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Blue Jasmine – La recensione del film di Woody Allen

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Blue Jasmine, il film scritto e diretto da Woody Allen, che ha come protagonista una strepitosa Cate Blanchett, tanto da vincere ai Premi Oscar del 2014 l’ambita statuetta come migliore attrice protagonista e un Golden Globe come miglior attrice in un film drammatico, nei panni di Jasmine.

Blue Jasmine
Blue Jasmine, 2013

Blue Jasmine, trama e recensione

Blue Jasmine, uno dei migliori film di Woody Allen. Commedia drammatica solida; ben orchestrata. Dialoghi frizzanti irresistibili (memorabile: “Con chi dovrei andare a letto per avere un Vodka Martini?”). Compagnia di attori al top; dal primo all’ultimo. Spicca un energico Andrew “Dice” Clay. Ma bucano lo schermo anche Max Casella e Bobby Cannavale.

Allen ha scritto la sceneggiatura ispirandosi al drammaturgo americano Tennessee Williams e quindi a un’opera celebre del cinema hollywoodiano: “Un tram che si chiama Desiderio”, film del 1951 diretto da Elia Kazan; il cast da urlo: la splendida Vivien Leigh (che si aggiudicò l’Oscar) e un iconico Marlon Brando. Certo non sfugge che Cate Blanchett, prima di recitare in questa pellicola del regista newyorkese (lui in un’intervista disse che la Blanchett era stata la sua ‘prima scelta’ per il ruolo complesso di Jasmine), aveva già interpretato a teatro Blanche DuBois, che è appunto la protagonista della pièce di Williams. Idem Alec Baldwin (anche lui nel cast di Blue Jasmine) che calcò le tavole di Broadway nei panni di Stanley.

Blue Jasmine
Blue Jasmine, 2013

La trama di Blue Jasmine ruota attorno a due sorelle agli antipodi: l’opportunista Jasmine e la sempliciotta Ginger (un’ottima Sally Hawkins). Jasmine che naviga nell’oro. Ginger, madre di due ragazzini, povera in canna. Ginger lavora in un supermercato, non ha grilli per la testa: se ne sta in un modesto appartamento a San Francisco e frequenta uomini che Jasmine non esita a definire “sfigati”.

Jasmine non ha mai sgobbato in vita sua (esilarante la scena in cui, quasi in preda a una crisi di nervi, racconta di essersi vergognata da morire a far la commessa in un negozio di scarpe).

Jasmine è miliardaria perché ha sposato un buon partito, un pezzo grosso dell’alta finanza (a cui dà il volto un perfetto Alec Baldwin). Frequenta dunque la crema di Manhattan e gli ambienti più chiusi dell’alta società. Tuttavia, come recita un vecchio adagio, “la ruota gira”, ed ecco allora che la capricciosa Jasmine si ritrova di colpo in mezzo a una strada e senza un dollaro in tasca. Una vita completamente a pezzi. Jasmine, toccato il fondo, avrà solo una chance: bussare alla porta di Ginger. Jasmine e Ginger, come cane e gatto, costrette a una convivenza forzata in pochi metri quadrati.

Le liti saranno quotidiane e, per noi spettatori, esilaranti.

Blue Jasmine

Blue Jasmine, una donna sull’orlo della follia

Jasmine è fragile psicologicamente. Il crac finanziario la fa sprofondare in una voragine. Inizia a bere come una spugna (fiumi di Vodka). S’imbottisce di pasticche e tranquillanti che le provocano allucinazioni. Tenterà di rialzarsi, di trovare una via d’uscita in un labirinto di situazioni intricate e tragiche. Cercherà con insistenza l’amore. Ma gli sforzi saranno comunque vani e il finale è un pugno nello stomaco.

L’interpretazione della Blanchett risulta sublime nei monologhi. Sophia Loren nella sua autobiografia “Ieri, oggi, domani. La mia vita” ha confessato di esserne rimasta molto colpita. Sì, perché la Blanchett, soprattutto nell’ultima scena, lascia a bocca aperta.

Insomma, se non avete mai visto Blue Jasmine, rimediate in fretta.

Blue Jasmine, trailer

PANORAMICA

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Blue Jasmine
Micol Graziano
Micol Graziano
Amo il cinema e i pop-corn.

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