti nella giungla

Fin dall’inizio infatti la divisione in ruoli e il ruolo vitale che giocano le apparenze sono ciò che mobilita il film. Sono temi subito associabili alla teen comedy americana, ma qui funzionano perchè trattati con ironia. Jumanji infatti inizia presentando i quattro protagonisti: Spencer (Alex Wolff), videogamer incallito che ha paura di qualsiasi imprevisto della vita reale; Fridge (Ser’Darius Blaine), giocatore di football largo come un armadio; Bethany (Madison Iseman), instagram dipendente; e infine Martha (Morgan Turner), studiosa che detesta l’attività fisica. I quattro sono fin da subito forze ovviamente in contrasto, che però sono costretti a condividere un pomeriggio in detenzione, ognuno per motivi diversi. Nel riordinare uno sgabuzzino buio della loro scuola, trovano un vecchio videogioco in nastro e si mettono a giocare.

Jumanji: benvenuti nella giungla

Dopo aver scelto i propri avatar, i quattro si trovano catapultati dentro al gioco, e non come avevano immaginato. I loro avatar infatti sono l’esatto contrario di quello che pensavano di aver scelto, e soprattutto, l’esatto contrario di quello che sono loro. E quindi Bethany, attratta dalla descrizione del suo avatar Shelly Oberon come genio formoso, si ritrova nel corpo del grasso professore di mezz’età (Jack Black). Fridge, intrigato dal nome da vero duro Mouse Finbar, si deve accontentare di un ometto basso e lento (Kevin Hart), che ha come punti di forza solo il suo zaino pieno di armi. Il codardo Spencer, convinto dall’intestazione di Dottore, diventa il Dottor Smolder Bravestone (Dwayne “The Rock” Johnson), archeologo sulla falsariga di Indiana Jones, grosso e muscoloso e senza alcuna debolezza. Infine, Martha diventa la sexy e letale Ruby Roundhouse (Karen Gillan).

Jumanji: benvenuti nella giungla

Scombussolati e a disagio, apprendono in poco tempo che hanno solo tre vite ciascuno. E che devono tenersele strette. Infatti, il cattivo Russel Van Pelt (Bobby Cannavale) vuole ucciderli per riprendere possesso del Gioiello di Jumanji, entità che regola l’intero mondo di Jumanji. Controvoglia ma senza altra scelta, i quattro protagonisti si ritrovano costretti a lavorare insieme come una squadra per cercare di uscire, vivi, dal videogioco.

Una sceneggiatura classicissima, con tutti i rivolgimenti e i plot twist di un tipico film di avventura, fa essenzialmente da scheletro alle performance dei protagonisti, sicuramente divertiti nel recitare in ruoli diversi dal loro phisique du role. Ed è divertente anche per noi vedere il macho Dwayne Johnson baciare come un adolescente, sorprendersi dei suoi muscoli e avere paura di uno scoiattolo. E così anche gli altri attori: Jack Black che si atteggia da ragazzina sclerata; Karen Gillan ( la Nebula degli Avengers) nel ruolo della secchiona che non sa flirtare; infine Kevin Hart, che gigioneggia come suo solito.

Il film è essenzialmente portato avanti dall’istrionismo degli attori, che hanno ritmo e sanno interagire bene tra di loro. È un film sicuramente godibile per una serata a base di pop-corn e schiamazzi, e anche per i ragazzi può essere una buona visione. Infatti, diverte senza essere volgare, e anzi, come i classici Disney, ha anche qualche piccola ambizione educativa.

Il regista è Jake Kasdan, figlio del regista Lawrence Kasdan. Questo Natale esce anche in Italia il seguito, Jumanji: the Next Level.

PANORAMICA

regia
soggetto e sceneggiatura
performance
emozioni

SOMMARIO

Un reboot godibilissimo del classico film per ragazzi, aggiornato ai tempi e con moralina finale.
Marianna Cortese
Marianna Cortese
Attualmente laureanda in Lettere Moderne, ho sempre avuto un appetito eclettico nei confronti del cinema, fin da quando da bambina divoravo il Dizionario del Mereghetti. Da allora ho voluto combinare cinema e scrittura nei modi più diversi e ho trangugiato di tutto: da Kim Ki-Duk a Noah Baumbach, da Pedro Almodovar a Alberto Lattuada. E non sono ancora sazia.
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