Vi siete mai immagini come sarebbe vivere senza la responsabilità delle conseguenze date dalle nostra scelte, perché il futuro, in senso più tradizionale, non esiste? Eliminato da un loop temporale che costringe a una routine che si ripete impeccabilmente ogni giorno, all’infinito. Un ripetersi modificato esclusivamente dal nostro intervento, che ha una valenza solo temporanea. Questo è quello che si ritrova a vivere Nyles in Palm Springs, film del 2020, diretto da Max Barbakow e scritto da Andy Siara, ricordandoci le vicende vissute da Bill Murray in Rincomincio da capo del 1993.
Il film, presentato a gennaio 2020 al Sundance Film Festival, ora ha raggiunto il successo internazionale. Arrivato in Italia da poco, è presentato anche alla Festa del Cinema di Roma, per la categoria Tutti ne parlano, dedicata a lungometraggi internazionali che hanno già avuto un buon riscontro dal pubblico. Palm Springs s’insinua delicatamente anche in un’attualità scomoda e drammatica, legata a una pandemia che ci ha visti costretti a rinchiuderci in casa, dove il ripetersi delle giornate è diventato una difficile convivenza e insieme una “piacevole”, ma non troppo, tranquillità di non pensare alla frenesia legata alla vita di tutti i giorni. Il protagonista, interpretato da Andy Samberg, si ritrova bloccato in questo mondo parallelo, temporalmente disconnesso da uno scorrimento cronologico degli eventi. Dettaglio fondamentale: la giornata con cui Nyles rimane bloccato, è il matrimonio di un’amica della fidanzata.
Dall’inizio della storia a noi sembra una giornata normalissima, ma è già l’ennesima copia della copia per il protagonista, che effettivamente a noi risulta essere leggermente fuori luogo rispetto al contesto. All’inizio noi non comprendiamo appieno la posizione di Nyles, lo osserviamo con gli occhi degli invitati, ignari del vero significato dietro il suo porsi goffo e divertente verso la situazione. Abbastanza non curante dell’evento in sé, risultando in maniera comica, anche abbastanza egoista e intransigente. La giornata sta per finire ed ecco che entra in gioco Sarah, Cristin Milioti, sorella della sposa, Tala. Sarah viene “salvata” da Nyles dal discorso che dovrebbe dedicare agli sposi, per cui non era per niente preparata. Abbastanza incline all’alcool e al sesso, Sarah si lascia conquistare da Nyles ed è proprio in un momento d’intimità che anche lei cade all’interno dello spazio temporale ripetitivo in cui è finito il protagonista, trovandosi a condividere con lui questa nuova realtà. Certamente una condizione non semplice da affrontare e da accettare, che porta la ragazza subito in uno stato di angoscia e rabbia, quindi a tentare più vie d’uscita, compresa la morte.
Capitare in questa prigionia temporale e spaziale, può far sviluppare due atteggiamenti differenti, che come citato prima, possono essere uno stato di rassegnazione e leggerezza data dall’assenza di una vera e propria responsabilità, oppure uno stato di avversione e necessità di comprendere come tornare alla normalità. Sarah e Nyles si adagiano su una realtà strettamente personale, si spostano dalla festa di matrimonio e si vivono le giornate insieme nei posti nei dintorni, appropriandosi anche di una piscina in una casa privata, di cui i proprietari sono andati in vacanza e da cui probabilmente non torneranno mai. L’estroverso carattere del protagonista e la profonda sincerità emozionale di Sarah, riescono a dare una sfumatura sempre gradevole e sensazionale alla monotonia del continuo ripetersi delle azioni.
Sarah in realtà però non si è mai arresa all’idea di vivere lì, di non ritornare alla normalità. In diverse occasioni nelle discussioni, entrambi portano in primo piano le divergenti volontà, che per un po’ si ravvicinano, lasciando spazio al romanticismo e alla complicità di condividere lo stesso destino. Palm Springs, però non è solo una storia romantica e piacevole, ma entrano in gioco teorie molto più complesse, tanto che in un certo momento i due protagonisti citano il multiverso, secondo cui diversi universi convivono su temporalità differenti. Ovvero, il mondo e la vita continuano, ma non per Nyles e Sarah che sono in questa dimensione parallela. Citazioni che ricordano anche un’altra serie sempre distribuita da Hulu in America, ovvero Devs, che tratta proprio di questo. L’aspetto più dedicato alla scienza nel film non si conclude con delle mere citazioni, ma allo stesso tempo non viene mai davvero approfondito: si fa solo intendere la potenza dell’accaduto, del ruolo della materia e del cosmo. Tanto che Sarah decide di iniziare a studiare elementi di fisica per comprendere come rimediare alla situazione.
Potrebbero esserci diversi livelli di lettura di Palm Springs, dal domandarsi se ciò che serve per tornare alla normalità è materiale o emozionale. Prettamente materiale probabilmente, ma è inevitabile, che gioca una buona e importante carta il sentimentalismo che emerge dalle soggettività dei personaggi: quell’elemento immateriale necessario per far funzionare veramente tutto. Gli avvenimenti surreali e misteriosi sono incorniciati nel deserto della California, appunto a Palm Spring, dove i colori sgargianti degli elementi compositivi spiccano sulle note di uno sfondo caldo, libero e selvaggio.
Una commedia piacevole, ma che lascia nello spettatore anche dei buoni spunti di riflessione. Dove risiete il piacere della vita? È davvero nell’assenza della routine e delle responsabilità, oppure, ne abbiamo bisogno in qualche modo?