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Driveaway dolls – Il film di Ethan Coen con Margaret Qualley

Correva l’anno 2018 quando i fratelli Coen, ambiziosi cineasti dalla spiccata personalità autoriale, lavorano insieme per l’ultima (ad oggi) volta. L’occasione era quella della realizzazione di La ballata di Buster Scruggs, dopodiché le loro strade si sono divise. Dopo un documentario passato  relativamente in sordina (Jerry Lee Lewis: Trouble in Mind), datato 2022, Ethan Coen torna al lavoro, stavolta a fianco di Tricia Cooke. Insieme i due ideano, scrivono, girano e producono Driveaway dolls, un road movie dalle ibridazioni gangster grottesche. Il lungometraggio commedia (ottantaquattro minuti) ha per protagoniste le giovani Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan. Confezionato lo scorso anno, il film ha dovuto attendere mesi prima di vedere la luce. La causa è stata quella del ben noto sciopero che ha colpito il panorama cinematografico da luglio a novembre 2023. Il film è arrivato dunque nelle sale internazionali quest’anno, in Italia ad opera di Universal Pictures

La trama del film 

L’anno è il 1999. Il nuovo millennio si sta avvicinando e i tempi stanno cambiando. Altrettanto succede alle vite delle due protagoniste, che dalla confortevole Philadelphia decidono di partire per un road trip. Jamie (Margaret Qualley), eroticissima e sfrontata, vede andare a pezzi la propria relazione dopo che la sua compagnia Sukie (Beanie Feldstein) ha scoperto il suo ennesimo tradimento. Contemporaneamente, la sua amica Marian (Geraldine Viswanathan) si rende conto che il suo essere repressa e frustrata la porta a comportarsi ingiustificatamente male con chi la circonda. La strana coppia di amiche parte dunque alla volta di Tallahassee, scelta dettata dalla necessità comune di cambiare aria. Marian, accompagnata dal suo fidato libro e poco altro, vorrebbe procedere diretta verso la meta. Jamie invece preferirebbe fare tappa a tutti i lesbo-club più libertini del loro tragitto. 

Trovare un punto in comune nel loro approccio al viaggio sembra essere difficile. Ma le priorità diventano decisamente altre quando le due giovani trovano per caso nel bagagliaio dellauto che hanno noleggiato una valigetta. Le protagoniste hanno appena il tempo di scoprirne il contenuto che vengono tallonata da un gruppo di sgangherati gangster, ansiosi di recuperarla. Di lì in poi, il loro viaggio diventa una corsa allucinata e sopra le righe verso un porto sicuro di tranquillità e salvezza. E chissà che nel mentre, imparando l’una dall’altra, Jamie non riesca a trovare un equilibrio e Marian non capisca come lasciarsi un po’ andare. 

Driveaway dolls – La recensione del film

Driveaway dolls è l’occasione per Ethan Coen, assieme alla moglie Tricia Cooke, di confezionare una commedia crime on the road dallo spiccatissimo gusto pulp. Non che le derive toccate al fianco del fratello fossero più silenziose e morigerate, ma con Cooke il coté si fa decisamente – e consapevolmente – più tendente al trash. La linea saffica (che in questi mesi sembra andare per la maggiore sul grande schermo) di Love lies bleeding si declina in questo caso in tutt’altra chiave, meno seriosa, di un’urgenza più prossima al ridicolo. Il risultato è una comicità dellassurdo nuda e cruda, con picchi di apparente sofisticazione e altri più puramente demenziali. Da non sottovalutare però la resa del demenziale al cinema, difficilmente approvabile in termini produttivi e scarsamente mantenibile in ottica di credibilità. 

Driveaway dolls

Driveaway dolls affonda le sue radici nel prendersi gioco di alcuni degli stilemi narrativi del genere a cui il film stesso dichiarerebbe di appartenere. La richiesta di riscatto assume le forme di un dialogo surreale, la coppia di gangster diventa litigiosa ai limiti dell’auto-distruzione, e la rivelazione del MacGuffin della misteriosa ventiquattrore nel bagagliaio è la ciliegina sulla torta. Sopra le righe, eccentrico, irriverente, fino a diventare delirante: il film assume una parabola di toni che ha molto del volo pindarico. Finisce per delinearsi così un Thelma e Louise che non ce l’ha pienamente fatta, ma che sicuramente ci ha provato divertendosi molto e prendendosi decisamente poco sul serio. 

