La abuela, dal regista di Rec un horror sensoriale
L’horror spagnolo ha una lunga tradizione, talmente lunga che ai più è semisconosciuta. Negli anni Duemila diversi registi sono emersi dall’ombra facendosi conoscere a livello internazionale con film ancora oggi ricordati tra i più riusciti dell’ultimo ventennio. Stiamo parlando di nomi quali Jaume Balaguerò, Alejandro Amenàbar, Alex de la Iglesia, Guillermo Del Toro e Paco Plaza. Proprio quest’ultimo ha diretto uno dei film (in seguito diventata una saga) più famosi e di successo degli ultimi anni ovvero Rec. Nel 2017 torna con il film Veronica, horror ispirato alla storia vera di Estefanìa Gutiérrez e del 2021 invece è il suo ultimo film dal titolo La abuela (letteralmente tradotto con “la nonna”). La abuela è un horror che potrebbe definirsi sensoriale, un film che ha la giusta atmosfera e racconta una storia particolare, ben scritta e resa visivamente nel miglior modo possibile. Ci si spaventa? Si, ma la paura di Plaza è parecchio sottile e pensata, mai banale.
La abuela: la trama
Protagonista del film è Susana, una modella di 24 anni originaria di Madrid trasferitasi a Parigi per lavoro. La sua carriera potrebbe essere ad un punto di svolta, perché ad una festa conoscerà un famoso fotografo che potrebbe lanciarla sul serio nel mondo della moda. I suoi piani, però, vengono disattesi da una telefonata proveniente da Madrid in cui le si dice che sua nonna ha avuto un ictus e ha bisogno d’assistenza. Susana e la nonna Pilar sono da sempre molto unite. La donna l’ha cresciuta, poiché i suoi genitori morirono quando era ancora piccola. Inoltre, condividono il compleanno lo stesso giorno, un dettaglio che scopriremo non essere cosa da poco. Susana, tornata in Spagna, comincerà a prendersi cura della nonna e le prime giornate scorreranno tranquille anche se la sua mente è rivolta alla vita in Francia e ai suoi sogni che ha lasciato. Ogni qual volta Susana tenterà di lasciare Madrid per ritornare al suo lavoro qualcosa glielo impedisce e la permanenza dalla nonna si trasformerà in un vero e proprio incubo.
Una nipote devota e una nonna decisamente…inquietante
Ciò che fa Susana è lodevole. La ragazza lascia la sua vita e i suoi sogni proprio nel momento in cui tutto sembra andare per il verso giusto, ma lo fa per amore della nonna che l’ha cresciuta. La nonna, sentita poco meno di una settimana prima che avvenisse la tragedia, è ora dipendente da un’altra persona e ha bisogno d’essere accudita costantemente. Susana, in poche parole, dovrà fargli da badante anche se temporaneamente e non vuole mandarla in un casa per anziani, perché sa che non se lo merita e non ha il cuore di farlo. E’ una nipote modello, ma si può dire lo stesso della nonna? La donna, scossa da quello che le è successo, sembra soffrire di allucinazioni ed è come se dentro la casa fosse vittima di un’entità con cui parla e ride a crepapelle. Quella vecchietta che all’inizio ci appare così indifesa, in realtà nasconde dei segreti molto oscuri che Susana ignora e di cui purtroppo cadrà vittima. Non è un amore corrisposto quello tra nonna e nipote né uno scambio alla pari.
Una storia personale per parlare di anzianità
Paco Plaza ha dichiarato d’essersi ispirato ad una sua vicenda personale per La abuela, la cui sceneggiatura è curata da Carlos Vermut. Da piccolo il regista era molto affezionato ad una sua zia di nome Matilde. La donna era affetta da Alzheimer e all’improvviso il suo corpo divenne un involucro vuoto. Aveva assistito alla trasformazione di una sua parente da persona normale a donna con lo sguardo fisso nel nulla. Con questo film Plaza ha voluto mettere al centro un tema a lui molto caro ricordandoci che i nostri anziani non sono dei rottami da depositare in una casa di riposo per poi dimenticarli. Naturalmente, essendo un regista horror, la materia è al servizio di un genere che non si esime mai dal parlare di temi importanti come questo. La abuela è un film di grande atmosfera con pochissimi personaggi e dei bravi attori ad interpretarli. La casa della nonna provoca brividi sinceri e la regia di Plaza sembra renderla ancora più grande di quel che è. E’ un labirinto dentro cui Susana si perde e cerca costantemente di uscire. E’ una paura sussurrata quella del film di Plaza, cresce lentamente in Susana esattamente come in noi ed è facile così identificarsi nella situazione alquanto ambigua.
Soprannaturale, ma non solo…
Il soprannaturale in La abuela è solo un mezzo per parlare sì di anzianità, ma non solo. Vi è un altro tema, tutto da scoprire, intuibile solo sul finale. Un finale triste, inaspettato, ma perfetto per la storia. L’innocente nonnina si rivelerà per quello che realmente è e Susana, ormai al limite, capirà chi è davvero la donna che l’ha cresciuta. La abuela è sicuramente uno dei migliori film horror di Paco Plaza e, se volessimo osare, uno dei migliori horror spagnoli degli ultimi anni.