Morgan Freeman ha abituato il mondo a delle prestazioni attoriali sublimi. Lui una di quelle figure in grado di impreziosire qualsiasi tipo di film: che sia protagonista o interprete di uno dei personaggi secondari, la sua presenza assicura carisma e non passa mai inosservata. Si può dire con la massima tranquillità che sia uno degli attori più amati di Hollywood. Fondamentale il suo essere una spalla per tutti i tipi di attori: il suo piglio rassicurante e magnetico lo rende un coprotagonista ai limiti della perfezione. Come dimenticare Seven e Robin Hood – Principe dei ladri dove la sua caratterizzazione dei personaggi era in grado di impreziosire l’opera intera.
Parte del successo di Morgan Freeman è dovuta quindi alla sua immagine: un volto molto caratteristico, poco pulito ma molto riconoscibile. Le lentiggini e i lineamenti poco aggraziati gli hanno sempre conferito un’aurea di unicità. Ogni qual volta fa un’entrata in scena ci si ferma infatti a guardarlo, proprio per questa capacità innata di porsi come un interprete alternativo (diciamo anche fuori dai canoni).
Sicuramente è capitato di vederlo, nel corso dei suoi vari appuntamenti scenici, con indosso degli orecchini molto appariscenti. Anche nelle uscite fuori dal set, o ad eventuali red carpet, il marchio estetico riconoscitivo di Morgan Freeman è sempre stato legato a questi pendenti impossibili da non notare. Si dirà che sia un puro fregio stilistico, eppure i connotati dell’oggetto sono ben più profondi.
Sembra che dietro i suoi orecchini si celi una tradizione marinara che vuole che gli stessi possano fungere da riserva di valore a portata di mano per poter comprare una bara nel caso in cui si dovesse venire a mancare all’improvviso. L’attore de Le ali della libertà e Invictus ha egli stesso confermato questa diceria.
Questa tradizione abbracciata da Freeman è nata intorno alla metà del 1500, quando i marinai inglesi si prepararono a dover affrontare rotte continue verso le indie orientali e sostenere quindi lunghi viaggi in mare. L’usanza accomunava a quanto pare sia i marinai di leva che i pirati (in un’accezione meno cinematografica, i bracconieri del mare). Non tutti potevano permettersi però dei pendenti di madre perla o dorati, motivo per cui si passò a concepire tutto ciò come un semplice rito propiziatorio per tenere lontano lo scorbuto o qualsivoglia tipo di catastrofe marina.
Inizialmente si arrivò anche a trascendere la natura puramente scaramantica dell’atto di indossare semplici orecchini: si pensava addirittura che tramite la foratura di alcune parti dell’orecchio potesse migliorare la vista. Successivamente, lungo l’arco delle varie peripezie alle quali la compagnia delle indie orientali era dedita, si capì che poteva trattarsi semplicemente di una sorta di ricompensa per chi avesse avuto cura del corpo del defunto (seppellendolo per terra e non lasciandolo in mare).
Non si sa bene come mai Morgan Freeman abbia aderito a questa storica tradizione marinara. Si è dichiarato un “pirata dell’anima” e questa sembra essere ad oggi l’unica spiegazione plausibile (o per lo meno la sola dichiarazione fatta dall’attore). Di carisma ne ha sempre avuto ma ci ha anche abituato a scelte parecchio strambe.
Ultimamente ha fatto parlare di sé per essere stato bandito dalla Russia. In occasione dello scoppio della guerra in Ucraina, Freeman sarebbe entrato a far parte della lista di mille persone non gradite all’interno dei confini nazionali russi. Il suo posto, alla casella 850 del gruppo, è dovuto ad accuse che avrebbe mosso nei confronti del Cremlino, accusato di spionaggio e guerra informatica. Tutto ciò certifica una personalità molto forte (a tratti eccentrica).
Non è il solo fatto di cronaca di cui Freeman si è reso protagonista. Si sa che, in occasione dello scandalo Weinstein, è stato infatti coinvolto in giudizio per condotta impropria sul set. In particolare, avrebbe infastidito delle ragazze presenti alla produzione e per questo ha passato delle brutte annate. Al di là di tutto questo si può dire tuttavia che l’intento della presente riflessione è quello di cercare di capire come un attore di Hollywood viva essenzialmente una vita parallela a quelli dei comuni mortali.
Saltano tutti gli schemi e le tradizioni a cui ci si avvicina sono anche decisamente astruse. Morgan Freeman in questo ha sempre rappresentato un buon esempio ma ha anche dato prova di stravaganze nette. Da un lato, si fatica a concepire come l’indossare degli orecchini (non sempre costosi) possa costituire un’abitudine credibile e alla quale essere fedele. Dall’altro però è una meravigliosa certificazione di quanto la figura sia di spessore, soprattutto se le interpretazioni richiedono creatività.
Si può dire infatti che la figura dell’altissimo e dell’onnipotente Dio in Una settimana da Dio non poteva che essere impersonificata da lui. Ma come dimenticare la prestazione in Invictus dove ha dovuto dare corpo e voce a Nelson Mandela? L’eccentricità ha sempre distinto questo artista magnifico e lo ha catapultato verso ruoli di spessore. Non sarà un’uscita su un paio di orecchini a determinare la sua grandezza ma anche in questo risiede un merito: quello di porsi sempre come se stesso e di mantenere un’unicità che vale più di tutto.