Un(a) Lebowski 2.0: peregrinazione iper-sessualizzata di un personaggio non più nonchalant


Di fronte ad un film come Driveaway dolls, è impossibile non cogliere i suoi riferimenti in termini di tono e surrealismo al suo progenitore cinematografico. Il riferimento (anche registico) del film è infatti a quello che è stato il suo inconsapevole avo, Il grande Lebowski (1998). Emerge con forza in entrambi lo stampo Coen, e anche se con implicazioni e svolte narrative poi molto lontane l’allucinazione è la medesima. In entrambi in casi l’Eroe (Eroina) è ignaro e trasportato suo malgrado nel corso degli eventi – elemento tipico della filmografia dei fratelli. Ma l’andamento che ne consegue, nel caso di questo film, è decisamente più sgangherato del solito. 

In Driveaway dollsla sessualizzazione è costante, e la sessualità perenne e iper-presente. Nella maggior parte dei casi le parentesi allucinate (e quelle allucinatorie) prendono il largo e hanno la meglio sullo spettatore. Il rischio è quello di confonderlo, o quantomeno di perdere la prese sulla sua attenzione e il suo trasporto, cosa che nel più solido Lebowski difficilmente accadeva. L’ultimo film di Ethan Coen si configura così come la dimostrazione concreta di quanto possano essere differenti – in termini tonali, non necessariamente qualitativi – i risultati a cui giungono i due fratelli Coen quando lavorano separatamente (il pensiero va al decisamente più serioso, teatrale e impostato Macbeth di Joel Coen, 2021). 

Driveaway dolls: Margaret Qualley si fa spazio nello stardom hollywoodiano

Nel tentativo, forse, di incrementare la credibilità del prodotto – o forse solo di avere volti da usare per un depistamento nel trailer? – Ethan Coen e Tricia Cooke riescono ad avvicinare un ampio numero di star considerando il panorama di attenti tutto sommato esiguo del film. Durante gli ottantaquattro minuti del film infatti i cameo sono i più vari. Da un Matt Damon governatore col timore di essere compromesso a vita ad un occhialuto e intimorito Pedro Pascal, passando per Colman Domingo dal lato dei cattivi e una versione hippie di Miley Cyrus, ce n’è veramente per tutti i gusti. 

Driveaway dolls

Nonostante i numerosissimi cameo però, in Driveaway dollslo schermo è tutto delle due eroine femminili. Tuttavia, per quanto Geraldine Viswanathan consegni un’interpretazione corretta e centrata, la Jamie di Margaret Qualley ruba la scena. Con questo film l’attrice “sblocca un nuovo personaggio”: iper-mascolina nel piglio, androgina nel fisico, sessuale all’ennesima potenza. C’è poco della sofferenza della sua Alex in Maid; qualcosa del suo magnetismo misterioso in C’era una volta a… Hollywood e una buona dose dell’animo scapestrato della sua dominatrice in Sanctuary. Ma, in questo caso, la chiave è decisamente più brillante e scanzonata, le preoccupazioni e le implicazioni sono minori e la performance nonostante il tono difficilmente interpretabile del film è vincente: non sorprende che molti grandi nomi della regia odierna sgomitino per accaparrarsela nei loro nuovi progetti. 

PANORAMICA RECENSIONE

Regia
Soggetto e sceneggiatura
Interpretazioni
Emozioni
Eleonora Noto
Eleonora Noto
Laureata in DAMS, sono appassionata di tutte le arti ma del cinema in particolare. Mi piace giocare con le parole e studiare le sceneggiature, ogni tanto provo a scriverle. Impazzisco per le produzioni hollywoodiane di qualsiasi decennio, ma amo anche un buon thriller o il cinema d’autore.

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