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La casa 2 (Evil Dead II)

Dopo aver assistito alla proiezione del film  La casa Stephen King pronunciò più o meno queste parole: “E’  la pellicola horror più ferocemente originale dell’anno”. Era il 1982. Il maestro del terrore si trovava in Francia, al Festival di Cannes, dove il film  di Sam Raimi aveva ottenuto un grande successo. Eppure in America le grandi reti di distribuzione si rifiutavano ostinatamente di proiettarlo nelle sale. Stephen King ne fu a tal punto colpito da scrivere un articolo nel quale  ne parlava come di un capolavoro. Potevano passare inosservate le parole di un tizio che all’epoca era già uno stimato autore di numerosi successi letterari?  Il film, qualche mese dopo la sua recensione, venne distribuito negli Stati Uniti e il passaparola fece il resto. La casa divenne un cult del genere horror. Sette anni dopo sempre King trovò i finanziamenti per quello che sarebbe dovuto essere (e che in effetti fu)  il degno sequel: La casa 2 (Evil Dead 2).

La casa 2

Già durante le riprese de La casa  Raimi aveva pensato a un sequel che avrebbe voluto ambientare nel Medioevo. Il progetto  all’epoca si rivelò troppo ambizioso. Solo nel 1992, con il capitolo finale della trilogia: L’armata delle tenebre, Ash per mezzo di un portale spazio-temporale sarà catapultato nel XIV secolo per trovare e distruggere il libro dei morti.   La casa 2 invece vede Ash di nuovo  alle prese con le presenze demoniache nel solito cottage, vecchio e malandato. L’inizio del film, è un riepilogo, non proprio fedele, dei fatti accaduti nella pellicola precedente.  Ash è appena giunto nella baita in compagnia della fidanzata Linda. Trovano il Necronomicon e il vecchio registratore il cui nastro contiene la voce del professor Knowby. Ascoltando le parole dell’  archeologo, Ash e la sua compagna  invocano ancora una volta uno spirito malvagio che  giunge al loro cospetto, s’impossessa  della povera Linda che  Ash seppellirà dopo averla decapitata. Costretto a rimanere nella baita poiché ogni via di fuga sembra essere irrimediabilmente distrutta,  a far compagnia ad Ash per la maggior parte del tempo ci saranno spettri d’ogni genere. Sarà in seguito raggiunto da una comitiva: la figlia dell’archeologo, il suo collaboratore e due tipi della zona. Cercheranno insieme di sconfiggere le forze del male che ormai sembrano aver assediato il cottage e tutto il bosco circostante.

La casa 2

Più che un sequel La casa 2 sembra essere una sorta di remake di Evil Dead. La trama delle due pellicole è pressoché uguale. A cambiare è lo stile. L’ironia e l’umorismo nero che avevano sottilmente pervaso la prima pellicola prendono il sopravvento e il terrore lascia il posto alla comicità. I demoni putrefatti, malconci e malandati non fanno più così paura. Ora Raimi ha un budget di tutto rispetto e intende dare sfogo a tutta la sua incontenibile creatività. Romero e Wes Craven, che erano stati i suoi punti di riferimento, sono  lontani e il cadavere decapitato di Linda che inizia a danzare sembra uscito direttamente da un film di Tim Burton. Raimi, infatti, si serve di nuovo dell’animazione stop motion e tutti gli effetti speciali che ne La Casa avevano un aspetto artigianale ora sono molto sofisticati. Irresistibile è la scena dell’ interminabile spruzzo di sangue che esce dalle pareti e inonda il povero Ash o  quella  dell’occhio che schizza dall’orbita di uno dei personaggi e finisce con estrema precisione nella bocca  di un altro. Più che vedere un film horror si ha  la sensazione di stare a guardare un cartoon che vede come protagonista assoluto il povero Ash.

Ash Williams seppure codardo, strampalato e con poco cervello  combatte coraggiosamente col proprio doppio e con gli oggetti animati della casa che ridono istericamente e lo conducono quasi alla follia. La lotta più surreale ed esilarante è quella con la propria mano. Quando I demoni se ne impossessano ad Ash  non rimane che mozzarsi l’arto e impiantarsi una motosega al suo posto. Fucile a canne mozza da una parte, motosega dall’altra ora Ash è il perfetto eroe di questo universo a dir poco allucinato. Il linguaggio che Raimi sceglie per raccontarci le peripezie di Ash mirano a metterlo sempre al centro dell’attenzione. La camera si avvicina e indugia di continuo sul suo volto sconvolto e terribilmente comico. La faccia di Bruce Campbell è straordinaria. Il combattimento che vede coinvolti Ash e la sua mano sembra appartenere alle vecchie slapstick comedies, quelle dai ritmi indiavolati e frenetici composte per lo più da una successione frenetica di gag fisiche talvolta anche piuttosto violente.

E’ che Raimi si diverte a giocare con i generi del cinema. Prende in giro l’horror e i suoi stereotipi. Sebbene il film sia qualitativamente migliore del precedente, più raffinato stilisticamente,  un po’ dispiace che il regista si sia allontanato da quella dimensione orrorifica così eccentrica e truculenta che aveva fatto tanto scalpore. Ne La casa 2 la paura perde inesorabilmente la sua efficacia e lascia il posto al divertimento e al goliardico ribrezzo. Ed è un peccato perché Raimi è uno che col genere horror ci sa fare. Dopo L’armata delle tenebre Raimi gira qualche pellicola d’azione, un western e  la celebre trilogia di Spiderman con Tobey Maguire nei panni dell’uomo ragno. Torna all’horror solo nel 2009 con lo splendido Drug Me to Hell. Si tratta di una pellicola dove appaiono di nuovo i temi a lui cari: streghe, magia nera, presenze demoniache. Il tutto accompagnato ancora una volta da una buona dose d’ironia così com’era accaduto nel suo film d’esordio.

PANORAMICA

regia
soggetto e sceneggiatura
interpretazioni
emozioni

SOMMARIO

Dopo l'inaspettato successo del film La Casa, Sam Raimi firma il sequel La Casa 2 che sembra essere più un remake. Cambia però lo stile e l'orrore lascia il posto all'ironia e alla comicità. Sam Raimi da sfogo a tutta la sua incontenibile creatività
Mariana De Angelis
Mariana De Angelis
Laureata in storia e critica del cinema con una tesi sul cinema classico hollywoodiano. Amante del cinema di genere con un'insana passione per l'horror, soprattutto quello americano di serie b.

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