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The Full Monty – la serie: che fine hanno fatto gli squattrinati di Sheffield?

Dopo ventisei anni, Robert Carlyle, Mark Addy, Paul Barber, Steve Huison, Tom Wilkinson e Hugo Speer tornano a rivestire i ruoli degli squattrinati di Sheffield.

The Full Monty è una serie televisiva scritta da Simon Beaufoy (sceneggiatore della celebre pellicola del ’97) e Alice Nutter. La serie, composta da otto episodi, è disponibile su Disney+ dallo scorso 14 luglio.

The Full Monty – Trama e cast

Ventisei anni dopo il loro celebre spogliarello, le vite di Gaz, Dave, Guy, Cavallo, Lomper e Gerald non sono particolarmente migliorate. Sheffield versa in uno stato di degrado e i sei uomini convivono con difficoltà economiche e sentimentali.  Mentre Gaz continua a barcamenarsi per tirare a fine mese, la figlia Des è un’adolescente difficile che rischia di mettere a rischio il proprio futuro.

Il cast torna al completo. Robert Carlyle offre una performance brillante nei panni del protagonista, mentre Mark Addy è il suo migliore amico, perennemente in crisi con la moglie Jean (Lesley Sharp). Paul Barber, Steve Huison e Tom Wilkinson fanno di nuovo parte del progetto, così come Hugo Spencer, ma la presenza di quest’ultimo è ridotta per via di comportamenti non adeguati che hanno causato il suo licenziamento.

William Snap interpreta Nathan, il figlio maggiore di Gaz, divenuto ormai adulto, Talhita Wing è Des, la sua sorellastra, e Aiden Cook suo figlio Dean.

Tra i nuovi interpreti ci sono Miles Jupp nei panni di Darren, Sophie Stanton come Hetty Baxter e Paul Clayton è Dennis, marito di Lomper.

The Full Monty
Il cast principale ritorna dopo ventisei anni

Recensione – Ne avevamo davvero bisogno?

Ogni prequel, sequel, remake, live action o spin-off fa sorgere in noi una domanda spontanea: ne avevamo davvero bisogno? Ogni volta la risposta è no.

The Full Monty non è una brutta serie, ma non regge assolutamente il confronto con quello che è stato un grandissimo film.

Vengono trasmessi messaggi importanti, ma tutto l’aspetto emotivo si concentra principalmente nel sesto e nell’ottavo episodio, mentre negli altri c’è molto poco. Ogni puntata dovrebbe essere incentrata su un singolo personaggio, ma non tutti vengono gestiti allo stesso modo. Tom Wilkinson non ha per nulla screen time; il personaggio di Gerald era quello che si dimostrava più saggio di tutti gli altri e a fine film era l’unico che riusciva a trovare lavoro, ma nella serie la sua presenza è pressoché nulla. Viene dato spazio ai nuovi personaggi che sono stati aggiunti appositamente per la serie, ma, onestamente, non hanno lo stesso carisma di Gerald. Inoltre, Tom Wilkinson è un ottimo attore, perciò è davvero un peccato che abbiano deciso di non esplorarlo. Forse la sua presenza costante comportava un costo troppo alto? Non lo sapremo mai.

Più giustificata è l’assenza di Hugo Spencer, ma la sua uscita di scena non viene minimamente spiegata e si creano buchi di trama irrisolti e che probabilmente non verranno mai chiusi dato che The Full Monty è nata come una miniserie.

Un’altra pecca è il fatto che le storie dei personaggi sembrano non intrecciarsi mai. Nel film del ’97 ognuno di loro viveva la propria storia, ma si univa comunque alla storyline degli altri personaggi grazie all’espediente narrativo dello spogliarello. I personaggi in questo arco narrativo non hanno nessun punto in comune che li unisce, solo il funerale di Cavallo che avviene nell’ultimo episodio.

