HomeDisney PlusLizzie McGuire - Recensione di una serie che merita un sequel

Lizzie McGuire – Recensione di una serie che merita un sequel

Lizzie McGuire evoca in tanti Millennials una serie sconfinata di suggestioni emotive. Tutte, nel concreto, afferenti a un passato televisivo che appartiene in maniera indissolubile a questa fantastica serie tv Disney.

Per comprendere la grandezza della stessa, è bene partire dai recenti sviluppi. Hilary Duff (indimenticabile nel ruolo dell’impacciata adolescente) aveva annunciato nel 2019 (lontano ormai anni luce, dopo l’esperienza pandemica).

L’attrice aveva praticamente ufficializzato la produzione di un sequel di Lizzie McGuire il web non poté reagire che con un atteggiamento di estasi assoluta.

Cominciarono addirittura a rincorrersi sui social notizie di un concreto svolgimento della registrazione dello stesso. Foto di corridoio (vere e fattuali) mostravano la Duff insieme ai vecchi personaggi del cast. La foto di famiglia con i vari Jake Thomas (Matt) Robert Carradine (il padre di Lizzie) e Jo (la madre) avevano fatto scendere una lacrimuccia sincera.

Non si sapeva nulla dei contenuti, o meglio, si andava per esclusione. Lizzie McGuire nel 2001 aveva circa tredici anni. Sarebbe stato goffo riproporre un sequel in chiave teen. La ragazza era diventata ormai adulta e si profilava una narrazione incentrata sulle nuove sfide che la vita impone a chi è ormai grande.

lizzie mcguire

Ecco quindi che in molti fantasticavano su una terza stagione incentrata sulla vita a New York di Lizzie. Le voci che circolavano parlavano di una trama semplice ma consona per quanto è stato avanzato poc’anzi.

La giovane adulta sarebbe dovuta diventare una professionista, mettendo a frutto quelle doti miste ma mai eccelse che la contraddistinguevano. La sua vita a New York presumibilmente sarebbe dovuta scorrere liscia, al contrario di quanto accadeva alle medie. Un lavoro stimolante, un ragazzo e tante rivincite prese.

Un fatto (non troppo bello) l’avrebbe fatta ritornare a casa dalla famiglia per affrontare qualcosa che non aveva mai esperito prima.

Nulla di tutto ciò si è ovviamente verificato e, come svegliatisi da un sogno, i millenials di cui sopra hanno constatato la fallacità del progetto (imploso sul nascere).

Hilary Duff sembra non aver ottenuto un’intesa profonda e sincera con Disney. I loro piani narrativi erano ben differenti. La prima ha dichiarato di voler rendere omaggio a chi con Lizzie McGuire ci era veramente cresciuto. Tutti quelli che, insomma, erano ormai diventati adulti e che meritavano di spere cosa c’era al di là di un ballo scolastico o di una cotta non ricambiata.

Disney invece avrebbe beatamente continuato a rivolgere il prodotto a un pubblico teen. Avrebbe volentieri adattato uno script per grandi a un pubblico di piccini (che nemmeno conoscevano Lizzie McGuire).

Ma, nel concreto, quello che tutti si chiedono è: ma il sequel ha ancora speranze di vedere la luce?

Lizzie McGuire – Una storia concreta

Innanzitutto occorre partire dai punti di forza che hanno reso Lizzie McGuire una serie di successo (si potrebbe dire quasi un cult praticamente).

La storia è semplice, non propriamente moderna ma sempre attuale. Azzardando un paragone tosto, si può assimilare la portata dei contenuti narrativi alla caratteristica principale dell’epica, ovvero un sostrato di valori classici, così universali che possono essere rapportati a qualsiasi età, era sociologica e persona.

I valori perpetrati da Lizzie McGuire hanno il gran merito di aver tagliato il tempo ed essere arrivati fino ad oggi.

Sì, abbiamo a che fare con la classica ragazzina bionda, insicura e alla ricerca disperata di autoaffermazione. Vive in un villino nei sobborghi di Los Angeles con una madre, un padre e un fratello pestifero che le fa passare le pene dell’inferno.

Eppure ci sono dei connotati, dei marchi di fabbrica che sono da libro. Quanti gli episodi di Lizzie McGuire che meriterebbe un’analisi accademica. In una parola, sono altamente istruttivi. Per tutti, tra l’altro.

Come non citare la puntata in cui Lizzie vuole partecipare al contest scolastico come la meglio vestita dell’istituto. La madre, non potendo permettersi i costosissimi pantaloni della “Casa dello stile” le compra un paio di jeans al mercato delle occasioni. Lizzie non vincerà ma otterrà di più: verrà apprezzata per la sua originalità, non sempre sinonimo di moda.

Seguono poi puntate su diete sbagliate (Miranda, nel caso specifico) su amori non corrisposti ma palesemente sbagliati (inseguiti come l’acqua nel deserto). Un preludio insomma a tutto quello che può accadere ad un’adolescente quando consapevolmente deve far fronte alle sue debolezze.

Vi è anche ben rappresentata la scala gerarchica nelle scuole americane: non solo cheerleader da un lato e sfigati dall’altro ma anche pressione sociale, attese e delusioni. Gordo addirittura prova ad anticipare il liceo, rimanendone terribilmente scottato. Lizzie d’altro canto deve e vuole sapere con una certa fretta su cosa concentrare la sua vita (quale talento può nello specifico coltivare).

E ancora: si parla di body shaming, in un’accezione diversa dal solito. Non è la stazza ad essere interrogata ma l’altezza. Lizzie McGuire insegna che le scorrettezze nei confronti degli altri non seguono un’unità di misura (la stupidità non ha etichette per farla breve).

Il fatto che Gordo venga rifiutato rudemente perché basso è trattato con una serietà massima che, possiamo dirlo, non ha mai e poi mai avuto eguali nel mondo di Hollywood (nemmeno in film da Oscar).

Quante speranze per il sequel?

Tutto questo testimonia come Lizzie McGuire meriterebbe un sequel ma bisogna dirlo francamente: la speranza è l’ultima a morire ma è quasi al canto del cigno.

Hilary Duff ha parlato chiaro. Fino a ché non si troverà un’intesa con Disney il progetto rimane morto e sepolto. L’attrice ha anche cominciato subito dopo le riprese i How i met your father, progetto impegnativo.

L’alternativa sarebbe stata cedere i diritti a un altro distributore (si vociferava di Hulu) ma anche Disney stessa non si priverà mai di un suo titolo bandiera.

La speranza è l’ultima a morire ma si spera anche che non sarà la vecchiaia di Lizzie a essere protagonista del sequel. I millennials aspettano e sperano.

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Lizzie McGuire è una delle serie più istruttive dell'ultimo ventennio. Con delicatezza e eguale efficacia raggiunge picchi di epicità elevati. Dove per epicità si intende la capacità di veicolare valori classici che sono fuori da ogni tempo o categorizzazione sociologica.
Federico Favale
Federico Favale
Anche da piccolo non andavo mai a letto presto. Troppi film a tenermi sveglio. Più guardavo più dicevo a me stesso: "ok, la vita non è un film ma se non guardassi film non capirei nulla della vita".

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