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La vita invisibile di Eurìdice Gusmão, la recensione

Nel 2019 il regista brasiliano Karim Aïnouz dirige La vita invisibile di Eurídice Gusmão, un melodramma incentrato sulla storia toccante di due sorelle in cui la tradizione delle telenovelas si mescola alla perfezione con le moderne tecniche di regia, soprattutto nell’uso dei colori e della musica, e con stilemi appartenenti al cinema di Pedro Almodòvar.

Con toni però meno esuberanti e più pacati del regista spagnola, Aïnouz realizza un’opera che seppur ambientata in gran parte nella Rio de Janeiro degli anni ’50 risulta estremamente contemporanea, non solo dal punto di vista estetico, ma anche per i contenuti trattati che offrono interessanti spunti di riflessione su questioni femminili di attuale interesse.

Il film, ispirato al romanzo Eurídice Gusmão che sognava la rivoluzione di Martha Batalha, riscuote un notevole successo tanto da vincere nel 2019 il prestigioso premio Un Certain Regard a Festival di Cannes.

Nel cast de La vita invisibile di Eurìdice Gusmão figurano Carol Duarte e Julia Stockler nei panni delle protagoniste, mentre nei ruoli secondari troviamo Gregòrio Duvivier, Flàvia Gusmão, Bàrbara Santos, Antònio Fonseca e Fernanda Montenegro. La pellicola è disponibile su Amazon Prime Video.

La vita invisibile di Eurìdice Gusmão – La trama

Rio de Janeiro, 1950. Le sorelle Eurìdice e Guida Gusmão sono legate tra loro da un sentimento profondo nonostante le forti differenze caratteriali: la prima è mite, dimessa, e sogna di studiare musica presso il Conservatorio di Vienna; l’altra ha una personalità esplosiva, è ribelle e insegue l’amore. Le loro vite si separeranno quando Guida decide di partire alla volta di Atene insieme a un marinaio greco di bell’aspetto di cui si è perdutamente innamorata. Tornerà sola e incinta, senza soldi né marito, convinta di poter contare sul sostegno dei suoi genitori. Dovrà però ricredersi perché suo padre, un uomo bigotto e conservatore, per difendere l’onorabilità della famiglia non solo la ripudia, ma le fa credere che Eurìdice si trova a Vienna.

Invece sua sorella è in viaggio di nozze, ha infatti rinunciato alla sua carriera per sposare un uomo non troppo diverso da suo padre, ma non hai mai smesso di pensare a Guida.

La vita invisibile di Eurìdice Gusmão

La tempesta come metafora delle avversità

Nella scena iniziale, all’interno di uno scenario onirico e rarefatto, immerse in una natura misteriosa e dalla vegetazione rigogliosa, Eurìdice e Guida si cercano a vicenda chiamandosi per nome, mentre da lontano si annuncia la tempesta. In questa prima sequenza il regista si serve del linguaggio metaforico per anticipare e condensare in poche immagini il percorso tortuoso che dovranno affrontare le due protagoniste. La vita invisibile di Eurìdice Gusmão è infatti la storia intensa di due sorelle che, unite da un legame indissolubile ma separate dalla stoltezza di una società retrograda e maschilista, continueranno a cercarsi incessantemente e a inseguire i propri sogni, ostacolate nel loro cammino dalle dure leggi imposte dal sistema patriarcale.

La vita invisibile di Eurìdice Gusmão

La vita invisibile di Eurìdice Gusmão, una storia di sorellanza

Il fulcro del film risiede proprio nell’amore e nel sentimento di solidarietà che unisce le due eroine e che sembra resistere al tempo e alle avversità, rappresentate nell’incipit dal sopraggiungere della pioggia. La narrazione segue in parallelo le vicende delle due sorelle dagli anni ’50 fino ai giorni nostri ed è accompagnata in alcuni momenti da una voce fuori campo ora dell’una ora dell’altra, come avviene ad esempio quando Guida scrive alla sua cara Eurìdice, che ormai crede nella lontana e austera Vienna, lettere piene di dolore e speranza augurandosi un giorno di ricongiungersi a lei. Come riflessi di una stessa immagine i percorsi intrapresi dalle due donne divergono su traiettorie opposte e fra loro speculari.

La vita invisibile di Eurìdice Gusmão

Vittime di una società maschilista

Guida, dopo lo scontro violento con il padre, ha deciso di tenersi il bambino che crescerà da sola sfruttando l’unica risorsa di cui dispone: il suo corpo. E mentre si vende al primo cliente negli squallidi locali notturni di Rio, stringe una profonda amicizia con una povera donna, Filomena, che diventerà per lei un punto di riferimento, perché “la famiglia non è sangue, ma è amore”. La storia di sua sorella seguirà una direzione diversa: umiliata nella sua dignità di donna da un matrimonio combinato con un uomo incapace di rispettarla, Eurìdice coltiva ancora dentro di sé la speranza di affermarsi come musicista e di liberarsi dalla prigione domestica. Eurìdice suona per ricordare la beata innocenza dell’infanzia, suona immaginandosi a Vienna, suona ancora per ricongiungersi col pensiero a Guida, e suona per sparire dalla realtà opprimente e soffocante.

La vita invisibile di Eurìdice Gusmão

La vita invisibile di Eurìdice Gusmão, la centralità dei colori e dei corpi

Ne La vita invisibile di Eurìdice Gusmão la narrazione segue il ritmo delle emozioni, dei pensieri, dei sogni che prendono forma nei colori resi vivaci grazie all’uso sapiente della luce e alla sorprendente fotografia di Hélène Louvart, storica collaboratrice di Alice Rohrwacher (La chimera e Lazzaro felice). Altro elemento dominante nella pellicola è rappresentato dall’erotismo e dalla forte sensualità dei corpi, che diventano gli strumenti attraverso cui il regista mette in atto la sua denuncia nei confronti dello stato di assoggettamento della donna alla volontà maschile. Senza futili esitazioni e con una buona dose di impudenza, Karim Aïnouz ci mostra corpi femminili abusati, umiliati, esibiti e pronti a soddisfare gli impulsi della loro controparte maschile.

In conclusione

La vita invisibile di Eurìdice Gusmão è un intenso racconto sull’amore di due sorelle che, destinate a separarsi, non perderanno mai la speranza di ricongiungersi e ritrovarsi. Al dramma personale si aggiunge quello sociale di due donne che in una società dominata dal patriarcato sono costrette a reprimere le proprie aspirazioni e i propri sogni per piegarsi ad un sistema di valori nei quali faticano a riconoscersi. Magistrale risulta l’interpretazione delle due protagoniste, Carol Duarte e Julia Stockler, e della grande Fernanda Montenegro che nella commovente scena finale dà prova delle sue capacità espressive. In definitiva, La vita invisibile di Eurìdice Gusmão è un’opera toccante che offre numerosi spunti di riflessione sulla condizione della donna fra passato e presente.

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

La vita invisibile di Eurìdice Gusmão è una pellicola intensa e commovente che attraverso l'amore di due sorelle vittime di un sistema patriarcale induce lo spettatore a riflettere sul ruolo della donna nella società attuale e ad operare un confronto con il passato
Alessia Pennino
Alessia Pennino
Il cinema ha sempre rappresentato per me il rifugio perfetto dalle vicissitudini quotidiane, un porto sicuro dalla realtà, ma anche la dimensione ideale in cui sogni e desideri prendono forma. Ho sempre coltivato un interesse profondo per quest'espressione artistica, immaginandomi un giorno di scrivere recensioni per poter esprimere il mio punto di vista.

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