Fuori ufficialmente il primo trailer di “Springsteen: Liberami dal Nulla”, biopic musicale con protagonista Jeremy Allen White (The Bear) a vestire i panni del celebre cantante statunitense Bruce Springsteen.
Una storia travagliata
L’opera, scritta e diretta da Scott Cooper (The Pale Blue Eye), sbarcherà nelle sale italiane il 23 ottobre- data che lascia più di qualche spiraglio di speranza ad una papabile partecipazione alla 82esima edizione della Biennale del Cinema di Venezia– e si concentrerà sull’adattare l’omonimo romanzo pubblicato nel 2023 dal musicista Warren Zanes. Focus di quest’ultimo, il tormentato processo creativo dietro la lavorazione dell’album “Nebraska”, progetto discografico che all’inizio degli anni Ottanta tenne la rockstar impegnata per lungo tempo per giunta in un momento psicologicamente molto difficile.
In questi anni infatti l’artista, sul punto di diventare una superstar a livello mondiale, dovette fare i conti sia con le aspettative pressanti del pubblico sia con i suoi fantasmi del passato. Nonostante le difficoltà, “Nebraska” nacque ufficialmente nel settembre del 1982 e, a distanza di quasi quarantacinque anni dalla sua uscita, è ancora oggi ricordato all’interno dell’ecosistema musicale come una delle pietre miliari del genere rock.
Sinossi e cast
Recita in tal senso così la seconda parte della sinossi ufficiale della pellicola:
“Registrato su un recorder a 4 tracce nella camera da letto di Springsteen nel New Jersey, l’album ha segnato un momento cruciale della sua vita ed è considerato una delle sue opere più durature: un disco acustico crudo e tormentato, popolato da anime perse in cerca di una ragione per credere”
Ad affiancare Jeremy White nel ruolo del Boss (questa la denominazione odierna rivolta dai più affezionati) saranno Jeremy Strong nel ruolo di Jon Landau, storico manager e confidente di Springsteen; Paul Walter Hauser nei panni di Mike Batlan; Stephen Graham e Gaby Hoffman nei panni di Doug e Adele, rispettivamente padre e madre dell’artista; Odessa Young nel ruolo di Faye, il suo interesse amoroso; Marc Maron nelle vesti di Chuck Plotkin e David Krumholtz in quelle di Al Teller.
Sull’onda dei biopic
Il biopic musicale dedicato a Bruce Springsteen rappresenta solo l’ultimo di una serie di tasselli cinematografici capaci di sfondare le barriere hollywoodiane e guadagnarsi una propria e ben definita fetta di pubblico. Il riferimento, volto in maniera limpida al “quartiere cinematografico” dei biopic musicali, non può non cogliere più di qualche analogia con l’“A complete Unkown” di James Mangold, uscito nel gennaio 2025 e con al centro un’ altro giovane astro della settima arte del futuro, Timothée Chalamet, nei panni anche lui di una star musicale di respiro globale, Bob Dylan.
Nell’interessante ‘circolino’ (ogni fatto o riferimento a perone reali è puramente casuale) troviamo solamente negli ultimi anni pellicole come “Bohemian Rhapsody” (2018, Bryan Singer), “Rocketman” (2019, Dexter Fletcher), “Elvis” (2022, Baz Luhrmann) o ancora, subentrando più nella nicchia sia per rilevanza artistica che per risposta dell’audience, “Maria” (2024, Pablo Larrain), con al centro Maria Callas interpretata da Angelina Jolie.