Fleishman a pezzi è disponibile dal 22 febbraio su Disney Plus. La serie è tratta dall’omonimo romanzo di Taffy Brodesser-Akner e rappresenta una di quelle sorprese dell’ultima ora che non ti aspetteresti mai di vedere ma sai ad ogni modo che sarebbe un errore non farlo (l’intento didattico c’è eccome).
Diventare grandi non è mai semplice. La vita ti pone davanti una miriade di sfide: istruzione, comprensione della realtà sociale e infine affermazione lavorativa. Anche rimanere grandi e trovare conferma in un nuovo modo di essere (nello specifico, non più bambini) non è cosa da poco.
Fleishman a pezzi assume il punto di vista di due quarantenni (questa l’età limite scelte per segnare l’avvento di una nuova fase dell’esistenza che vale tanto quanto i diciotto o i trent’anni). Raggiunta una certa soglia, ognuno di noi deve trovare conferme e sfatare delle credenze che sono state assunte quasi solo per inerzia che per accettazione effettiva.
Il richiamo a Woody Allen è presto pronto annunciato; basta pensare al titolo. Fleishman a pezzi scimmiotta (o omaggia, dipende come la si veda) il ben più rinomato Harry a pezzi che è imbevuto di tutta l’essenza contenutistica del regista americano.
Nella serie distribuita su Disney Plus si ragiona sulla vita, su quanto questa sia concretamente effimera. Il tocco alla Allen pervade l’intero scopo: dialoghi ai limiti del prolisso, ragionamenti puntuali e veritieri ma anche privi di una flebile speranza. Poche suggestioni insomma e un unico grande impianto narrativo che fa del pessimismo la sua matrice fondante.
Fleishman a pezzi – Anche rimanere grandi è difficile
Fleishman a pezzi ha come protagonista Toby, un medico di successo che però, alla soglia dei quarantuno anni, deve affrontare una nuova fase della vita da neo-divorziato. Rachel, la moglie, si è rivelata nel tempo una persona totalmente distante da lui (strano a dirsi, si erano così tanto amati).
Per questo motivo Toby, costretto praticamente a sopravvivere, si lancia nel fruttuoso mondo delle app di incontri, esperendo anche un discreto successo che aumenta la sua autostima da sempre poco elevata. Se non fosse per l’improvvisa scomparsa della moglie (che lo lascia con i suoi due piccoli figli) la vita di Toby si direbbe che sia andata avanti con dignità e voglia di rinascita.
La scomparsa di Rachel, tuttavia, imporrà una serie di punti interrogativi a cui dare risposta. Da soli è praticamente impossibile superare una fase così travagliata. Infatti, Toby si rifugia nell’affetto di due suoi amici del college: Libby (interpretata da una vivacissima Lizzy Caplan) e Seth (Adam Brody di The O.C.). In entrambi troverà conforto, ma anche una soglia di rimpianti che i tre dimostrano di avere in relazione alla loro vita.
Il concetto di società è da rimettere in discussione
Fleishman a pezzi si concentra sul concetto odierno di società. Quest’ultima la si può intendere in due modi: o come un’entità associativa costruita dall’uomo (pertanto plasmata dal suo credo e dai suoi istinti) oppure come una cornice in grado essa stessa di indirizzare il genere umano (imponendo suoi costrutti e sue tradizioni proprie).
Nella serie si cerca, attraverso l’esperienza di Toby, di rispondere a quest’ annosa domanda. La regia, a tal proposito, non poteva scegliere un interprete migliore di Jesse Eisenberg. A quarant’anni bisognerebbe essere degli uomini cresciuti e vissuti (fatti e sicuri di sé). Per Toby il viaggio sembra essere invece appena cominciato e con il suo fare ciondolante si aggira per una New York maestosa e noncurante del singolo individuo.
Il suo confronto con Libby e Seth lo induce a pensare che la società crei le persone e gli dia una forma ma che ad un certo punto questi ultima vengano colti da un sentimento di rivalsa e cerchino a tutti i costi di rompere la gabbia. I tre amici sono infatti da un lato fagocitati da un’esistenza che sulla carta gli ha concesso tutto ma che probabilmente li ha allontanati da loro vero io.
Dall’altro sono quindi spinti alla ricerca di un qualcosa che al momento neanche loro sanno cos’è. La vita insegna che bisogna studiare, lavorare, comprare una macchina, mettere su famiglia e pagare un mutuo di cui presto ci si può pentire. A quarantanni per Fleishman arriva la sveglia: il torpore emozionale a cui la società conduce, porta il protagonista a fare i conti con sé stesso e ritrovare un’anima più intima e personale.
Il tutto è corroborato da un impianto narrativo dominato dal dialogo (ricordatevi Woody Allen): un incessante flusso di parole e discorsi, sia nelle interazioni tra i personaggi che con il voice-over di Libby, pervade l’intera serie e lascia lo spettatore stesso alle riflessioni che può fare anche in relazione alla sua esperienza individuale.
Tutto ciò implica anche la presenza di colpi di scena, di uno stravolgimento sostanziale delle aspettative che ci si fa sulle sorti dei personaggi. Fleishman a pezzi rispetta l’essenza stessa della società: ognuno di noi ha il suo credo e mantiene un punto di vista unico. Immedesimarsi nell’altro è gioco forza difficile: gli altri sono protagonisti di un qualcosa che sfugge anche a uno spettatore attento.