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Mixed by Erry: la recensione del film di Sydney Sibilia

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L’ingenua intraprendenza dei fratelli Frattasio è il centro nevralgico del nuovo film di Sydney Sibilia, Mixed by Erry, una narrazione romantica del più celebre pirata di musicassette della nostra storia nazionale. Una narrazione semplice e limpida non riesce a sciogliere il dualistico problema tra la legalità e l’illegalità. Forse un’occasione mancata, ma, comunque, la conferma della presenza del regista in un particolare filone di cinema di genere italiano che, per forza di cose, intrattiene il pubblico e lo diverte, come aveva fatto nel passato con Smetto quando voglio e L’incredibile storia dell’Isola delle rose.

Mixed by Erry trama

Siamo nel 1976 nel quartiere napoletano di Forcella. I tre fratelli Frattasio passano la loro vita nella precarietà, chi in carcere, chi guadagnando grazie al contrabbando di sigarette, chi pulendo un negozio di musica. Il padre, invece, vende thè spacciandolo per whisky.

La loro vita cambia quando il negozio dove Enrico, uno dei tre fratelli, lavora viene venduto. Grazie ad alcuni dischi regalatigli dal vecchio proprietario del negozio e grazie alla sua capacità di produrre compilation su musicassette, decide di far diventare le sue doti un veicolo per lavorare seriamente.

Così facendo, in breve tempo, aiutato dagli altri due fratelli, Enrico creerà un vero e proprio impero di produzione di musicassette personalizzate, chiamato Mixed by Erry. I tre fratelli, però, dovranno ripararsi da pericoli presenti su più fronti. Da un lato un boss della malavita del quartiere vorrebbe far parte di questo business, dall’altro la Guardia di Finanza, guidata dal Capitano Fortunato Ricciardi, inizia una vera e propria indagine circa la legalità di quanto i tre fratelli stanno portando avanti.

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I tre fratelli Frattasio in una scena di Mixed by Erry

Mixed by Erry cast

Il cast di Mixed by Erry è composto da Luigi D’Oriano (Enrico “Erry” Frattasio), Giuseppe Arena (Peppe Frattasio), Emanuele Palumbo (Angelo Frattasio), Francesco Di Leva (Capitano Fortunato Ricciardi), Cristiana Dell’Anna (Marisa Frattasio), Adriano Pantaleo (Pasquale Frattasio), Chiara Celotto (Francesca), Greta Esposito (Teresa), Fabrizio Gifuni (Arturo Maria Barambani).

Mixed by Erry recensione

Il regista salernitano Sydney Sibilia aveva mostrato le sue doti di narratore già grazie alla trilogia di Smetto quando voglio. Il suo nuovo film condivide con tale franchise numerosi punti. La narrazione comica di un’organizzazione che diventa impresa raggiungendo spaventosi numeri, muovendosi costantemente sull’estremo limite della legalità che, però, viene oltrepassato in entrambi i casi.

La banda di Pietro Zinni condivide con i tre fratelli Frattasio un’intraprendenza nata come reazione ad una società che li rifiuta. Nel primo caso, l’università, nel secondo un gestore di un locale che consiglia a Enrico Frattasio di tenersi stretto il posto da responsabile delle pulizie nel negozio in cui lavora. Le due reazioni, però, sono simili ma differenti.

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I tre fratelli Frattasio in una scena di Mixed by Erry

Mixed by Erry e il dualismo legalità-illegalità

Quella di Enrico è determinata da un’immaturità che non gli permette di comprendere la situazione in maniera chiara. Ciò determina l’inconsapevolezza di quanto sta portando avanti. Da questa situazione risulta, quindi, all’interno del film una visione dell’illegalità che viene camuffata attraverso il bizzarro e l’ingenuità, una giustificata forma di oltrepassare il confine della legalità.

Tutto ciò viene reso ancora più singolare da una malavita organizzata che appare quasi magnanima, interessata solo al denaro sì, ma disposta in ogni modo ad aiutare le mire dei tre fratelli. Non appare chiaro, quindi, in questo senso l’intento del regista. Che sia stato quello di rappresentare in modo caricaturale una situazione che da giovane guardava con gli occhi della curiosità? Questo certamente, ma il risultato che ne deriva non permette una lucida demarcazione dei valori.

Mixed by Erry
Enrico Frattasio, in arte Erry, in una scena del film

La rappresentazione caricaturale, però, riesce nel suo intento, portando sullo schermo un villain che risponde a numerosi stilemi della comicità classica. Il Capitano Fortunato Ricciardi, infatti, interpretato da Francesco Di Leva, è il rappresentante del principio di legalità, una legalità che non vede Erry come un Dj ma, piuttosto, come un falsario.

Pur riuscito l’intento caricaturale, il film inciampa in un’estremizzazione del dualismo composto da legalità ed illegalità, la prima maldestra ed incapace di adempiere ai suoi doveri, la seconda, anch’essa maldestra, ma divertente e romantica.

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Una delle musicassette di Dj Erry in Mixed by Erry

Colonna sonora e sceneggiatura a ritmo di musica

La sceneggiatura, comunque, riesce a conferire un ritmo alla narrazione che solamente verso la fine rischia di perdersi. L’utilizzo del flashback durante tutto il film, inoltre, se pur inizialmente gestito male in quanto l’inizio in medias res rischia di destabilizzare eccessivamente, acuisce la curiosità nello spettatore. La narrazione viene, inoltre, accompagnata da numerose canzoni d’epoca, fino ai titoli di coda, dove risuona il nuovo brano di Liberato ‘O DJ (DON’T GIVE UP), scritto appositamente per il film.

Un film che, quindi, risulta particolarmente nostalgico di un tempo passato, in cui la pirateria ancora non era normalizzata. Riesce, comunque, salvo qualche pecca narrativa, ad intrattenere fortemente il pubblico che, in modo ambiguo ed interessante, riesce ad identificarsi con i protagonisti. Volontà non dichiarata o problema narrativo?

Mixed by Erry trailer

PANORAMICA

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Mixed by Erry è una narrazione romantica di un periodo passato, a cui il regista guarda con gli occhi del ragazzo che è stato, curioso e ammirato.
Redazione
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