The Full Monty

Il Ciclo dei Vinti di Sheffield

Qual è la differenza tra la Sheffield di Margaret Thatcher, Boris Johnson o Rishi Sunak? Nessuna, purtroppo.

Per molto tempo il Regno Unito è stato visto come un “Paese dei Balocchi” dove immigrare, ma in realtà la situazione economica non è rosea come si vuole credere, specialmente dopo la Brexit.

Dunque, qual è la verità? Sono i personaggi a non voler cambiare o è la società a non farlo?

Gaz, Dave, Lomper, Guy e Cavallo sono dei personaggi paragonabili a quelli che appartengono al Ciclo dei Vinti di Giovanni Verga. Non importa ciò che facciano, il mondo avrà sempre la meglio su di loro. Gianni Morandi cantava Uno su mille ce la fa e, in questo caso, forse l’unico che ha una vita migliore è Gerald.

È interessante vedere come i personaggi finiscono sempre per compiere gli stessi errori, specialmente Gaz e Dave.

Ventisei anni fa, Dave viveva una profonda crisi con Jean dovuta dalla sua insicurezza, mentre ora il suo matrimonio vacilla a causa della morte del figlio, mai superata. Nel finale di serie si lascia uno spiraglio aperto; molto probabilmente risolveranno i loro problemi e riusciranno a tornare insieme, ma lo spettatore non è così sicuro che la loro relazione riuscirà a durare finché morte non li separi.

Gaz è un eterno Peter Pan che non sembra aver imparato nulla. Nella pellicola originaria lo vedevamo impegnato nel tentativo di non perdere la custodia di suo figlio Nathan, mentre ora vuole aiutare la figlia Des e il nipote. Il problema è che, sebbene cerchi quasi sempre di agire per aiutare gli altri, non riesce a fare le cose in maniera decente. Deve sempre mettersi in pericolo o compiere azioni illegali. La serie si conclude con un campo lungo che lo mostra allontanarsi dalla pira dove Cavallo è stato cremato e ovviamente ci si chiede cosa ne sarà di lui. Riuscirà a vincere la sua sfida con il mondo?

The Full Monty

Nel 2023 si muore ancora di fame?

La storia di Cavallo è quella più commovente. Nell’episodio Benvenuti al lavoro dei tuoi sogni, vediamo appieno il suo conflitto interiore, ovvero il fatto che non sia mai riuscito a trovare un lavoro.

Quante volte è successo anche a noi? Si mandano curriculum a qualsiasi azienda, si cerca di fare anche il lavoro più umile, eppure non è mai abbastanza: non si è mai troppo qualificati, non si ha esperienza, si è troppo vecchi… dunque, per cosa abbiamo lottato in questa vita? Per la ricerca di un qualcosa che non verrà mai.

Di fronte la morte dell’amico, Dennis si chiede come sia possibile che nel 2023 si muoia ancora di fame. Sembra assurdo, eppure succede ancora. Nel mondo ogni politico promette miglioramenti che non ci sono, non ci sono mai stati e probabilmente non avverranno mai.

Cavallo è il personaggio in cui è più facile identificarsi. È solo mentre è in vita ed è solo anche quando sta per morire. La sua presenza è ingombrante perché sta occupando un letto che potrebbe servire ad altre persone.

In conclusione

The Full Monty non è una serie completamente da buttare via. I messaggi che cerca di mandare sono sicuramente molto potenti e generano riflessioni profonde. Tuttavia, si poteva fare di meglio.

The Full Monty – Trailer

PANORAMICA

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni

SOMMARIO

Full Monty torna dopo ventisei anni. La serie non so dimostra all'altezza della pellicola del '97, tuttavia riesce a suscitare nostalgia nei confronti degli spettatori ed emergono tematiche importanti.
Arianna Dell'Orso
Arianna Dell'Orso
Vivo sul mondo reale unicamente con il corpo, ma la mia mente viaggia a Westeros, nella Londra dei Peaky Blinders e fa affari loschi con Walter White. Il cinema di Hitchcock è il mio spirito guida

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