I documentari sono un contenuto sempre più in voga tra le varie generazioni cinefile (giovani e meno giovani). Capita spesso che, anche un buongustaio della settima arte, si dedichi alla visione di un contenuto diverso dal solito.
I documentari sono entrati a far parte a pieno titolo della programmazione di diverse piattaforme streaming; complice anche il successo che molte serie possono avere e che, in seguito, vengono arricchite da un documentario che ne certifica ulteriormente l’ampio seguito.
Il caso più calzante è senza dubbio Conversazioni con un killer: il caso Dahmer. Inutile specificare quanto la serie abbia avuto successo. Ebbene, dopo aver assistito allo scempio che il giovane killer ha compiuto, si può benissimo approfondire la questione visionando il documentario (sempre disponibile su Netflix).
Ovviamente non sempre una serie o un film hanno poi un collegamento con un qualche documentario pubblicato in streaming, come non sempre il prodotto più vincente è il crime drama. Chiaro però che ci sono delle chicche che devono essere riscoperte o che comunque meritano una visione attenta.
Di seguito vengono proposti 5 documentari che possono costituire un passatempo “piacevole” ma, al contempo, in grado di arricchire la mente. Insomma, per vedere il tutto da un altro punto di vista.
5 documentari Crime Drama – Conversazioni con un killer: il caso Dahmer
Si comincia proprio con il documentario citato poc’anzi. Qual è il senso o la bellezza di vedere un contenuto del genere; attinente cioè alle gesta di un serial killer che senza alcuna pietà ha mietuto vittime durante la fine degli anni Ottanta?
Il senso sta nell’approfondire quanto la serie ha avuto l’onta di romanzare e cercare di capire quali siano le vere implicazioni legali dietro al fatto. Il titolo forse assume una dimensione ancora più inquietante, se si pensa che si ha a che fare con il vero Dahmer. Le sue interviste sono passate al setaccio e i suoi omicidi passano attraverso la sua personale lente di ingrandimento.
Se si vuole capire cosa lo ha portato a tutto ciò, mantenendo al contempo un coinvolgimento emotivo minore, si può osservare la visione. La messa in scena del Crime Drama talvolta è eccessiva e un documentario del genere può riportare il genere stesso su binari decisamente più umani.
Marta
Marta tratta della storia dell’infelice Marta Russo, tragicamente scomparsa in quello che è uno dei casi di cronaca studentesca più dibattuti degli ultimi venti anni.
Nel 1998, Marta Russo si trovava con un’amica all’Università romana della Sapienza, pronta come sempre a sfruttare i momenti di pausa nell’Ateneo per passeggiare all’aperto e spendere del buon tempo con gli amici nel giardino della città universitaria.
Tuttavia, la giovane studentessa è stata uccisa da un proiettile proprio mentre stava attraversando il cortile interno e le cause della morte sono misteriose. Al di là del fatto di cronaca in sé (che non è accostabile al Crime Drama solo perché non ha a che fare con omicidi di sorta) è interessante visionare questo titolo perché ci viene essenzialmente spiegato come, in un’epoca relativamente recente, molte comodità dei giorni d’oggi non potevano essere date per scontate. Verso la fine degli anni Novanta, il mondo si apprestava a vivere l’alba del secondo millennio ma tutto sommato i cellulari non erano così diffusi e le telecamere non infestavano ogni angolo degli edifici pubblici.
Jeffrey Epstein: Soldi, Potere e Perversione
Non tutto il Crime Drama ha a che fare con squartamenti e omicidi. Alcune storie criminali hanno una natura decisamente più socioeconomica e questo è il caso del documentario che riguarda Jeffrey Epstein. Uno dei re della finanza mondiale è stato anche uno dei personaggi più discutibili dell’ultimo secolo.
Con piglio Kubrickiano si potrebbe dire che è lui a rappresentare la controparte realistica di quanto succede in Eyes Wide Shut, capolavoro dell’indimenticato genio del cinema. Nel titolo si vede come personaggi del genere fossero realmente convinti di poter assoggettare il mondo intero e collocarsi al di sopra della legge grazie a soldi e rete di potere.
L’influenza che Epstein ha mantenuto e i personaggi famosi che gli sarebbero orbitati intorno hanno messo a dura prova il concetto di uguaglianza: menti del genere sono pronte a far calcificare la stratificazione sociale per il proprio tornaconto. Puntano sempre a sfruttare i più deboli, per attuare i loro piani malefici.
In un momento in cui anche noi italiani stiamo facendo i conti con Alberto Genovese e le sue storie di feste perverse, il caso di Jeffrey Epstein può essere una guida per chi non vuole cedere a compromessi e trovare un modo per combattere i più forti.
Crime drama socioeconomico – Wanna
Perché non proseguire poi con la visione di qualcosa di (apparentemente) più leggero? La docu-serie su Wanna Marchi va certamente a codificare un modo di fare crimine velato, nascosto e sottile. Durante la fine degli anni Novanta ha fatto tantissime vittime (non fisiche) ma mentali: gente che si è rovinata appresso a una speranza.
I rotocalchi ne hanno parlato come di una piaga ma in televisione si è arrivati anche a fare dell’ironia. Certamente costituisce un esperimento molto particolare per Netflix che con questa perla va a colpire allo stomaco, con qualche venatura di ironia cringe.
Il caso Wanna Marchi sembra essere anche un elemento consono al mondo ipertecnologico di oggi; una sorta di caso precursore delle truffe online in cui molti, odiernamente, incappano.
Britney contro Spears
La rassegna sui 5 documentari da recuperare si chiude con un prodotto poco crime, ma molto drama. Il caso di Britney Spears non ha niente a che vedere con uccisioni, spari o misteri di alcun tipo, ma consta piuttosto di un impianto volto a descrivere un dramma familiare (e personale).
L’uscita di Blonde (con protagonista Ana de Armas) ha dato il “la” per parlare della diva (una figura scenica ad oggi poco dibattuta); un concetto attoriale che oggi sta scomparendo. La diva porta dietro a sé successi e fa impazzire i cuori di tutto il mondo ma ha una grande responsabilità: quella di farsi vedere come il mondo vuole che sia.
Britney Spears condivide con Marylin Monroe il fatto di appartenere, dopo anni di carriera, agli altri e non a sé stessa. La popstar, nel caso specifico, ha perso la capacità di decidere sulle sue finanze a causa dei genitori (padre soprattutto) che si sono frapposti tra lei e il suo libero arbitrio.
Il documentario farà riscoprire il peso di essere divi, una posizione sociale invidiata ma che in realtà tanto invidiabile non è.