Tratto da un racconto autobiografico, Young Woman and the Sea è il nuovo lungometraggio di Joachim Rønning con protagonista la star di Guerre Stellari Daisy Ridley. Il film, uscito il 19 luglio, racconta le gesta di Getrude Ederle, nuotatrice statunitense vincitrice dell’oro olimpico e prima donna nella storia ad attraversare la Manica a nuoto.
Un atleta dalle doti più uniche che rare, finalmente raccontate in un opera audiovisiva che a distanza di un secolo le dona il giusto omaggio. Il film è disponibile in streaming su Disney Plus per tutti i suoi abbonati.
Young Woman and the Sea: trama
Nei primi anni del ‘900, una giovane ragazza che qualche anno prima è scampata al morbillo sente un attrazione quasi viscerale verso l’acqua e il mare. Aiutata dalla madre, Gertrude Ederle (Daisy Ridley) e sua sorella riescono ad iscriversi all’interno di una piccola scuola di nuoto femminile. Lo sport non maschile è però poco seguito, e per una giovane donna l’idea di poter raggiungere la fama grazie alle proprie doti atletiche è una vera e propria utopia. Gertrude non è però come le sue coetanee. Essa non solo riuscirà ad arrivare dove nessuna donna era mai arrivata, ma lascerà un segno indelebile nella storia dello sport mondiale.
Gertrude Ederle: l’atleta che ha conquistato l’America
Dalla tenera età fino alle vittorie del 1924 e 1926, Young Woman and the Sea ripercorre le principali tappe della vita sportiva e privata della Ederle. Nata da una famiglia immigrata non proprio agiata (padre macellaio e madre casalinga) inserita all’interno di un contesto sociale che relegava la donna al solo ruolo di sposa, Gertrude Ederle decide di fare la rivoluzione, e la fa grazie al suo più grande talento: la determinazione.
Perché si, questo il film lo spiega bene, nonostante le imprese sulle acque compiute da Gertrude, l’abilità di contrastare le gelide onde della Manica non è stata una dote innata della ragazza, ma è frutto di un percorso di crescita segnato dall’impegno e dalla foga di raggiungere il proprio obbiettivo: portare le donne alla rivalsa. Così, gli usuali ultimi posti in gara sono diventati i penultimi, i penultimi sono diventatati i quarti, quinti posti, ed i quarti e quinti posti si sono trasformati in cinque record mondiali.
Una scalata verso la vetta segnata però anche da molte cadute, alcune naturali altre invece provocate dall’intralcio di quegli uomini che mai avrebbero voluto vedere una donna prendere il loro posto ai vertici della gloria sportiva. Getrude Ederle non è solo un icona del gentil sesso. Gertude Ederle è un simbolo sportivo universale.
Young Woman and the Sea: un ottima Daisy Ridley e un buon ritorno per Joachim Rønning
Dopo gli strafalcioni di Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar e Maleficent – Signora del male, Joachim Rønning realizza in questo 2024 il suo miglior film. Young Woman and the Sea non è un opera che brilla per tecnica e grande messa in scena, ma bisogna ugualmente riconoscere al regista il merito di essere riuscito a creare un racconto biografico che trasuda amore per il personaggio e le azioni da esso compiute. Un film semplice, un racconto lineare che Joachim Rønning ha trasposto in maniera egregia sul piccolo schermo.
Merito alla riuscita del progetto va dato anche a Daisy Ridley. L’attrice nota in tutto il globo per i suoi volteggi in aria con le spade laser nell’ultima trilogia di Star Wars si cala ottimamente nei panni di una donna dei primi anni ’20 del secolo scorso, una donna che rappresenta in maniera forte il vero femminismo di un tempo, quando silenziosamente le donne dimostravano “sul campo” il loro valore e e le loro doti, spesso superiori a quelle dei colleghi uomini.
A tal proposito, circa una settimana fa, alla Virtual Press Conference del film Daisy Ridley ha raccontato quanto questo personaggio l’abbia ispirata, ed in qualche modo sia riuscito a mutare la sua visione del modo in cui affrontare le sfide (quì l’approfondimento).
In conclusione
Young Woman and the Sea è un biopic veramente ben fatto. Un film ispirazionale che oltre a raccontare le gesta di una sportiva titanica mostra tutte le contraddizioni di una passata società patriarcale fossilizzata sulle distinzioni uomini-donne e sulla convinta debolezza di queste ultime. Gertrude Ederle per un breve periodo è però riuscita a spazzare via tutto questo. In quell’estate del 1926, figure sportive iconiche come quella di Babe Ruth sono infatti state completamente eclissate da quella piccola ragazza di origini tedesche che contro il volere di tutti ha attraversato 21 miglia e ha fatto la storia. I festeggiamenti di New York per quell’impresa sono rimasti impressi nella storia dello sport mondiale, e mai più dopo quel giorno vi è stata in quella città tanta acclamazione ed onore per un qualsiasi atleta sportivo.