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Tutti gli uomini di Victoria, la recensione

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Tutti gli uomini di Victoria è un film di Justine Triet, autrice di Anatomia di una caduta. E ha tanto in comune con il candidato agli Oscar 2024.

A detta di molti, Anatomia di una caduta è tra i film più belli usciti quest’anno e candidato agli Oscar 2024. Vincitore dei premi Cesar ha vinto, a pieno titolo, la statuetta per la Migliore Sceneggiatura Originale.

Questo film ne condivide diversi elementi: scopriamo insieme quali.

Tutti gli uomini di Victoria, una scena del film

Tutti gli uomini di Victoria, la trama

Victoria Spick è una avvocatessa penalista intorno ai 40 anni, divorziata e con due figlie piccole a carico. Tra le difficoltà a gestire le bambine e un ex marito aggressivo, Victoria deve fare i conti con tutti i problemi di una donna che inizia ad invecchiare, calo del desiderio incluso.

Al matrimonio di un caro amico incontrerà un vecchio cliente, l’ex spacciatore Sam, e un amico di lunga data, Vincent: quest’ultimo le chiederà di assisterlo in veste di legale. E il corso della sua vita cambierà radicalmente.

Tutti gli uomini di Victoria, una scena del film

Gli elementi in comune con Anatomia di una caduta

Iniziamo con il precisare che Tutti gli uomini di Victoria è decisamente una commedia, a differenza dell’ultimo film di Triet. Eppure i due film hanno in comune molto più di quello che potrebbe sembrare di primo acchito.

Partiamo dalla protagonista: è una donna di mezz’età che fa l’avvocato e appare in molte scene che si svolgono in aule processuali. E’ evidente come Triet sia appassionata di film giudiziari, dal momento che anche il suo Anatomia di una caduta ci mostra una donna coinvolta in prima persona in un processo (e un avvocato, stavolta uomo).

Nel film, Victoria è solita fare frequenti switch linguistici, passando dal francese all’inglese per non far capire che cosa dice alle sue figlie (per Sandra, invece, quel cambio di lingua serve per comunicare con i familiari).

Ad assumere un’importanza centrale, nel processo che vede Victoria come legale difensore e Sandra come imputata, è sempre un cane: nel caso di Victoria, un dalmata che viene sfruttato come testimone dei fatti. E, in entrambi i film, c’è un elemento decisivo che influenza il corso del processo.

C’è l’utilizzo dei farmaci a scopo autolesionistico, salvataggio in extremis incluso da parte di altri personaggi.

Poi c’è il tema della scrittura: l‘ex marito di Victoria, David, è un blogger che ama scrivere e sfrutta le loro vicende di coppia come ispirazione, proprio come fa Sandra in Anatomia di una caduta. E le usa l’unica accortezza di cambiare il suo cognome in Spock.

Dietro la facciata dello scrittore si cela un uomo fragile, con velleità artistiche, che si è sempre sentito adombrato dalla ex moglie, affine al Samuel dell’altro film.

Tutti gli uomini di Victoria, una scena del film

Victoria, una donna in crisi (di mezz’età)

Che Victoria sia una donna insoddisfatta dalla propria vita lo sappiamo fin dalla prima scena. La vediamo seduta sulla poltrona, dal suo analista, mentre gli confida “Vorrei capire quando ha cominciato ad andare a rotoli la mia vita”.

Rappresenta la classica donna single in carriera che mette tutta sé stessa nel lavoro: a casa con le figlie non c’è mai, come l’accusa ad inizio film il babysitter.

Nei confronti del sesso, anche se in passato è stata una fervente praticante, oggi prova un certo disinteresse. Ma la visita a una veggente, alla disperata ricerca di risposte, la convincerà a rimettersi in gioco sotto quel punto di vista.

E’ comunque una persona che, per sua stessa ammissione “prova piacere soprattutto dal suo lavoro”. Il precipitare degli eventi la trasformerà, rivelandole una lapalissiana verità.

