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House of Ninjas, la recensione

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Gli shinobi, assassini silenziosi operanti all’epoca del Giappone Feudale, almeno nelle più recenti trasposizioni cinematografiche e seriali non hanno avuto molto successo. Lo stesso si può dire anche di House of Ninjas di Dave Boyle, serie TV incentrata su una famiglia di shinobi operante in epoca contemporanea.

House of Ninjas, la trama e il cast

La serie targata Netflix narra delle disavventure della famiglia Tawara, che abita un’antica dimora piena di segreti. La quotidianità dei protagonisti trascorre tranquillamente, tra una tazza di saké e una chiacchiera tra genitori e figli. Il secondogenito Haru Tawara (Kento Kaku) è riluttante nel seguire le orme di suo padre, gestore di una distilleria tradizionale di saké. Nell’aria di casa Tawara però aleggia un tema costante: tutti vorrebbe fare qualcos’altro o essere qualcun altro.

House of Ninjas

Sarà il ritorno di un’antica famiglia rivale, i Fuma, a costringere i Tawara a vestire nuovemente i panni di shinobi al servizio del governo giappponese. Oltre a Kento Kaku, il cast scelto per House of Ninjas è composto da: Yôsuke Eguchi (Souichi Tawara), Tae Kimura (Yoko Tawara), Kengo Kôra (Gaku Tawara), Aju Makita (Nagi Tawara), Nobuko Miyamoto (Taki Tawara), Riho Yoshioka (Karen Ito), Tomorowo Taguchi (Jin Hamashima), Tokio Emoto (Masamitsu Oki), Takayuki Yamada (Yosuke Tsujioke).

House of Ninjas, la recensione

Come sopra anticipato, la serie di Dave Boyle non riesce proprio a spiccare il volo, ostacolata dall’indecisione di scegliere tra l’uno e l’altro tono, tra un registro serio e il macchiettistico, avendo come risultato finale un prodotto incompleto, che mostra pienamente le proprie debolezze.

Otto episodi, forse troppi?

Ciascuna puntata di House of Ninjas cerca di equilibrare la quantità di scene d’azione presenti su schermo con quelle dedicate alla riflessione e all’approfondimento dei personaggi. Il problema però è che, nonostante la volontà, da parte degli addetti ai lavori, di caratterizzare in maniera dettagliata ciascun personaggio, purtroppo ciò si mostra su schermo in maniera sbrigativa, superficiale e non solo.

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I momenti incentrati sulla descrizione dell’una o dell’altra motivazione che hanno portato uno qualsiasi dei membri della famiglia Tawara ad un determinato comportamento, finiscono per cozzare con la grande mole di scene action che ci si aspetterebbe da un prodotto come House of Ninjas. Davvero poche le occasioni in cui gli shinobi fanno proprio quel che il pubblico vorrebbe vedere: inscenare spettacolari coreografie. La fantasia adoperata nelle scene di combattimento è davvero irrisoria, e mentre alcuni scontri tra protagonisti e villain si concludono in maniera inaspettatamente noiosa, altri invece si palesano di fronte allo spettatore come un miscuglio di mazzate senza capo né coda e comicità scadente.

La famiglia Tawara, priva di conversazioni

House of Ninjas è un prodotto che commette troppe forzature narrative, basando i cosidetti “colpi di scena” quasi completamente sul non detto o non compreso: la famiglia Tawara è formata da persone che non parlano quasi tra loro e, nella loro dimora, le linee di dialogo sono ben poche, solo quelle che servono a portare confusione tra i protagonisti e a portare avanti una trama spezzettata e stucchevole.

Perché, tra i più grandi difetti della serie Netflix, vi è la mancanza di idee: per la maggioranza del tempo impiegato a guardare House of Ninjas, se si prova anche solo un po’ a indovinare quale sarà il passo successivo della trama, si finisce spesso per azzeccare. Il canovaccio segue a memoria gli stilemi del genere action, senza discostarsi quasi per nulla da questi: una famiglia di ninja dovrà tornare alle armi per fronteggiare, ancora una volta, rivali tornati alla riscossa e, mentre il nemico si prepara ad attaccare, la famiglia Tawara è occupata a risolvere questioni derivanti dalla mancanza di comunicazione. Mai sentito qualcosa di simile? In più c’è il motivo che si cela dietro il ritiro dalle scene ninja della famiglia: scontato e per niente sorprendente, ma che in questa sede non viene svelato per evitare spoiler (le sorprese già non abbondano).

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I temi di House of Ninjas, bozze non sviluppate

In House of Ninjas si intrecciano una serie di tematiche: i significati della tradizione giapponese, l’introduzione della modernità, la ricerca di un ruolo appropriato da parte dei protagonisti e la voglia di riscatto. Questi temi però vengono soltanto abbozzati, perché gli addetti alla scrittura sono stati troppo occupati a girare intorno ai personaggi, regalando al pubblico una quantità considerevoli di riempitivi narrativi (anche da ciò deriva la critica sulla scelta di otto episodi), ma senza l’approfondimento delle loro stesse idee messe in gioco.

L’assenza di un protagonista degno di nota

Altra nota di demerito di House of Ninjas è l’assenza di un protagonista degno di nota. Haru non fa altro che lagnarsi tutto il tempo di come le sue scelte l’abbiano portato a ritrovarsi in una condizione che non lo rappresenta. Il secondogenito dei Tawara, dopo aver incontrato Karen Ito, interpretata da Riho Yoshioka, si imbarca in una serie di investigazioni che, alla fine, porteranno ad un risultato che non porta a grandi risultati nessuno dei due personaggi coinvolti nella parentesi romance. Ciò determina, come prima evidenziato, alla mancanza di un personaggio che possa spingere lo spettatore a seguire la serie.

Inoltre, da specificare il disinteresse palesato dagli addetti ai lavori di portare su schermo un’eroina forte e che possa elevarsi al pari dei co-protagonisti in quanto a rilevanza per la trama: la madre della famiglia Tawara viene relegata a comprimaria del capofamiglia, e lo stesso, purtroppo, vale per la giornalista che si avvicina ad Haru.

In conclusione

La prima stagione di House of Ninjas è un prodotto che non riesce a spiccare il volo, inficiato dalla mancanza di idee nella scrittura, che finiscono per rovinare anche quelle poche scene di combattimento ottimamente costruite. La serie di Dave Boyle porta dunque al panorama seriale di storie dedicate agli shinobi un altro esempio di cui si può fare a meno. Se si cerca una prodotto TV sufficiente e che almeno possa strappare qualche risata, meglio puntare su prodotti recenti come The Full Monty o altro.

Il trailer della serie

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PANORAMICA

Regia
Soggetto e Sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

House of Ninjas è un prodotto senza ambizione, che vorrebbe parlare d'azione ma non lo fa abbastanza, che aspirerebbe a mettere in gioco una caratterizzazione decente dei personaggi protagonisti ma non riesce. Le avventure della famiglia Tawara possono essere viste in caso non ci sia nessuna alternativa al trascorrere davanti allo schermo otto episodi ridondanti e quasi completamente privi di spunti. In definitiva: se si sceglie Netflix, meglio guardare altro.
Danilo Abate
Danilo Abate
In bilico continuo fra il thriller d’autore e una pellicola di fantascienza, cerco sempre nuovi modi per riflettere, trovare prospettive inedite e sorprendermi. Parlare di cinema è parlare di opere fatte di emozioni umane, cose concrete, che vengono rese nel modo più imprevedibile e astratto. Il mio obiettivo è scandagliare ogni angolo di girato per dare voce a ciò che è nascosto tra un ciack e l’altro.

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