Diretto da Michael Mann, “Collateral” è un thriller ambientato nelle strade notturne di Los Angeles, dove va a diventare un vero e proprio personaggio. Presentato fuori concorso alla 61esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, il film racconta la storia di Max, un tassista sognatore che si trova coinvolto in una notte infernale quando Vincent, un sicario spietato, lo costringe a diventare il suo autista. Tutto questo mentre compie una serie di omicidi prefissati.
Mann è celebre per la sua capacità di catturare l’essenza urbana delle città e, in “Collateral”, riesce a trasformare Los Angeles in una giungla di cemento, piena di neon e ombre minacciose. Il regista utilizza il digitale in modo innovativo per esaltare l’illuminazione naturale e il senso di realismo. Lo spettatore si trova immerso in una metropoli notturna viva e pulsante. Le riprese panoramiche e le luci soffuse contribuiscono a creare un’atmosfera tesa e claustrofobica, quasi ipnotica.
Collateral: cast, trama, recensione
Tom Cruise offre una delle sue performance più intriganti e controverse, interpretando un personaggio cinico e metodico. Con i suoi capelli grigi e l’aspetto freddo, Vincent è un antagonista carismatico ma pericoloso. Jamie Foxx, nei panni di Max, rappresenta il perfetto contrasto: è un uomo semplice con sogni infranti, costretto a confrontarsi con una realtà violenta che lo travolge. La dinamica tra i due personaggi è il cuore del film. I dialoghi che esplorano tematiche come il destino, la moralità e la casualità della vita.
Mann esplora la fragilità delle vite ordinarie e l’imprevedibilità del destino. Max e Vincent sono due uomini all’apparenza opposti, ma il film suggerisce che entrambi sono in trappola. Max si trova in una vita stagnante, mentre Vincent è nel suo nichilismo. Il rapporto che si sviluppa tra loro durante la notte è carico di tensione e ambiguità morale.
L’interazione tra i due protagonisti è il vero fulcro narrativo di “Collateral”. Tom Cruise, qui in un ruolo atipico rispetto ai suoi standard, offre una performance sorprendentemente intensa e minacciosa. Il suo Vincent è un personaggio affascinante e complesso. Infatti appare come un professionista freddo e distaccato, la cui morale cinica si scontra con la genuina bontà e il pragmatismo di Max. Cruise incarna alla perfezione quest’ assassino metodico, con una compostezza quasi zen, ma che lascia trasparire un’ombra di vulnerabilità dietro il suo controllo apparentemente perfetto.
Jamie Foxx, dall’altra parte, porta in scena un Max pieno di sfumature. E’ un uomo comune, un sognatore intrappolato in una routine senza via d’uscita, che vede i suoi piani per il futuro sempre rinviati a un domani che sembra non arrivare mai. Foxx interpreta Max con una sensibilità che rende credibile la sua evoluzione. Passa infatti da vittima passiva, costretta ad assistere agli eventi, a trovare finalmente il coraggio di agire.
Javier Bardem appare in una breve ma significativa scena nei panni di Felix, un potente narcotrafficante che incarica Vincent di eliminare una serie di testimoni chiave. Il suo personaggio è cruciale per comprendere le motivazioni dietro la missione di Vincent e fornisce una visione interessante del mondo criminale che si nasconde dietro gli eventi della notte. Nonostante il poco tempo sullo schermo, Bardem riesce a infondere in Felix una presenza intimidatoria e sofisticata. Con questo personaggio, riesce a dare un assaggio del carisma oscuro, poi perfezionato in ruoli successivi come in “Non è un paese per vecchi“.
Mark Ruffalo interpreta Ray Fanning, un detective della polizia di Los Angeles che sta indagando sui crimini di Vincent. A differenza di molti poliziotti stereotipati presenti nei thriller, Fanning è un personaggio astuto e determinato, che gradualmente si avvicina a scoprire la verità. Il ruolo di Ruffalo è più contenuto, ma la sua performance trasmette la frustrazione e l’urgenza di un uomo che cerca disperatamente di fermare una spirale di violenza prima che sia troppo tardi. La sua caratterizzazione aggiunge un ulteriore livello di tensione al film, rappresentando un’ulteriore minaccia per Vincent e una potenziale ancora di salvezza per Max.
La notte come resa dei conti in “Collateral”
Uno degli aspetti più affascinanti di “Collateral” è il modo in cui Mann intreccia temi esistenziali e riflessioni filosofiche all’interno di una struttura narrativa apparentemente semplice. La notte diventa un simbolo di trasformazione e resa dei conti, un viaggio metaforico che obbliga i personaggi a confrontarsi con i loro fallimenti e le loro scelte.
Il film esplora l’ineluttabilità del destino e la casualità che può decidere la vita o la morte. Viene suggerito che la differenza tra chi vive una vita anonima e chi invece abbraccia il caos è spesso sottile. Max e Vincent sono due facce della stessa medaglia: entrambi bloccati in ruoli che li soffocano, ma con risposte opposte al loro malessere.
Pur trattandosi di un thriller, “Collateral” si distingue per l’eleganza con cui dosa l’azione, mantenendo sempre alta la tensione senza mai cedere a esplosioni gratuite o spettacolarità forzata. Ogni scena d’azione è precisa, calcolata e radicata nel contesto narrativo. La scena nella discoteca “Fever” è uno dei momenti più memorabili del film. Con la musica techno pulsante, il gioco di luci e il caos controllato che si combinano per creare una delle sequenze più elettrizzanti e visivamente affascinanti del cinema moderno.
Los Angeles è parte attiva della storia
Anche i momenti di quiete tra i personaggi sono densi di suspense, con dialoghi ricchi di sottotesti e di tensione latente. Le conversazioni tra Max e Vincent, spesso punteggiate da riflessioni sulla vita, la morte e il significato dell’esistenza, elevano il film a un livello superiore rispetto al thriller medio. E questo offre spunti di riflessione senza mai rallentare il ritmo.
Los Angeles non è solo un’ambientazione, ma diventa un vero e proprio personaggio. Michael Mann esplora la città nelle sue molteplici sfaccettature: dalle zone più luminose e glamour a quelle più oscure e degradate. La città è ritratta come un labirinto alienante e indifferente, una giungla urbana in cui è facile perdersi, metaforicamente e fisicamente. Ogni location scelta sembra avere un peso simbolico, contribuendo a costruire l’atmosfera di un mondo che sembra sull’orlo del collasso, dove la moralità è fluida e il pericolo si nasconde dietro ogni angolo.
“Collateral” è un thriller che combina un’estetica raffinata con una trama ricca di tensione e significato. Le magistrali interpretazioni di Cruise e Foxx, unite alla regia visionaria di Mann, rendono questo film uno dei migliori esempi di cinema d’autore all’interno del genere thriller, un’opera che non si limita a intrattenere ma che lascia il pubblico con domande scomode e un senso di inquietudine che persiste ben oltre i titoli di coda.