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Creep: un film a dir poco inquietante

Creep è un mockumentary/found footage film del 2014 diretto da Patrick Brice. La pellicola è presente sulla piattaforma Netflix, solo in lingua originale (inglese) con i sottotitoli in italiano. Inquietante nella sua semplicità.

Trama

Aaron è un giovane videomaker che risponde ad un annuncio online postato da Josef. Si tratta dell’ingaggio per un lavoro misterioso e segreto, per il quale Aaron dovrà incontrare Josef in un luogo isolato di montagna. L’uomo chiede di essere filmato per l’intera giornata, in quanto sta per morire a causa di un tumore al cervello e non potrà mai vedere il figlio che sta per nascere. Tuttavia, mentre passano le ore, la situazione si fa sempre più bizzarra ed inquietante.

Creep

Il cast di Creep

Da buon film found footage, Creep ha un cast estremamente limitato. Per l’intera durata del film il pubblico vede solamente due personaggi: Aaron e Josef. Il primo è interpretato dal regista stesso ed è colui che meno si vede sullo schermo. Lui tiene la telecamera e filma ogni momento di quella inquietante giornata. Brice veste così i panni di un videomaker cauto e spaventato, ma allo stesso tempo empatico nei confronti della situazione di Josef. Quest’ultimo è interpretato da un’ angosciante Mark Duplass che, nella semplicità delle sue azioni, crea un climax ascendente di stranezze allarmanti.

Il terrore del found footagen in Creep

Creep è una pellicola estremamente semplice, ma dal profondo impatto sia visivo che emotivo. Il mockumentary o il found footage costituiscono un genere cinematografico che prende falsi eventi e li rende reali. Per fare ciò si rifà alle regole e ai dettami della tecnica documentaristica. Ciò comprende la presenza di una sola macchina da presa e, per la maggior parte, di riprese con camera a mano. Nonostante ciò, i raccordi tra una scena e l’altra vengono sfruttati per svelare i diversi colpi di scena presenti nella narrazione. Il nostro tramite attraverso la storia di Josef è Aaron, incaricato di filmarlo per una giornata intera. Il pubblico vede ciò che vede il videomaker, apprendendo la storia attraverso i suoi occhi. Questo significa che molte cose sono celate, perchè il punto di vista è limitato.

Creep

La tecnica cinematografica utilizzata in Creep è capace di creare un’atmosfera ansiogena e terrificante per diversi motivi. Primo fra tutti, il pubblico viene messo di fronte a qualcosa che potenzialmente è reale. Attraverso il concetto di sospensione dell’incredulità, lo spettatore accetta che quello che sta accadendo di fronte a lui sia la realtà. Questo aumenta senz’altro lo stato di ansia e inquietudine. Inoltre, come detto, colui che guarda il film non è cosciente di tutto ciò che accade fuori campo, poichè possiede solo il punto di vista di Aaron. Sono tutti elementi che contribuiscono a rendere Creep un ottimo horror.

La semplicità è tutto

La bellezza di Creep sta nel fatto che si tratti di un film estremamente semplice. A partire dal cast ridotto, passando per le location e la macchina da presa. Tutto estremamente basico, come vogliono le regole del found footage. Nonostante ciò, si tratta di una pellicola che trasmette terrore ed inquietudine a livelli esagerati. Il pubblico intuisce fin da subito che qualcosa non va, ma non sa fino a che punto e quando la situazione esploderà. Può solo attendere paziente in un clima di crescente ansia, inerme di fronte a ciò che succede sullo schermo. Accettando, poi, la clausola fittizia che si tratti di avvenimenti reali, lo spettatore non può che esserne ancora più terrorizzato.

Creep

Il punto forte di Creep, oltre alla prassi del finto documentario, è senz’altro Mark Duplass. Duplass ci restituisce un Josef che inizialmente, se pur strano, pare solo un uomo disperato e solo. Questa sensazione, però, durante il film inizia a cambiare e lo spettatore capisce che Josef è in realtà una minaccia. Anche dietro ad un suo sorriso si nasconde l’orrore e l’inquietudine. L’attore è estremamente capace nel costruire un personaggio che è sia una minaccia, sia un elemento con cui empatizzare. Perfino Aaron, ad un certo punto, si ricrede e prova pena per lui, sottovalutando il pericolo imminente.

Conclusioni

Creep è un ottimo esempio di mockumentary e found footage, che nella sua semplicità riesce a terrorizzare lo spettatore. Il classico film che, una volta terminata la visione, lascia qualcosa dentro, un senso di ansia e inquietudine. Magistrale come nella semplicità Mark Duplass abbia creato un personaggio così agghiacciante. Il tutto, ovviamente, elevato dall’utilizzo della tecnica cinematografica del falso documentario. Il pubblico non riuscirà a staccare gli occhi dallo schermo.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Creep è un film che appartiene alla categoria dei mockumentary e found footage. Nella sua semplicità, si tratta di una pellicola che crea ansia ed inquietudine nello spettatore a livelli altissimi. Presentandosi come un falso documentario è possibile prendere ciò che accade per vero e Mark Duplass restituisce un’interpretazione a dir poco ansiogena di un serial killer.
Laura Maddalozzo
Laura Maddalozzo
Datemi uno schermo e dei popcorn e sono la persona più felice del mondo. Il mio habitat cinematografico? Un’apocalisse zombie o ovunque ci sia un’atmosfera horror

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Creep è un film che appartiene alla categoria dei mockumentary e found footage. Nella sua semplicità, si tratta di una pellicola che crea ansia ed inquietudine nello spettatore a livelli altissimi. Presentandosi come un falso documentario è possibile prendere ciò che accade per vero e Mark Duplass restituisce un’interpretazione a dir poco ansiogena di un serial killer. Creep: un film a dir poco inquietante