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Cvlt – Il corto di Dario Argento per il nuovo album di Noyz Narcos e Salmo

Cvlt è il titolo del nuovo album di Noyz Narcos e Salmo, due rapper che non hanno certo bisogno di presentazioni.

I due artisti hanno collaborato a stretto contatto lungo tutto l’arco della loro più che decennale carriera. Cosa c’è di particolare quindi? Niente forse, o solo che il nuovo cd è stato presentato con l’annuncio parallelo di un corto scritto e diretto da Dario Argento.

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Il maestro dell’horror italiano, autore di grandi successi come Profondo Rosso e Occhiali Neri, è stato “messo in mezzo” da Noyz Narcos e Salmo per curare la parte visual di un progetto che, a questo punto, ha del clamoroso.

Cvlt (un titolo a dir poco evocativo) è disponibile su Amazon Prime. I due hanno quindi fatto le cose in grande, non solo per dare un boost al loro prodotto, ma anche per rendere omaggio al genere horror che da sempre è sfondo dei loro testi e del loro modo di fare.

Salmo iniziò con una maschera di teschio in faccia. Noyz Narcos, in occasione di Verano Zombie, aveva conquistato le folle, esternando anche a tutti la sua passione per l’occulto, per il gotico e, sì diciamocelo, anche un po’ per il gusto dell’orrido.

Chi meglio di Dario Argento per sugellare questa passione comune?

Cvlt – Un’idea ragionata

Cvlt è stato prodotto da Think Cattleya e Maestro. L’intento era quello di inserire i due rapper all’interno di un corto che li rendesse a tutti gli effetti protagonisti.

I due infatti, come si vede nell’opera, sono accolti a notte fonda in una villa spettrale abitata da creature sinistre e da Dario Argento in persona che li ospita con massima disponibilità. Il regista si presta quindi anche come attore.

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L’idea è stata ben accolta dal maestro dell’horror che si è messo a disposizione dei due artisti in tutto e per tutto, adattando la mini sceneggiatura alle loro caratteristiche fisiognomiche.

Da subito si vedono in Cvlt i due rapper fare ingresso nella villa a bordo di una macchina sportiva. Quì le prime parole di Noyz che ricalcano alla perfezione l’attinenza con la realtà dei copioni di Argento stesso: <<Ao! Bella psycho sta villa eh?!>>.

Dall’altro lato Salmo a fargli compagnia con un’inalatore per asmatici (che utilizza effettivamente). Tutto si mescola in un cocktail frizzantissimo di atmosfera palpitante e sfumature volutamente cringe.

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D’altronde la battuta iniziale che accompagna i due protagonisti nel viaggio in macchina è una fervida discussione su come fare la carbonara.

Lo stile stesso di Dario Argento è sempre stato improntato a una dimensione umana essenzialmente flemmatica. Oltre al dialogo appena citato, rileva una musica di sottofondo palesemente anni ottanta che si unisce alla spensieratezza (almeno iniziale) dei due.

Quest’impronta pacata viene risvegliata solo successivamente da eventi sovrannaturali. Noyz Narcos e Salmo in questo frangente appaiono come perfetti individui di scena. Sembrano inizialmente quasi avulsi dal contesto. Eppure, una volta arrivati nella fantomatica villa, dovranno fare i conti con una trappola bella e buona.

Dario Argento, dopo aver fatto intendere che sta per aver luogo una proiezione della sua ultima fatica, dice loro che il film non è pronto e che manca la scena finale. A questo punto, entra in scena un assassino che li insegue e li uccide.

Molto più di un semplice omaggio

Cvlt è appunto breve ma decisamente intenso. Rilevano più di qualunque cosa gli oggetti di scena: bambole di vecchi film di Argento (in questo caso Profondo Rosso) e teschi di ogni sorta a inquietare lo spettatore. Uno di questi ricorda molto la maschera che Salmo indossava a inizio carriera.

Se si vuole fare un pò di dietrologia, Cvlt è essenzialmente un omaggio al Made in Italy. Da cosa lo si vede? Nel Rap come nel cinema, di fatto, alcuni generi sono sempre stati appannaggio di grandi artisti americani. Guai a paragonare Argento a Hitchcock o simili.

Eppure Cvlt insegna come anche un artista italiano possa dire la sua, dando una codifica personale al genere di riferimento. Salmo e Noyz Narcos si allineano (in termini musicali) a questo modo di intendere l’arte.

Il genere non è di nessuno se non di chi prova a parafrasarlo. Quest’ultimi non saranno i rapper più famosi al mondo ma hanno una loro visione del Rap e della musica e ne provano a dare una lettura molto attinente al contesto sociale italiano.

Fu così che Dario Argento arrivò a meritare l’appellativo di maestro: la sua impronta singolare all’horror ha comunque fatto scuola e ha gridato al mondo <<In Italia lo facciamo così>>. I due artisti hanno accolto questa chiamata e si sono calati nella parte.

Cvlt non è solo un omaggio ma un grido di coraggio urlato a chi prova a scardinare i preconcetti e le prese di posizione sterili. Un grande piacere dunque veder collaborare cinema e musica nella presentazione di un essenziale invito all’arte, alla sperimentazione e, da un lato, alla tradizione.

Tradizione non intesa come rispetto di stilemi e canoni comandati ma come capacità di trasformare un’innovazione in un classico. Da quì il nome, perfetto, per il corto: Cvlt.

Cvlt
Federico Favale
Federico Favale
Anche da piccolo non andavo mai a letto presto. Troppi film a tenermi sveglio. Più guardavo più dicevo a me stesso: "ok, la vita non è un film ma se non guardassi film non capirei nulla della vita".