Tutti gli uomini di Victoria, una scena del film

Una sceneggiatura scoppiettante. E un commento musicale importante

Oltre all’interpretazione della protagonista ad animare il film è, come anche in Anatomia di una caduta, l’eccellente sceneggiatura, sempre opera della regista francese.

Una sceneggiatura che risplende soprattutto nelle scene ambientate in tribunale, che non mancano: sono infatti due le cause legali che si intrecciano e in parte si confondono in Tutti gli uomini di Victoria.

Anche la musica assume un ruolo importante, unico, soprattutto in alcune scene dove prende il sopravvento. E risuona alta e martellante proprio come la musica di 5 Cents che si sente all’inizio di Anatomia di una caduta.

Tutti gli uomini di Victoria, una scena del film

Tutti gli uomini di Victoria, il cast

Nella parte della protagonista Victoria troviamo la spumeggiante Virginie Efira, buffa e sensuale al tempo stesso. Un’attrice che in seguito ha preso parte ad un altro film di Triet, Sybil – Labirinti di donna (2019), altra pellicola imparentata con Anatomia di un omicidio.
Per il suo ruolo in Tutti gli uomini di Victoria, Efira ha vinto un Premio Magritte nel 2017.

Accanto a lei troviamo, nei panni di Samuel, l’ex enfant prodige Vincent Lacoste, pressoché sconosciuto in Italia salvo che per Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà (2012).

Vincent, cliente e amico di Victoria è Melvil Poupaud, interprete del marito della favorita di Luigi XV Jeanne Du Barry nell’omonimo film di Maiwenn (2023), qui alla sua prima collaborazione con Triet.

A tutelare gli interessi di Victoria in tribunale è la collega-amica Christelle, interpretata da un’attrice che si è fatta conoscere a livello globale su Netflix: alludiamo a Laure Calamy, presenza fissa della celebre serie francese Chiami il mio agente! (2015-2020).

Tutti gli uomini di Victoria, una scena del film

Tutti gli uomini di Victoria, le conclusioni

Tutti gli uomini di Victoria, secondo film diretto da Justine Triet, è un film divertente con una vena malinconica che funziona soprattutto grazie ad una brillante protagonista come Virginie Efira e ad una sceneggiatura perfettamente architettata.

Presentato in apertura del Festival del Cinema di Cannes del 2016, questo film presenta molti dei prodromi di Anatomia di una caduta: i casi giudiziari che finiscono in tribunale, i mariti insicuri, l’uso poliglotta della lingua, la madre che protegge i propri figli, l’animale come personaggio chiave della vicenda. E, ultimo ma non meno importante, una sceneggiatura da Oscar.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Tutti gli uomini di Victoria, secondo film diretto da Justine Triet, è un film divertente con una vena malinconica che funziona soprattutto grazie ad una brillante protagonista come Virginie Efira e ad una sceneggiatura perfettamente architettata. Presentato in apertura del Festival del Cinema di Cannes del 2016, questo film presenta molti dei prodromi di Anatomia di una caduta: i casi giudiziari che finiscono in tribunale, i mariti insicuri, l'uso poliglotta della lingua, la madre che protegge i propri figli, l'animale come personaggio chiave della vicenda. E, ultimo ma non meno importante, una sceneggiatura da Oscar.
Redazione
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Tutti gli uomini di Victoria, secondo film diretto da Justine Triet, è un film divertente con una vena malinconica che funziona soprattutto grazie ad una brillante protagonista come Virginie Efira e ad una sceneggiatura perfettamente architettata. Presentato in apertura del Festival del Cinema di Cannes del 2016, questo film presenta molti dei prodromi di Anatomia di una caduta: i casi giudiziari che finiscono in tribunale, i mariti insicuri, l'uso poliglotta della lingua, la madre che protegge i propri figli, l'animale come personaggio chiave della vicenda. E, ultimo ma non meno importante, una sceneggiatura da Oscar.Tutti gli uomini di Victoria, la recensione