La saga horror che ha terrorizzato il pubblico negli anni ‘80, torna sul grande schermo con il film La casa: il risveglio del male. Dopo ben 10 anni il male e l’universo di Ash Williams tornano ad infestare la terra. La pellicola, infatti, si pone come sequel diretto della serie di film diretti da Sam Raimi e con protagonista Bruce Campbell. Evil Dead Rise, così il titolo in originale, si pone come quinto capitolo in ordine cronologico.
La casa: il risveglio del male – la trama
Nella periferia di Los Angeles, in un grande e fatiscente condominio prossimo alla demolizione, Ellie è una mamma single, il cui marito se n’è appena andato via, che si arrabatta per tirare su i suoi tre figli: Danny, Bridget e la piccola Kassie. Beth, sorella di Ellie e tecnica delle chitarre per un gruppo rock, si è accorta di essere incinta e viene a far visita alla sorella per trovare consiglio.
Una scossa di terremoto di 5.5 gradi di magnitudo apre un buco sul pavimento del garage e permette a Danny di trovare una cassetta di sicurezza contenente alcuni dischi misteriosi oltre a un involto con un antico libro. L’edificio era infatti una banca e quanto Danny ha trovato è propedeutico alla liberazione di un’entità malvagia che prende possesso di Ellie con conseguenze terribili di cui non tardano ad accorgersi i malcapitati figli e la sorella, subito coinvolti in un sanguinoso turbinio di orrore.
Il cast
La punta di diamante de La casa: il risveglio del male è sicuramente il personaggio di Ellie, soprattutto in versione Deadite, interpretato da Alyssa Sutherland. L’attrice non solo è estremamente calzante nel ruolo per le sue doti recitative, ma possiede un’espressività innata che provoca i brividi allo spettatore. In alcune scene, il modo in cui utilizza il suo sorriso tetro o il suo sguardo vuoto è assolutamente terrificante. La Sutherland è nata per fare film horror, non vi è dubbio.
L’eroina della storia, però, è Beth, la sorella di Ellie, interpretata da Lily Sullivan. Beth diventerà la Final Girl che salverà la situazione, o almeno così si pensa. La Sullivan regala un’interpretazione poliedrica e realistica della sorella minore un po’ scansafatiche, che poi si da da fare per il bene della famiglia.
Infine, anche se molti non se ne sono resi conto, è presente anche un cameo di Bruce Campbell. Si tratta di un ruolo solamente vocale, infatti nel momento in cui Danny, il figlio di Ellie, risveglia il demone, si sentono alcune voci. Una di queste esclama: “Distruggiamolo! Si chiama Libro dei Morti per un motivo!”. A pronunciarla è proprio Campbell e, sicuramente, è un richiamo ad Ash Williams della trilogia originale.
La casa: il risveglio del male – il legame con il passato
Il regista Lee Cronin ha lavorato ad un film che fosse, da una parte collegato sia alla trilogia originale, che al film di Alvarez, ma, dall’altra parte, voleva che la sua impronta fosse riconoscibile. Il Necronomicon che i figli di Ellie trovano ne La casa: il risveglio del male, sarebbe, infatti, il terzo libro con cui Ash Williams ha a che fare nel film Army of Darkness. Non solo, i vinili che Danny ascolta, lasciano sentire riferimenti sia alla saga di Raimi che al reboot di Alvarez del 2013. Per questo motivo, Cronin ha costruito una storia nuova, ma con basi ben fondate nel passato, che andasse a richiamare sia il fandom vecchio che quello nuovo.
La casa: il risveglio del male è un film che, potenzialmente, può piacere a tutti, non solo per il genere splatter e possessioni demoniache che è ampiamente radicato nella cultura, ma per i continui riferimenti al passato. Cronin vuole creare sì una nuova saga, ma senza deludere i fan originali che, nel guardare Evil Dead Rise al cinema, sono rimasti estasiati dai continui rimandi. Si tratta, ovviamente, di una tecnica molto usata nel cinema e che si presta bene soprattutto con le saghe del passato. Andare a spingere sul fandom è sicuramente una mossa intelligente, ma non sempre facile.
Citando Ash Williams
Il film si apre con una sequenza ambientata in una baita nel bosco, splendido rimando a Sam Raimi. In questo quinto capitolo de La casa, l’equilibrio tra storia originale e rimando al passato è senza alcun dubbio stato raggiunto. Per questo motivo, da una parte il regista ha accantonato il gore utilizzato da Alvarez nella pellicola del 2013. Dall’altra, invece, ha inserito sottili rimandi ad Ash Williams, come il fatto che Beth sembri sempre sul punto di perdere la mano. Alla fine l’arto di Beth si salva, quello di Williams, invece, sappiamo bene che fine fa.
Questo accade perchè, come detto in precedenza, Cronin vuole rendere omaggio al creatore della saga, Raimi, e al suo protagonista, ma senza risultare pesante. Alla fine del film Beth è forte e indipendente come lo era Bruce Campbell e il confronto è naturale. Tuttavia, questo rimando non snatura affatto La casa: il risveglio del male.
La madre demoniaca
Una delle cose che forse terrorizza di più de La casa: il risveglio del male, è che il demone si impossessasse proprio della madre amorevole, Ellie. Nella saga di Evil Dead, infatti, i demoni hanno sempre preso possesso di personaggi cari ai Co-protagonisti, facendo risultare difficile la loro uccisione. Qui è l’ennesimo caso, dove il deadite non solo prende Ellie, ma anche dei bambini, simbolo di innocenza.
Il tema della rottura del sacro vincolo tra madre e figlio è abbastanza comune nei film di genere, da Goodnight Mommy a Mom And Dad, passando per Babadook. Il regista cerca così di arricchire La casa, inserendo nella sceneggiatura idee di maternità che vorrebbero essere più profonde della semplice premessa di una madre demoniaca che improvvisamente tenta di ammazzare i propri figli. L’intera vicenda è basata sull’idea che occuparsi dei figli sia una sorta di possessione, che ti ruba la vita e ti cancella la tua identità anche nei momenti migliori. Beth è tormentata dalla paura di non essere in grado di essere un buon genitore, paura su cui gioca la sorella, che al tempo stesso disprezza le carenze della propria madre.
La casa: il risveglio del male – il claustrofobico appartamento
Dal punto di vista tecnico, Cronin ha fatto un ottimo lavoro per La casa: il risveglio del male. La fotografia, sui toni del blu, nero, grigio e rosso, rispecchia le tinte tipiche del genere horror, andando ad intensificare il senso di claustrofobia. Il film è quasi interamente girato in un appartamento. I ragazzi e Beth sono, infatti, intrappolati e braccati da Ellie Deadite che li osserva dallo spioncino della porta. Il senso di claustrofobia è forte e pesante, soprattutto quando viene utilizzato il Fish-eye e viene mostrato il Deadite in maniera ravvicinata.
Il senso di essere in trappola e non poter nè fuggire, nè nascondersi è forte ne La casa. Unito al senso di colpa di doversi uccidere tra loro, la madre verso i figli e i figli verso la madre. La violenza non manca, così come la parte splatter, dove gli effetti speciali ben resi e le ottime interpretazioni contribuiscono al senso di terrificante. Lee Cronin gioca molto con l’effetto di dividere lo schermo con una sfocatura profonda è parte integrante della fotografia del film. Questa tecnica crea nello spettatore un senso di nausea e paura.
Conclusioni
Nonostante qualche peccato di sceneggiatura e qualche utilizzo eccessivo di determinate tecniche visive, La casa: il risveglio del male, si conferma un buon titolo horror. Cronin va, da un lato, a seguire le orme dei suoi predecessori, non mancando di inserire qualche easter egg per i fan. D’altro canto, però, non eccede nel rimando al fandom, per questo non risulta mai pesante.
Il film, quasi interamente girato in un unico spazio, risulta una pellicola terrificante e claustrofobica, dove, dietro alla possessione di Ellie si nasconde qualcosa di più. La madre posseduta ha una precisa simbologia, sia nella storia che nella cinematografia. Le ottime interpretazioni dei personaggi contribuiscono a rendere La casa un horror di qualità.